Crisi alimentare e biocarburanti: ogni giorno le auto Ue bruciano 15 milioni di pagnotte di pane

T&E: immorali le richieste della lobby dei biocarburanti di fronte al crollo dei rifornimenti di cereali a da Ucraina e Russia

[24 Marzo 2022]

Secondo il nuovo studio “Food not fuel” pubblicato da Transport & Environment (T&E), «Ogni giorno l’Europa trasforma 10.000 tonnellate di grano – l’equivalente di 15 milioni di pagnotte da 750 g. – in etanolo da usare nelle automobili». Per questo l’ONG europea chiede di «Sospendere la combustione di colture agricole, come il grano, nei biocarburanti» de bolla come «Immorale la pressione della lobby dei biocarburanti per aumentare la produzione in un momento di acuta scarsità globale di cibo».

Carlo Tritto, policy officer di T&E Italia, sottolinea che «Ogni anno bruciamo milioni di tonnellate di grano e altri cereali vitali per alimentare le nostre auto.  Questo è inaccettabile di fronte alla crisi alimentare che stiamo vivendo. In questo contesto geopolitico, è immorale che la lobby dei biocarburanti chieda un incremento dei volumi di biocarburanti da colture alimentari, che invece i Governi dovrebbero urgentemente sospendere per alleviare l’inflazione dei beni di prima necessità».

Il rapporto fa notare che «Rimuovere il grano dai biocarburanti europei compenserebbe più del 20% del crollo delle forniture di grano ucraino al mercato globale. In paesi come l’Egitto, che importa oltre il 60% del suo grano, principalmente da Russia e Ucraina, queste forniture aggiuntive al mercato sarebbero salvavita».

Oggi, un gruppo di importanti ONG europee, tra cui T&E e Legambiente, ha chiesto ai Governi dell’Ue di fermare immediatamente l’utilizzo di colture alimentari per la produzione di biocarburanti. Secondo il gruppo di ONG, «Garantire forniture stabili di energia alle persone e all’economia non può  andare a scapito della sicurezza alimentare, portando l’inflazione dei prezzi alimentari verso una spirale fuori controllo».

Ma T&E ricorda che «Ci sono richieste crescenti, in particolare tra la lobby europea dei biocarburanti (ePure e European Biodiesel Board), per sostituire il petrolio russo con biocarburanti fatti da colture alimentari come grano, mais, orzo, girasole, colza e altri oli vegetali. Questo nonostante l’impennata dei prezzi alimentari sulla scia dell’invasione dell’Ucraina da parte di Putin, che ha decimato il granaio dell’Europa. L’Ucraina e la Russia insieme forniscono circa un quarto del grano e dell’orzo commerciati a livello globale, il 15% del mais e oltre il 60% dell’olio di girasole. Non a caso, come evidenziato  da una recente analisi di Coldiretti, anche in Italia i prezzi di beni essenziali come l’olio di girasole, della pasta o della farina sono impennati, rispettivamente del +19%, +12% e +9%, a scapito delle tasche dei cittadini».

Tritto denuncia che «Sostituire il petrolio russo con insostenibili biocarburanti prodotti a partire da colture agricole non farà che spostare il problema della dipendenza energetica altrove. Come se non bastasse, l’impiego di colture per la produzione di biocarburanti, in competizione con gli usi alimentari, sta contribuendo all’inflazione dei prezzi per questi beni e provocando una grave crisi alimentare globale. Chi paga le conseguenze di queste scelte sono i cittadini europei e del mondo che, nel migliore dei casi, devono affrontare spese maggiori per beni di prima necessità; nel peggiore invece, non potranno permettersi di comprare un filone di pane».

Il rapporto T&E conclude: «Anche se l’Europa dovesse raddoppiare la quantità di terreno agricolo che dedica alla produzione di biocarburanti – equivalente ad almeno il 10% del terreno agricolo dell’UE per le coltivazioni – questo sostituirebbe solo il 7% delle importazioni di petrolio dell’UE dalla Russia. Per sostituire tutte le importazioni di petrolio russo con biocarburanti prodotti in casa, sarebbero necessari almeno due terzi dei terreni agricoli del blocco per tali colture».