Enea: in Italia nel 2018 sono aumentati ancora i consumi di energia. A rischio il target rinnovabili del 30% al 2030

Crescono le rinnovabili elettriche, ma frenano per la prima volta in 10 anni eolico e fotovoltaico

[28 Marzo 2019]

L’Enea, che ne ha pubblicato oggi l’ultimo aggiornamento, spiega che «L’Analisi trimestrale del sistema energetico italiano esamina i fattori che caratterizzano il sistema energetico nazionale, per valutare le tendenze relative alle tre dimensioni della politica energetica: decarbonizzazione, sicurezza e costo dell’energia – definiti nel loro insieme “trilemma energetico. Tale analisi è in linea con l’obbligo di svolgere attività di monitoraggio della transizione energetica, previsto dal 2017 per gli Stati membri dell’Unione Europea».

E le notizie non sono buone: «Consumi di energia ancora in aumento nel 2018 in Italia (+1% rispetto all’anno precedente) sostanzialmente sulla spinta dei trasporti, mentre si registra un balzo in avanti della produzione idroelettrica (+31%) e un calo dei consumi di gas (-3,3%) e delle emissioni di anidride carbonica (-2%)».

L’analisi trimestrale Enea evidenzia per l’intero 2018 anche alcuni segnali di criticità più ampi: «A cominciare dal calo, per la prima volta in 10 anni, della produzione da eolico e fotovoltaico (-3%). Inoltre, permane una forte incidenza delle fonti fossili, pari al 75% del totale, mentre le fonti green si attestano al 20% del mix energetico (un punto percentuale in più rispetto al 2017)».  Il restante 5% del mix energetico è stato coperto dalle importazioni di energia elettrica (0,5 punti in più rispetto all’anno precedente).

Francesco Gracceva, l’esperto che coordina l’analisi Enea, spiega che «Il rapido incremento dei consumi dei prodotti petroliferi nei trasporti (+4%) ha di fatto controbilanciato il calo delle altre fonti fossili; inoltre, l’aumento delle rinnovabili elettriche (+12%) è un dato positivo solo in apparenza in quanto legato a un fattore congiunturale quale la ripresa dell’idroelettrico. In questo scenario diventa più complesso raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione che il Paese si è dato. Il problema è che sono ormai quattro anni che i consumi di energia si muovono sostanzialmente in parallelo con la crescita economica, mentre un elemento centrale della decarbonizzazione è rappresentato da un aumento dei consumi energetici molto più contenuto rispetto al Pil».

Criticità confermate dal nuovo peggioramento dell’indice ENEA ISPRED (-8% su base annua) che valuta l’andamento del sistema energetico nazionale sulla base di tre elementi-chiave: sicurezza energetica, prezzi ed emissioni di anidride carbonica. Gracceva aggiunge: «Il netto peggioramento degli indicatori relativi alle fonti rinnovabili all’interno. dell’ISPRED è un segnale del rischio che l’Italia non riesca a raggiungere il target del 30% di rinnovabili al 2030; e lo stesso rischio riguarda gli obiettivi di riduzione delle emissioni».

Dal nuovo rapporto emerge anche che «Sul fronte prezzi, l’energia nel 2018 ha registrato significativi aumenti medi al dettaglio per effetto delle dinamiche sui mercati internazionali; in particolare, i prezzi dell’elettricità per i clienti domestici hanno toccato nel 2018 i massimi dell’ultimo decennio, mentre per le utenze industriali piccole e medie i prezzi sono risultati tra i più elevati dell’Ue. Ha fatto eccezione la grande industria che ha beneficiato dell’introduzione degli sgravi per i consumatori energivori. A partire dalla fine del 2018, tuttavia, si è verificato un progressivo drastico calo dei prezzi all’ingrosso che ha iniziato a produrre effetti positivi sui consumatori nel 2019».

A destare la preoccupazione dell’Enea è anche il crescente disavanzo commerciale del nostro Paese nelle tecnologie collegate alla transizione energetica: «In particolare, il disavanzo per la mobilità low carbon ha raggiunto la cifra di 1,2 miliardi di euro (periodo gennaio-novembre 2018), sostanzialmente per l’acquisto di veicoli ibridi».

L’Enea ricorda che «La transizione comporta un ampio spettro di sfide, legate agli obiettivi di politica energetica e ambientale, all’instabilità dei mercati energetici e al cambiamento tecnologico. Pertanto l’Analisi trimestrale pone l’attenzione sugli aspetti che consentono di individuare le criticità attuali e di anticipare quelle in divenire anche in relazione agli obiettivi – di medio e lungo termine – stabiliti dall’Unione Europea. Le diverse misure di politica energetica possono però interagire in modi molteplici e complessi, ma i possibili trade-off non sono stati finora compiutamente analizzati, anche a causa della difficoltà di produrre valutazioni accurate su un tale insieme di questioni interdipendenti».