Energie rinnovabili per le missioni di pace Onu

Attualmente il gasolio rappresenta il 90% dei consumi energetici delle operazioni di peacekeeping Onu

[16 Gennaio 2023]

Le Nazioni Unite dispiegano missioni per il mantenimento della pace in molti Stati fragili, spesso in regioni con scarso accesso all’energia e fortemente vulnerabili ai cambiamenti climatici. Il 90% del fabbisogno elettrico delle missioni di pace dell’Onu è attualmente soddisfatto da generatori diesel, e l’Onu che chiede al mondo di abbandonare i combustibili fossili è rappresentato spesso nei Paesi in guerra da caschi blu che consumano prevalentemente combustibili fossili.

Nel 2019, il Segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha incaricato il Segretariato delle Nazioni Unite di ridurre drasticamente le emissioni di carbonio e di  aumentare altrettanto drasticamente l’uso di energia rinnovabile all’80% entro il 2030. Per l’Onu si tratta di un passo avanti essenziale negli sforzi per dare l’esempio e trasformare le sue attività e rappresenta un’opportunità unica sia per le missioni umanitarie e di pace Onu che per i Paesi ospitanti di raggiungere contemporaneamente obiettivi in ​​materia di clima, sviluppo, pace e sicurezza.

Per accelerare questa transizione, nel 2021 United Nations Department of Peace Operations (UNDPO), UN Department of Operational Support (UNDOS), International Renewable Energy Agency (Irena), Danimarca, Norvegia ed Emirati Arabi Uniti avevano annunciato il “Energy Compact on renewable energy for UN Peacekeeping”  che ha preso il via formalmente il 13 ad Abu Dhabi, alla vigilia della 13esima Assemblea, con l’”High-Level meeting on the Energy Compact on renewable energy for United Nations Peacekeeping”.

Il direttore generale di Irena, Francesco La Camera, ha sottolineato che «L’energia rinnovabile per il peacekeeping può decarbonizzare le sue operazioni, ridurne l’inquinamento e l’impronta ambientale e rappresentare un cliente di riferimento per i fornitori di energia nel mercato locale. A loro volta, queste azioni possono avere effetti positivi sulle comunità locali e aprire la strada ad altri per sviluppare più progetti e creare nuovi posti di lavoro e opportunità di business: Ribadisco l’impegno di Irena a sostenere la transizione».

La sessione ad alto livello ha discusso l’allineamento degli obiettivi climatici e di sviluppo per l’ecologizzazione delle operazioni di mantenimento della pace e ha delineato le principali opportunità per i partner di aderire e promuovere la realizzazione dell’Energy Compact.

Sottolineando la forte dipendenza del Peacekeeping Onu dai combustibili fossili nelle missioni sul campo, Lisa Buttenheim, vicesegretario generale per le operazioni di supporto del dipartimento di supporto operativo dell’UNDOS, ha ricordato che «I generatori diesel utilizzati nel mantenimento della pace contribuiscono a una quantità significativa di emissioni di gas serra pari a mezzo miliardo di tonnellate di anidride carbonica equivalente nell’anno 2021-22. La transizione verso le energie rinnovabili è una priorità strategica per il Peacekeeping  Onu e un obiettivo chiave della nostra strategia ambientale».

Martha Ama Pobee, segretaria generale aggiunta per l’Africa del Dipartimento per gli affari politici e di consolidamento della pace e per le operazioni di pace (DPPA-DPO), ha evidenziato che «Sfruttare le impronte energetiche delle operazioni di pace delle Nazioni Unite per costruire una nuova infrastruttura di energia pulita in contesti fragili può aiutare a diversificare la base dell’energia del Paese ospitante, ridurre la sua quasi totale dipendenza dal petrolio e fornire nuove opportunità per il potenziamento delle capacità e per lo sviluppo economico».

Nawal Al-Hosany, rappresentante permanente degli Emirati Arabi Uniti all’Irena. ha invitando più paesi ad aderire al patto energetico: «Lavorando insieme, possiamo aiutare a sviluppare un ambiente in cui le missioni di mantenimento della pace possono migliorare il loro impatto positivo sulle comunità e continuare il loro percorso vitale per risolvere il trilemma energetico».

Hans Olav Ibrekk, inviato speciale clima e sicurezza per l’energia e la sicurezza alimentar del ministero degli esteri della Norvegia, ha concluso: «L’energia rinnovabile offre alla comunità delle Nazioni Unite un’opportunità eccezionale per rafforzare contemporaneamente le operazioni di peacekeeping e fornire un’eredità positiva per le comunità ospitanti».