Eea: decarbonizzare il riscaldamento e il raffrescamento degli edifici è un imperativo climatico
Ristrutturazioni ed energie rinnovabili per decarbonizzare il riscaldamento in Europa
[23 Febbraio 2023]
Circa la metà del consumo finale di energia dell’Unione europea è destinata al riscaldamento, il che ne fa un settore chiave negli sforzi dell’Ue per migliorare la sicurezza energetica e ridurre le emissioni di gas serra. La Commissione europea ha recentemente pubblicato una roadmap per il sostegno politico alla decarbonizzazione del riscaldamento e del raffreddamento in Europa e l’European Environment Agency (EEA) ha appena pubblicato il briefing ‘Decarbonising heating and cooling — a climate imperative” che analizza questo segmento energetico, sollecitando «Iinvestimenti nella ristrutturazione degli edifici e nelle moderne soluzioni di energia rinnovabile», che è esattamente quel che ha deciso di non fare più il governo di destra italiano.
L’EEA ricorda che «La decarbonizzazione del riscaldamento rappresenta una delle principali sfide per l’Europa sulla strada per raggiungere gli obiettivi climatici per il 2030 e il 2050 e garantire una maggiore sicurezza energetica . Il briefing esamina i trend settoriali e chiede «Maggiori sforzi politici per ridurre il fabbisogno energetico e passare al riscaldamento e raffreddamento sostenibili in tutti i settori». Insieme al recente EEA briefing on sustainable cooling, il nuovo rapporto evidenzia le principali opportunità e sfide nella corsa per rendere l’ Ue a emissioni zero entro il 2050 .
L’EEA evidenzia che «Le misure di riqualificazione e conservazione dell’energia, comprese le campagne di informazione pubblica , hanno dimostrato la loro efficacia nel ridurre il fabbisogno complessivo di riscaldamento e raffrescamento , in particolare negli edifici , il settore di consumo finale con il maggior consumo di energia in tutta l’Ue» . Ma il briefing EEA ricorda che « Da sole, le misure di efficienza energetica non sono sufficienti per decarbonizzare il riscaldamento e il raffreddamento quando i combustibili fossili vengono utilizzati come principale fonte di energia. Nel 2020, quasi l’80% di tutto il consumo energetico domestico ha riguardato il riscaldamento degli ambienti e dell’acqua , con oltre la metà di questa energia fornita dalla combustione di combustibili fossili, in particolare gas. Gli investimenti nelle fonti energetiche rinnovabili e di recupero per il riscaldamento e il raffreddamento sono necessari per ridurre il consumo di gas, l’impatto climatico e l’inquinamento atmosferico».
I dati di Eurostat dimostrano che nel 2020 le energie rinnovabili hanno rappresentato meno di un quarto dell’energia finale utilizzata nell’Ue per il riscaldamento e il raffreddamento. I Paesi settentrionali dell’Ue, dove gli edifici hanno bisogno di più riscaldamento durante i mesi invernali , nel 2020 avevano già raggiunto quote superiori al 50% di energia rinnovabile per riscaldamento e raffrescamento, utilizzando quote elevate di biomassa. Ma il rapporto EEA fa notare: «Dato che é i sistemi di riscaldamento e raffreddamento durano più di un decennio, sostituire i combustibili fossili con la biomassa in tutti i Paesi può avere implicazioni indesiderate per questa materia prima, il clima e l’ambiente. Con la disponibilità di risorse energetiche sostenibili e la domanda di riscaldamento e raffreddamento che variano in modo significativo in tutta Europa, è necessario dare la priorità alle fonti energetiche locali più sostenibili che corrispondono alle esigenze e alle opportunità locali».
L’EEA conclude avvertendo che non esiste nessuna pallottola d’argento per decarbonizzare gli edifici: «L’adeguamento termico durante questo decennio deve essere accompagnato da misure per sostituire i sistemi di riscaldamento a combustibili fossili con fonti energetiche a zero emissioni e a basse emissioni di carbonio. Per gli edifici che utilizzano combustibili fossili per il riscaldamento e il raffreddamento, l’adeguamento termico del cappotto è un passo fondamentale verso la decarbonizzazione del loro consumo energetico, ma da solo non è sufficiente. Un ulteriore isolamento di tali edifici aiuta a risparmiare energia e a ridurre la quantità di combustibili fossili utilizzati per il riscaldamento e il raffreddamento. Tuttavia, per decarbonizzare con successo il settore edile in linea con gli impegni climatici dell’Ue per il 2030 e il 2050, l’adeguamento termico di tali edifici deve essere accompagnato da un passaggio a sistemi di riscaldamento basati su fonti rinnovabili. I responsabili politici possono massimizzare i co-benefici socio-economici, sanitari e ambientali delle strategie di riscaldamento e raffreddamento rinnovabili valutando le possibili interazioni e le implicazioni di specifici percorsi energetici, dando priorità alle soluzioni di quartiere e sistemiche e fornendo agli stakeholders e ai consumatori informazioni che consentono loro di realizzare scelte ottimali».