G20 di Bali: l’unica strada verso il futuro è quella delle energie rinnovabili, dell’efficienza energetica e della pace

ECCO: nell'economia globale non c'è più spazio per nuovi combustibili fossili

[16 Novembre 2022]

Ieri e oggi i Capi di Stato e di governo dei Paesi G20  si sono riuniti a Bali  ribadendo la validità dei risultati del G20 di Roma del 2021 e della COP26 Unfccc di Glasgow, con la volontà di «Aumentare urgentemente le ambizioni in materia di mitigazione e adattamento», nonché di finanziamenti e perdite e danni.

Il think tank ECCO fa il punto su quanto deciso al vertice G20: «I leader G20 hanno ribadito la necessità rivedere gli impegni nazionali esistenti per allinearli agli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Attualmente tutti i piani climatici ci vedono sulla strada dei 2,4° C entro il 2100. La revisione del PNIEC nel 2023 sarà centrale per l’Italia in questo senso.
Riaffermato l’impegno a rispettare il limite di 1,5° C, riconoscendo che minore sarà l’impatto degli effetti del cambiamento climatico se l’aumento della temperatura media sarà contenuto entro tale limite. I leader G20 hanno “deciso di proseguire gli sforzi per farlo”. Positivo che tutti i Paesi, Cina inclusa, riconoscono questo obiettivo senza più ambiguità».

Il segretario generale dell’Onu, António Guterres aveva ricordato ai leader del G20 che «La crisi climatica è un altro fattore che spinge le persone alla fame. Il cambiamento dei modelli meteorologici, la siccità e le tempeste stanno interrompendo i cicli delle colture e la pesca. L’80% delle emissioni globali si trova attorno a questo tavolo. Un patto di solidarietà climatica tra i Paesi sviluppati e le grandi economie emergenti è l’unico modo per sconfiggere il cambiamento climatico. I Paesi sviluppati devono assumere un ruolo guida nella riduzione delle emissioni. Devono anche mobilitarsi, insieme alle istituzioni finanziarie internazionali e alle società tecnologiche, per fornire supporto finanziario e tecnico in modo che le grandi economie emergenti possano accelerare la loro transizione verso le rinnovabili. I partenariati Just Energy Transition sono un primo passo importante verso questo fine. Dato che molti Paesi in via di sviluppo non possono permettersi l’aumento dei prezzi dell’energia, bisogna evitare una corsa energetica nella quale i Paesi in via di sviluppo hanno la peggio, come hanno fatto nella competizione per i vaccini Covid-19. Inoltre, raddoppiare i combustibili fossili non è una soluzione. Se, negli ultimi due decenni, il mondo avesse investito massicciamente nelle energie rinnovabili, piuttosto che nella sua dipendenza dai combustibili fossili, non saremmo di fronte alla crisi attuale».

Un monito accolto dal summit G20 di Bali che ha riconosciuto l’unica strada percorribile verso il futuro è quella delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica. Al di là dei giochi di prestigio fossili che il nostro governo fa con trivelle e rigassificatori, come evidenzia ECCO, «L’insicurezza e volatilità dei combustibili fossili, gas in primis, sta provocando un forte impatto su famiglie e imprese e che quindi la soluzione consiste nell’accelerare la transizione verso un’energia pulita e sicura».

Guterres ha ricordato al G20 che «Molti governi del Sud del mondo, colpiti dalla pandemia di Covid-19, dalle risorse ineguali per la ripresa e dalla crisi climatica, non hanno lo spazio fiscale per aiutare la loro gente a far fronte all’aumento dei prezzi di cibo e fertilizzanti, accelerato dalla guerra» e ha ricordato che il suo appello per finanziare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) per fornire a quei Paesi un’adeguata liquidità riassegnando  Special Drawing Rights, assets supplementari in valuta estera; finanziamenti agevolati ai Paesi a medio reddito in difficoltà ed efficaci meccanismi di alleggerimento e ristrutturazione del debito. «Gli investimenti trasformativi in agricoltura, in particolare in Africa, sono essenziali per prevenire crisi future- ha fatto notare il capo dell’Onu – Ma per essere attuati hanno bisogno delle risorse».

E sulla finanza internazionale, i paesi G20 chiedono alle Banche multilaterale di sviluppo di fare un passo avanti – sulla scia dell’iniziative di Bridgetown presentata alla COP27 dalle Barbados e supportata dalla Francia – affermando che «La revisione indipendente del G20 sulle loro pratiche di prestito dovrà fornire un aggiornamento nella primavera del 2023». Anche i leader del G20 hanno espresso preoccupazione per la situazione del debito dei paesi vulnerabili a medio reddito (che riguarda anche diversi di loro), chiedendo a tutti i creditori di intervenire con piani di ristrutturazione del debito equi e rapidi. Ecco evidenzia che «Questi temi diventeranno centrali anche per la Presidenza italiana del G7 nel 2024.

Inoltre, i leader del G20 hanno dichiarato che è fondamentale migliorare la credibilità degli impegni delle istituzioni finanziarie in materia di emissioni net Zero, così come emerge dal  rapporto dell’United Nations’ High‑Level Expert Group on the Net Zero Emissions Commitments of Non-State Entities e hanno approvato il Rapporto 2022 del G20 sulla finanza sostenibile, che contiene raccomandazioni per le giurisdizioni che sviluppano regolamenti sulla finanza di transizione: «Per raggiungere i nostri obiettivi climatici dobbiamo puntare sulla regolamentazione e fare in modo che queste entità si facciano avanti per ridurre realmente le emissioni».

In chiusura, Guterres ha chiesto «Unità, solidarietà e soluzioni multilaterali per affrontare la crisi alimentare ed energetica e per eliminare il deficit di fiducia che sta minando su tutta la linea l’azione globale. Le soluzioni multilaterali possono essere costruite solo su equità e giustizia. Esorto i paesi del G20 a considerare questi fondamentali nelle vostre decisioni».

E anche in questo il G20 sembra essere in sintonia con il segretario generale dell’Onu: la Russia appare sempre più isolata e il G20 (del quale la Russia fa parte) ha concluso che «L’era di oggi non deve essere quella della guerra».

Luca Bergamaschi, co-fondatore e direttore esecutivo politiche internazionali di ECCO ha commentato positivamente le decisioni del G20 di Bali: «Siamo in un momento difficile. Continua la guerra della Russia in Ucraina, gli impatti del clima sono sempre più evidenti, l’insicurezza alimentare aumenta e l’instabilità economica colpisce tutti i paesi del mondo. In questo contesto, i paesi G20 riconoscono la propria responsabilità nel cercare innanzitutto la pace e la cooperazione. Per quanto riguarda il cambiamento climatico, i Leader G20 danno un chiaro mandato per fare passi avanti alla COP27 su tutte le questioni, comprese le perdite e i danni, e per accelerare sulle energie pulite. E’ chiaro che non c’è più spazio per nuovi combustibili fossili nell’economia globale».