Energia: la nuova campagna pubblicitaria di Poste Energia è greenwashing?
Denuncia di Acu e ClimateAid all’AGCM: «Contenuti ingannevoli e fuorvianti per il consumatore»
[2 Maggio 2023]
Associazione Consumatori Utenti (ACU) e ClimateAid Network hanno chiesto all’Autorità Garante delle Concorrenza e del Mercato (AGCM) di «Intervenire in merito all’offerta commerciale per luce e gas proposta da Poste Italiane, da poco lanciata sul mercato, ritenendo la pubblicità ingannevole ai sensi del codice del consumo, in quanto la comunicazione commerciale deve sempre basarsi su dati veritieri, pertinenti e scientificamente verificabili anche e soprattutto quando dichiari o evochi benefici di carattere ambientale o ecologico».
Le due associazioni spiegano: «Abbiamo visto tutti, negli spot televisivi, su internet, negli stampati presenti negli uffici postali, una Mara Venier sorridente e tanto suadente (“Belli di zia”) quanto smagrita, sormontare l’offerta Green e Sostenibile di Poste Italiane. Cosa vi promettono? Che se diventerete loro clienti vi porteranno a casa solo energia elettrica prodotta al 100% da fonti rinnovabili (la pubblicità recita testualmente: “Scegli per la tua casa l’energia elettrica prodotta in Italia al 100% da fonti rinnovabili”).Ci siamo chiesti come fosse possibile e se, per caso, il contratto prevedesse l’allacciamento a fonti energetiche da eolico, fotovoltaico, idroelettrico, ecc. e l’abbiamo chiesto direttamente a Poste. Ci è sembrato di capire dalla loro risposta che loro l’energia rinnovabile l’acquistano, al 100% da fonte rinnovabile -appunto- ma non la portano a casa dei propri clienti, bensì la immettono nella rete elettrica nazionale che arriva al vostro contatore. Allora i dubbi sono diventati due: 100% da rinnovabili, e chi lo garantisce? E la rete elettrica che arriva a casa di tutti da che tipo di energia è formata? Assetati di conoscenza, abbiamo iniziato a compulsare il sito internet di Poste Italiane scoprendo che (vedi tabella sotto) nel 2020 e 2021 (ultimi dati diffusi), l’energia venduta da Poste (che non la produce) proveniva per il 48,13% dal gas, per il 5,07% dal carbone, per lo 0,88% da prodotti petroliferi e solo per il 45% da fonti rinnovabili, ben lontani dal 100% promesso».
Per le associazioni questa campagna pubblicitaria è «Un’azione di greenwashing, un ingannevole espediente di marketing per indurre i consumatori a pensare di acquistare da Poste Energia prodotti green e sostenibili, quando i valori ambientali richiamati nella comunicazione non corrispondono, o corrispondono in modo relativo, alla realtà dei fatti. Nessun operatore in Italia può garantire in anticipo una fornitura del 100% di energia rinnovabile, perché al contatore dell’utente arriva sempre un mix di energia prodotta da fonti tradizionali e rinnovabili, ed è ingannevole e fuorviante parlare di offerta green, sostenibile e vicino all’ambiente quando si parla di gas, il cui utilizzo risulta comunque inquinante e dannoso per l’ambiente».
Il presidente dell’ACU, Gianni Cavinato, ricorda che «A novembre del 2021 è stata emessa da parte del Tribunale di Gorizia la prima ordinanza cautelare in Italia in materia di greenwashing. Un’ordinanza che ha fatto scuola e ha sancito come la comunicazione che dichiari o evochi benefici di carattere ambientale o ecologico debba basarsi su dati scientificamente verificabili. La luce e il gas rappresentano una spesa importante per le famiglie e le imprese italiane e, nel libero mercato, un uso improprio della “sostenibilità” a supporto di campagne pubblicitarie diventa ingannevole e fuorviante per il consumatore. Poste Italiane è un player importante e per il suo esordio nel mercato dell’energia non può far leva su affermazioni generiche e non circostanziate. Quando un’azienda, investe più tempo e denaro per dichiararsi rispettosa dell’ambiente piuttosto che per ridurre al minimo il proprio impatto ambientale, sta facendo del greenwashing».
Giuseppe d’Ippolito cofondatore di ClimateAid, conclude: «Poste Italiane non rappresentano certo un caso isolato in Italia e in Europa Sappiamo che sono numerose le pubblicità nelle quali vengono utilizzati a sproposito i termini green, e sostenibilità. L’Europa sta lavorando su una direttiva sul greenwashing che dovrebbe introdurre norme a difesa dei consumatori per una migliore informazione nella transizione green. E’ attesa entro la fine del 2023. Noi abbiamo cercato un approccio preventivo con Poste Italiane per segnalare quelli che riteniamo siano messaggi pubblicitari scorretti, ma non ricevendo risposte abbiamo deciso di fare una segnalazione all’AGCM. Ci auspichiamo che questa nostra iniziativa contribuisca ad arginare queste pratiche di “green marketing”, adottate purtroppo da molte realtà, che oltre a alimentare disinformazione inducono il consumatore a credere che un’azienda operi in maniera più sostenibile di quanto faccia realmente».