Gilles Simeoni: «Questa lotta deve essere condotta più che mai a livello dell’intero Mediterraneo»
Trivelle: Corsica e Sardegna contro le autorizzazioni esplorative offshore di idrocarburi
La Corsica: mobilitazione delle isole del Mediterraneo per una moratoria sulle nuove trivelle
[31 Maggio 2017]
A lanciare l’allarme è stato il 29 maggio il presidente del Consigliu esecutivu di Corsica, Gilles Simeoni, che con un comunicato pubblicato sulla pagina della Cullettività territoriale di Corsica ha rivelato che «Uno studio geofisico è in corso in vista di autorizzare delle esplorazioni di idrocarburi liquidi o gassosi al largo della Corsica e della Sardegna, su una superficie di 20.200 km2 che si estende dalla latitudine di Prupià fino a quella di Oristano. Depositata dalla società norvegese Tgs Nopec, questa domanda di studio si aggiunge ad altre domandi di istruzione sulla stessa zona, o più ad ovest sulla piattaforma continentale spagnola».
La compagnia petrolifera norvegese prevede l’utilizzo della contestatissima tecnica dell’airgun, che produce picchi fino a 260 decibel, particolarmente pericolosi per i cetacei.
Secondo Simeoni la vicenda ricorda «la domanda di permesso di trivellare al largo di Port-Cros, depositata qualche anno fa dalla società Melrose, congelata per ora da una moratoria decisa nel 2015 dall’ex ministro dell’ambiente Ségolène Royal. Ma questa moratoria vale solo per la piattaforma continentale francese. Bisogna ormai andare oltre, a livello di tutto il Mediterraneo e ottenere un divieto totale di ogni nuovo permesso di esplorazione o sfruttamento di idrocarburi, sulla base degli accordi sul clima che puntano a ridurre la produzione di energie fossili, in particolare l’Accordo di Parigi del 12 dicembre 2015».
Quanto sta accadendo richiama alla memoria l’intricata vicenda del cambio dei confini marittimi Italia–Francia e la polemica esplosa nel bel mezzo del referendum sulle trivelle, quando venne fuori che quei confini, vista la moratoria francese, avrebbero potuto favorire l’estrazione di petrolio al largo della Sardegna in cambio di zone pescose alla corsica. Ma, come dice Simeoni, se ci fosse una marea nera in acque sarde, ne subirebbero le conseguenze anche i d fondali ex italiani diventati cosi.
Il presidente del Consigliu esecutivu di Corsica evidenzia che «Il Mediterraneo è un mare chiuso il che rafforza il carattere impattante, e forse irreversibile di ogni inquinamento. La profondità delle trivellazioni, I rischi sismici rilevati in diversi punti del bacino mediterraneo, accrescono i rischi di catastrofe. Per esempio, nel 2010 la voragine sotto la piattaforma Deepwater Horizon, al largo del Messico, è stata sigillata solo dopo lunghi mesi, causando un vero disastro ecologico. Un tale incidente su una piattaforma petrolifera nel Mediterraneo potrebbe causare una maggiore catastrofe ecologica, economica e sociale, compreso per il turismo sostenibile che è uno dei pilastri della nostra strategia di sviluppo economico».
Ma Simeoni promette battaglia: «La Corsica è storicamente un grande protagonista della lotta per la protezione del Mar Mediterraneo: lutta contro la costruzione di un sito di sperimentazione nucleare all’Argentella, controp l’inquinamento dei fanghi rossi, per la protezione delle Bocche di Bonifacio, rail del canale di Corsica… Questa lotta deve essere condotta più che mai a livello dell’intero Mediterraneo, che è un ecosistema globale. Lo sviluppo costante della nostra politica euro-mediterranea dopo la nostra presa di responsabilità nel dicembre 2015, ha rafforzato la nostra audience e le notre prerogative in materia».
Il presidente del Consigliu esecutivu di Corsica ha preso subito tre impegni: «Invito al mio omologo, il presidente dell’esecutivo sardo, Francesco, al fine di proporgli un intervento congiunto presso i governi italiano e francese; Azione, nella mia qualità di presidente della Commissione delle isole della CRPM (Commissione delle Regioni periferiche marittime, ndr), presso tutte le isole del Mediterraneo per intraprendere un’azione concertata presso le istanze europee in vista di vietare le autorizzazioni di esplorazioni petrolifere nel Mediterraneo; Sollecitazione a Sua Altezza Serenissima, il Principe Alberto II di Monaco, per allertarlo xsui pericoli che la prospezione petrolifera sollecitata al largo della Sardegna e della Corsica farebbe pesare sul SAnturio marino Pelagos, istituito con l’accordo del 25 novembre 1999, tra la Francia, l’Italia e il Principato, e situato in stretta prossimità alla zona delle prospezioni proposte».
Il Consiglio esecutivo della Cullettività territoriale di Corsica proporrà nella prossima sessione dell’Assemblée de Corse un calendario di azioni, tra lw quali inl voto di una mozone e l’impegno per una mobilitazione allargata alla società civile e alle parti interessate del settore marino e marittimo: pescatori, associazioni, scienziati, professionisti del turismo, ecc.
Il presidente della Regione Sardegna Pigliaru (PD), alle prese con una crisi di giunta, ha risposto al suo collega corso: «Siamo accanto alla Corsica nell’esprimere un no deciso contro ogni progetto di prospezione geofisica nei nostri mari che potrebbe determinare situazioni di grave rischio per i cetacei e per tutto l’ambiente marino limitrofo alle coste. Abbiamo già espresso la nostra posizione di contrarietà al ministero dell’ambiente e la rinnoveremo».
Donatella Spano, assessora regionale alla difesa dell’ambiente, conclude: «La Regione Sardegna ha sempre fornito osservazioni e parere negativo alle istanza di via nazionale, di competenza del Ministero dell’Ambiente, sul progetto e su interventi analoghi presentati da altre società. Stiamo infatti lavorando assiduamente per la tutela e la valorizzazione delle aree protette e stiamo pensando alle nuove generazioni affinché dalle nostre decisioni di ora possano ricevere i massimi benefici».