Eolico off-shore a Civitavecchia, Legambiente: positivo il dietrofront del ministero della Cultura
«Niente valutazione dell’impatto visivo dalle navi in movimento. Liberare le rinnovabili dai cavilli burocratici è scelta ambientalista e pacifista»
[29 Agosto 2022]
La Soprintendenza Speciale per il Pnrr aveva chiesto che per un progetto di eolico offshore galleggiante a 20 km dalla costa di Civitavecchia, già approvato dalla Regione Lazio e dal Comune di Civitavecchia e che vede favorevoli sindacati e associazioni ambientaliste: «Il proponente integri il repertorio fotografico ante e post opera, al fine di consentire la valutazione dell’impatto visivo dell’impianto con riferimento al patrimonio culturale e naturalistico presente (..). Le valutazioni dell’impatto percettivo dovranno prevedere, altresì, viste complessive dell’impianto dalle principali rotte navali dalle quali sarà visibile, dinamicamente, l’impianto in oggetto». Il tutto in un’area dove sulla costa ci sono due gigantesche centrali elettriche, una a carbone e una a gas delle quali evidentemente la Soprintendenza non si era accorta .
Richieste paesaggistiche mai avanzate nemmeno in occasione di costruzioni di centrali nucleari e così palesemenrte assurde da finire su Green&Blue di Repubblica e da finire immediatamente impallinate dalle proteste di Legambiente e di una parte del mondo ambientalista contro una decisione della sovrintendenza nazionale, che avrebbe obbligato a verificare l’impatto paesaggistico delle pale eoliche offshore agli occhi dei turisti imbarcati sulle navi da crociera- Ora, secondo quanto riportato nuovamente da La Repubblica, il ministro della Cultura Franceschini sarebbe intervenuto sulla Soprintendenza per imporre un cambio di rotta: l’obbligo a valutare l’impatto dell’impianto per i passeggeri, è diventato un’”indicazione” generica e non vincolante.
Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, e Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio, commentano: «Il cambio di rotta del ministero che permette all’impianto eolico off-shore a Civitavecchia di proseguire il suo iter senza paradossali prescrizioni è davvero una bella notizia. Liberare le rinnovabili dai cavilli burocratici è oggi tanto ambientalista quanto strumento di pace. Al contrario, sottoporre i progetti per nuovi aerogeneratori, lontani oltre 30 chilometri dalla costa, a improbabili valutazioni paesaggistiche per eventuali impatti visivi e disturbi dell’orizzonte per quei turisti che passeggiano sui ponti delle mega navi da crociera, come era da primo parere della Sovrintendenza, sarebbe stata una scelta incomprensibile che, oltre a mettere in seria difficoltà le proposte di energia pulita che continuiamo a sostenere, avrebbe dato forza a quanti spingono per il ritorno a gas e carbone, alla faccia del contrasto alle emissioni climalteranti, dell’adattamento ai mutamenti climatici e all’impianto stesso della nostra transizione ecologica. L’eolico off-shore di Civitavecchia è sostenuto, appoggiato e voluto dall’intera comunità territoriale, dalle istituzioni e da tutti gli stakeholder che sul mare vivono o lavorano, perché si è coscienti più che altrove, in questo luogo martoriato ambientalmente dalle grandi centrali energetiche, dei danni irreparabili che possono essere scatenati dalla produzione da fonti fossili: qui, dove la ciminiera della centrale a carbone di Torrevaldaliga nord, con oltre 8 milioni di tonnellate all’anno di anidride carbonica sprigionate in aria, continua ad essere il luogo più inquinante d’Italia. Ed è da Civitavecchia che può e deve partire una inarrestabile avanzata delle energie rinnovabili; togliere ogni resistenza culturale e burocratica è oggi quanto mai auspicabile e fondamentale».