Presentato alla Camera di commercio di Milano il VI rapporto Top Utility Analysis
Dalle 100 maggiori utility italiane arriva il 6,9% del Pil, posti di lavoro per 142mila occupati
Il 66% delle aziende è a capitale interamente pubblico, e prosegue il processo di consolidamento (soprattutto nell’Italia centrale)
[22 Febbraio 2018]
Le 100 maggiori utility attive in Italia nei settori dell’energia elettrica, del gas, del servizio idrico integrato e della raccolta dei rifiuti urbani hanno prodotto nel 2016 ricavi per 115 miliardi di euro, pari al 6,9% del Pil italiano, con una forza lavoro di quasi 142.000 unità. È quanto emerge dal VI rapporto Top Utility Analysis presentato oggi presso la Camera di Commercio di Milano, l’ormai tradizionale documento analizza hc ele performance delle maggiori 100 utility italiane, pubbliche e private, con lo scopo di fornire una visione d’insieme dell’industria dei servizi di pubblica utilità.
«La ricerca – spiega Alessandro Marangoni, Ceo di Althesys e direttore di Top Utility, think tank di settore – mostra un settore in profonda trasformazione, che sta investendo molto nelle nuove tecnologie e che è molto più innovativo di quanto i consumatori percepiscano. Sostenibilità, digitalizzazione, miglioramento delle performance operative sono le aree nelle quali le maggiori utility stanno lavorando di più. E i risultati si vedono: meno perdite nell’idrico e più raccolta differenziata dei rifiuti rispetto alla media italiana; maggiori investimenti per abitante delle grandi multiutility, sempre più app e servizi su smartphone. Si sviluppano nuovi servizi ai territori e alle città – prosegue Marangoni – mobilità sostenibile, sicurezza e efficienza energetica affiancano sempre più i tradizionali servi pubblici locali».
Soprattutto, le utility italiane si consolidano – i 115 miliardi di ricavi nel 2016 sono in crescita del +1,2% rispetto all’anno precedente – e migliorano anche sulla qualità del servizio offerto (ad esempio perdite di rete, depurazione e raccolta differenziata).
Si parla di un mondo dove il 66% delle aziende è a capitale interamente pubblico, e dove le imprese sono in maggioranza di medie e piccole dimensioni (oltre la metà ha ricavi inferiori a 100 milioni di euro, solo il 14% supera il miliardo), anche se prosegue il processo di consolidamento: nel settore idrico sono state numerose le aggregazioni, soprattutto nel Nord Est. Nei rifiuti, invece, l’area più dinamica è il Centro Italia.