Anev: «Numeri non sufficienti per raggiungere gli obiettivi»

Eolico, in Europa corrono le nuove installazioni mentre l’Italia continua a perdere posizioni

Nel 2022 si colloca al settimo posto in Ue per nuova potenza installata, con soli +526 MW su +19 GW

[28 Febbraio 2023]

Gli Stati europei stanno puntando con decisione sull’eolico, anche se ad un ritmo ancora insufficiente per traguardare gli obiettivi di sicurezza energetica e decarbonizzazione, ma l’Italia continua a perdere posizioni nell’utilizzo di questa fondamentale energia rinnovabile.

Come emerge dal rapporto statistico annuale di WindEurope, analizzato oggi dall’Associazione nazionale energia del vento (Anev), nel 2022 in Europa sono stati installati 19 GW di nuova capacità di energia eolica – arrivando così ad una potenza totale di 255 GW –, di cui appena 526 MW installati in Italia.

Nella classifica delle nuove installazioni la Germania si posiziona al primo posto, seguita da Svezia, Finlandia, Francia e Regno Unito; l’Italia continua invece a perdere posizioni e si piazza solo settima, seguita da Polonia e Olanda.

«La quota di energia eolica nei consumi di energia elettrica in Europa è in crescita, ma siamo solo al 17%: la Commissione europea pone come target il 43% di energia eolica sui consumi di energia elettrica dell’Ue entro il 2030», evidenziano dall’Anev.

Purtroppo però in questo momento i nuovi investimenti e gli ordini di turbine eoliche stanno diminuendo, sia a causa dell’aumento del costo delle materie prime sia nell’attesa della necessaria riforma del mercato elettrico da parte dell’Ue.

«Questi numeri – osservano dall’Anev – non sono sufficienti per raggiungere gli obiettivi dell’Ue. Nel periodo 2023-27 ci si aspetta che i Paesi Europei riescano ad installare in media 20 GW di nuovo eolico all’anno, ma non è sufficiente per raggiungere gli obiettivi energetici e climatici posti in sede europea. L’Ue dovrebbe installare in media 31 GW all’anno fino al 2030. Ciò sarà possibile per l’Europa solo se si semplificano le norme e le procedure di autorizzazione; si restituiscono chiari segnali agli investitori e si investe sostanzialmente nella catena del valore dell’energia eolica: fabbriche, reti, porti, navi e lavoratori qualificati».