Energia: il greenwashing del G7 piace al ministro Pichetto Fratin

Accolte le richieste dell’Italia sui biocarburanti nei trasporti

[17 Aprile 2023]

Al ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin sembrano essere piaciuti molto i  punti approvati dai ministri dell’ambiente e dell’energia del G7 tenutosi a Sapporo che invece le associazioni ambientaliste considerano deludenti, attendisti e poco coraggiosi.

Infatti, nella conferenza stampa tenuta alla fine del summit giapponese, Pichetto Fratin ha espresso «Piena soddisfazione da parte dell’Italia per l’esito del G7 Clima, Ambiente ed Energia di Sapporo, il cui lavoro culminato nel documento conclusivo rappresenta “una preziosa e sfidante eredità per il prossimo G7 a guida italiana nel 2024»

Il ministro italiano ha evidenziato «La forte attenzione sulle questioni ambientali e in particolare sulla salvaguardia della biodiversità. Traguardo importante è l’obiettivo di ridurre a zero l’ulteriore inquinamento da plastica entro il 2040. In tale contesto l’adozione dei principi dell’economia circolare e dell’efficienza delle risorse per le imprese, costituisce un prezioso metodo di coinvolgimento attivo in un percorso comune sostenibile. Sulla lotta al cambiamento climatico – ha proseguito Pichetto – ancora una volta i Paesi del G7, ribadendo il limite di 1,5 gradi centigradi di aumento della temperatura globale, confermano di svolgere un ruolo guida».

Ma la cosa per la quale Pichetto sembra più contento è l’evidente mano di greenwashing dato de dai ministri del G7 per quanto riguarda l’energia: «Siamo molto soddisfatti  del forte allineamento tra i Paesi nell’accelerare la transizione verso sistemi a emissioni nette nulle, garantendo la necessaria sicurezza delle infrastrutture e la promozione degli investimenti in filiere innovative, tra cui l’idrogeno. Particolare apprezzamento – ha detto Pichetto – va all’accelerazione che si imprime alla fuoriuscita dai combustibili fossili non abbattuti e per lo sviluppo del settore elettrico, con un contributo fortemente promosso dall’Italia di riconoscimento del fotovoltaico».  Ma in realtà il G7 ha rimandato ancora l’uscita dai fossili e sul carbone ha riproposto quanto approvato nel 2022 un sistema energetico quasi a emissioni net zero entro il 2035, ma «Dando priorità a passi concreti verso l’obiettivo di accelerare il phase out della generazione elettrica domestica da carbone senza abbattimento di emissioni [unabated]». Manca quindi la data definitiva per l’addio al carbone e probabilmente la prossima Cop28 Unfccc che si terrà negli Emirati aranbi uniti non la fisserà, visto che i maggiori inquinatori non lo fanno. Come fa notare Rinnovabili.it, «L’uso dell’avverbio “prevalentemente”: non ha un significato preciso, può voler dire 80% come 51%. Il Giappone, ad esempio, supporta l’interpretazione del 51%».

Ma Pichetto è particolarmente contento per l’accettazione di un altro punto voluto dall’Italia e contestato dagli ambientalisti e dall’Ue: «Nel settore dei trasporti, il riconoscimento di percorsi che valorizzano la specificità dei diversi Paesi, incluso in Italia l’utilizzo dei biocarburanti sostenibili, verso l’ambizioso obiettivo di decarbonizzare i settori più difficili».

Inoltre, come l’Italia, il G7 non sembra aver imparato la lezione russo-ucraina e resta attaccato al gas: nel documento finale si legge che «Gli investimenti nel settore del gas possono essere appropriati», anche se bisogna che «siano chiaramente definite le circostanze nazionali e che siano attuati in modo coerente con i nostri obiettivi climatici e senza creare effetti di lock-in, ad esempio assicurando che i progetti siano integrati nelle strategie nazionali per lo sviluppo dell’idrogeno a basse emissioni di carbonio e delle fonti rinnovabili».

Il ministro Pichetto Fratin ha poi ricordato  anche, come «Risultato distintivo, il rafforzamento delle filiere industriali pulite, in particolare di una catena di approvigionamento dei minerali critici, prevenendo anche rischi di natura geopolitica che derivano dal fatto che uno o pochissimi Paesi ne abbiano il controllo».