Costa blocca 8 pozzi petroliferi offshore. No definitivo all’ampliamento della piattaforma Vega nel Canale di Sicilia

Il plauso di Legambiente. BAT imposte alla raffineria di Milazzo: le emissioni saranno tagliate del 50%

[24 Aprile 2019]

Ieri, intervenendo al Museo del mare di Milazzo, dove è esposto lo scheletro di un capodoglio spiaggiato per aver ingerito  plastica, il ministro dell’ambiente Sergio Costa ha annunciato: «Porto a Milazzo due buone notizie per l’ambiente e quindi per la salute dei cittadini: ho già firmato il decreto ministeriale affinché la raffineria di Milazzo, come gli altri impianti simili, adotti le Bat, le migliori tecnologie esistenti. In questa maniera le emissioni saranno sensibilmente ridotte, si stima del 50%”. Se c’è un modo migliore per gestire l’ambiente e quindi la salute, io come uomo dello Stato ho il dovere di farlo e di servire il cittadino«

Il ministro ha aggiunto: «Inoltre, sempre con decreto ministeriale abbiamo fermato otto nuovi pozzi petroliferi davanti alla piattaforma Vega, la più grande piattaforma offshore del Mediterraneo. La commissione Via Vas ha ritenuto che non rispettasse le garanzie ambientali e io ho firmato il relativo decreto che ferma i progetti. Servono piccoli passi che seguono una visione coerente e precisa. Così si raggiungono gli obiettivi».

Costa scrive sulla sua pagina Facebook: «Quando diciamo #StopTrivelle non parliamo di parole vuote ma di impegni concreti. Ed ecco i fatti! Con decreto ministeriale ho approvato la decisione della Commissione Via Vas e abbiamo dato valutazione negativa per 8 pozzi petroliferi nel canale di Sicilia, accanto alla piattaforma Vega, tra le più impattanti. E’ la piattaforma offshore più grande del Mediterraneo e la Edison voleva aprire altri otto pozzi. Il Ministero dell’Ambiente ha detto no».

Immediato il plauso del presidente di Legambiente Stefano Ciafani al ministro dell’ambiente: «Siamo davvero soddisfatti che il procedimento autorizzativo del progetto di ampliamento della piattaforma petrolifera Vega sia stato chiuso con un no definitivo, respingendo l’istanza avanzata da Edison ed Eni, come avevamo chiesto formalmente al ministro anche con una mia lettera di un mese fa. Da tanti anni, infatti, l’associazione con i suoi circoli è impegnata a denunciare questa vicenda del tutto paradossale e i rischi rappresentati dalla deriva petrolifera a terra e in mare in Sicilia, come in Basilicata in Val d’Agri dove le indagini si sono concluse con l’arresto del responsabile del Centro oli di Viggiano».

Il presidente di Legambiente Sicilia, Gianfranco Zanna, sottolinea: «Lo abbiamo fatto con il lavoro del comitato regionale e dei nostri circoli locali come quello di Ragusa che ha scritto le osservazioni ai progetti di nuove trivellazioni in mare, contribuendo al diniego di nuove ricerche della Schlumberger o al rigetto del progetto di ampliamento della concessione Vega di Edison ed Eni, o quelli di Scicli e Pozzallo che hanno organizzato iniziative popolari contro ogni nuovo progetto petrolifero la scorsa estate al passaggio di Goletta Verde e nelle manifestazioni di piazza con gli studenti per lo sciopero mondiale sul clima promosso da Greta Thunberg».