Eolico: crescono occupazione e benefici per l’ambiente, ma non in Italia
Anev: «Italia fanalino di coda se non si faranno nuove aste in tempi rapidi»
[27 Settembre 2017]
WindEurope, l’Associazione europea dell’eolico ha pubblicato i rpporti “Outlook to 2020” e “Scenarios for 2030”, alla cui elaborazione ha partecipato anche l’Associazione nazionale energia del vento (Anev), che contengono i dati previsionali relativi all’eolico nel prossimo futuro.
Secondo WindEurope, «L’eolico in Europa registrerà una crescita notevole, dove nel quadriennio 2017-2020, grazie a una media di 12,6 GW installati ogni anno, verranno realizzati più di 50 nuovi GW, che porteranno la capacità cumulata a 204 GW. La crescita continuerà anche nel decennio successivo, portando la potenza a 323 GW (253 GW onshore e 70 GW offshore) nel 2030, più del doppio di quella registrata a fine 2016 (160 GW)». I rapporti evidenziano che «L’eolico potrà arrivare a soddisfare nel 2020 il 16,5% della domanda elettrica europea (superando così l’idroelettrico e divenendo la prima fonte rinnovabile), mentre al 2030 gli 888 TWh generati dal vento copriranno il 29,6% dei consumi Ue».
Anev sottolinea che in Italia la situazione è meno rosea rispetto alla media europea: secondo lo studio nel nostro Pese «Non verranno istallati più di 1,6 GW al 2020. WindEurope assegna all’Italia un “policy outlook” al 2020 negativo, dovuto al ritardo nell’adozione della Sen (dtrategia energetica nazionale, ndr) e del Decreto per le nuove aste».
Anev denuncia da tempo i «gravi ritardi normativi che bloccano il settore eolico italiano, da sempre sottoposto a ingiuste penalizzazioni e a periodi di stallo dovuti a vuoti normativi. Tali ritardi si ripercuotono negativamente sul sistema industriale dell’eolico nazionale, aumentando le inefficienze dovute all’incertezza e alla mancata programmazione. Oltre a mettere in pericolo un intero comparto, questi ritardi da parte delle Istituzioni nell’elaborazione di norme che regolino il settore, contribuiscono al mancato raggiungimento degli obiettivi che il Paese si è posto, sia al 2020 che al 2030».
L’Associazione nazionale energia del vento conclude: «L’eolico italiano ha tutto il potenziale per raggiungere e superare gli obiettivi fissati al 2020, è necessario però che i pubblici decisori, anche a fronte del triste dato emerso dai report WindEurope, siano più incisivi nell’impegno preso alla lotta ai cambiamenti climatici e a sostegno del settore eolico e delle rinnovabili, iniziando ad accelerare i tempi per la pubblicazione dei provvedimenti attuativi previsti e già in colpevole ritardo. Il DM che definisce contingenti e procedure di aggiudicazione per le nuove aste, che il settore attende ormai dalla fine del 2016, deve essere emanato quanto prima».