5 aree di intervento: hub delle rinnovabili, tutela del suolo, economia circolare, mobilità sostenibile e politiche di adattamento al clima

Giornata mondiale Terra 2023: dalle minacce alle soluzioni da mettere in campo (VIDEO)

Legambiente: Per contrastare la crisi climatica occorre agire subito. Anev e ambientalisti: eolico offshore protagonista

[21 Aprile 2023]

Crisi climatica, smog, marine litter, consumo di suolo, malagestione dei rifiuti sono tra le principali minacce per il Pianeta e la biodiversità. Si apre così il video 8che pubblichiamo) che Legambiente ha lanciato alla vigilia della Giornata Mondiale della Terra e nel quale sintetizza, con i dati, le principali minacce per il Pianeta. Il Cigno Verde ricorda che «Anche il nostro Paese è fortemente minacciato dall’emergenza ambientale: dalla crisi climatica che ha accelerato la sua corsa e che solo in Italia nel 2022 ha visto un aumento del 55% degli eventi estremi rispetto al 2021, causando danni e vittime, per passare al cronico problema dell’inquinamento atmosferico che non risparmia le città italiane all’eccessivo consumo di suolo, solo per citarne alcuni». Di fronte a questo quadro, Legambiente ribadisce che «Non c’è più tempo da perdere, è ora il tempo del coraggio e delle azioni. Per l’associazione sono cinque le aree di intervento su cui il Paese dovrebbe lavorare sempre di più anche per dare concretezza alla transizione energetica ed ecologica: rinnovabili, adattamento alla crisi climatica, consumo di suolo, mobilità sostenibile ed economia circolare».

Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, sottolinea che «L’ultimo report della IPCC ci ricorda che occorre dimezzare le attuali emissioni climalteranti nei prossimi otto anni per poter contenere li surriscaldamento del pianeta entro la soglia critica di 1.5° C. Per poter far ciò serve mettere in campo in tutti i paesi, a partire dall’Italia, politiche coraggiose e lungimiranti a partire dallo stop ai sussidi alle fonti fossili, puntando in primis su efficienza energetica, rinnovabili, autoproduzione, accumuli e sviluppo delle reti. Allo stesso tempo bisogna, però, replicare anche quelle esperienze virtuose che arrivano dai territori e che ci raccontano l’altra faccia dell’Italia, quella che coniuga sostenibilità ambientale, innovazione, tutela e valorizzazione, consapevoli che il futuro del Pianeta passa anche da qui, da come noi intendiamo investire sul futuro della nostra Terra».

Per Legambiente l’Italia deve: «Diventare un hub delle rinnovabili e non del gas, velocizzando gli iter di autorizzazione degli impianti, a partire da quelli fotovoltaici ed eolici; approvare una legge contro il consumo di suolo, che il Paese aspetta da ben 11 anni, e nuove norme per abbattere più velocemente gli edifici abusivi; incentivare la mobilità sostenibile, intermodale e a emissioni zero; promuovere l’economia circolare, costruendo gli impianti industriali di riciclo e garantendo un approccio “sostenibile e circolare” per tutti i settori, a partire dal comparto idrico».

E, sempre in occasione della Giornata Mondiale della Terra, al Villaggio per la Terra a Roma si è tenuto oggi il convegno dell’associazione nazionale energia del vento (Anev) “L’eolico in mare Prospettive di crescita nel nostro Paese”, che ha visto la partecipazione di rappresentanti istituzionali, associazioni ambientaliste e aziende, per fare il punto sulla transizione energetica e sul contributo che l’eolico offshore può dare.

Introducendo i lavori del convegno, il segretario Generale dell’Anev, Davide Astiaso Garcia, ha evidenziato che «Il potenziale dell’eolico offshore nei mari italiani stimato dall’ANEV, partendo da un’analisi basata sulle tecnologie attuali/prevedibili è ben più alta degli attuali obiettivi nazionali. In particolare la tecnologia flottante è una soluzione applicabile, in generale e soprattutto per mari come il Mediterraneo, dove i fondali immediatamente profondi rendono le tecnologie offshore tradizionali poco congeniali».

Per l’assessore all’ambiente, sport, cambiamenti climatici, transizione energetica, sostenibilità della Regione Lazio, Elena Palazzo, «La transizione energetica e lo sviluppo delle rinnovabili sono temi che la giunta guidata dal Presidente Rocca considera assolutamente centrali. Siamo già al lavoro per definire una distribuzione omogenea degli impianti presenti nel Lazio. In questa ottica, l’eolico offshore rappresenta una frontiera molto interessante. Per questo la mia volontà è quella di avviare fin da subito un dialogo aperto e franco con tutti i soggetti che operano nel settore».

Maria Grazia Midulla, responsabile clima ed energia Wwf Italia, ha confermato che «Per il WWF, l’energia rinnovabile offshore costituisce una parte essenziale della transizione energetica verso un’economia resiliente e completamente decarbonizzata, ed è indispensabile per raggiungere un’Europa climaticamente neutrale. Alla luce anche del rapporto Copernicus sullo Stato del Clima in Europa nel 2022, reso noto ieri, crediamo siano urgenti sforzi enormi a livello europeo per aumentare sostanzialmente la capacità di energia rinnovabile entro il 2030. Lo sviluppo del settore delle energie rinnovabili offshore genererà opportunità di lavoro, contribuendo all’economia blu sostenibile. Per il WWF, la crisi climatica e quella della biodiversità sono due facce della stessa medaglia, si potenziano a vicenda e devono essere affrontate contestualmente. Per questo, lo sviluppo delle energie rinnovabili offshore raggiungerà il suo obiettivo di sostenere la transizione dell’UE verso società veramente sostenibili se offrirà soluzioni per la crisi climatica che siano pienamente compatibili con la tutela della biodiversità marina, la resilienza degli oceani e una giusta transizione energetica. L’Italia è in ritardo sulla pianificazione dello spazio marittimo e si stanno accumulando progetti. Ambientalisti e operatori dell’eolico possono agire insieme per uscire da questa situazione di stallo, anche attraverso un confronto sulle Linee Guida messe a punto dal WWF per assicurare la minimizzazione degli impatti dei progetti di eolico offshore. Con la solita franchezza e stima, continueremo il dialogo di merito con Anev, partendo dalla convinzione, che riteniamo comune, che si possano fare tutte le rinnovabili che servono, se si faranno bene».

GB Zorzoli, presidente dell’Associazione italiana economisti dell’energia (Aiee), ha commentato: «Nell’ultimo anno e mezzo l’Italia ha accumulato oltre 100 GW di progetti per parchi eolici galleggianti a largo delle coste del Paese. Lo scenario Fit for 55 di Terna e Snam, che prevede 8 GW di eolico offshore al 2030, si traduce in 10 miliardi di investimenti potenziali, ma la più recente bozza del Fer 2 nel quinquennio 2023-2027 prevede bandi per eolico off-shore ed energia maremotrice pari a 3,5 GW».

Per Rosalba Giugni, presidente di Marevivo, «La transizione ecologica che ci chiedono non solo l’Europa e il mondo, ma soprattutto le future generazioni, si basa su tre pilastri fondamentali: transizione energetica, transizione alimentare ed economia circolare. Noi di Marevivo chiediamo a gran voce di abbandonare i combustibili fossili, per andare verso le energie rinnovabili. Il mare, e le creature che lo abitano, cuore della nostra mission da sempre, sono le vittime principali del cambiamento climatico e delle conseguenze del nostro uso indiscriminato delle risorse naturali. L’aumento di CO2 dovuta alle attività umane provoca l’acidificazione degli oceani, mettendo a rischio la sopravvivenza degli ecosistemi marini e delle creature che lo abitano. Per invertire il trend è urgente agire insieme verso una transizione ecologica, che, come dice il nome, sia un vero e proprio cambiamento, un’evoluzione di pensiero e di approccio alle abitudini quotidiane».

Il presidente dell’Anev Simone Togni ha concluso: «Gli obiettivi di decarbonizzazione delle Regioni sono fondamentali per raggiungere gli obiettivi nazionali, in questa ottica la Regione Lazio che ha un potenziale eolico significativo su terraferma e anche in mare, ci aspettiamo definisca presto gli obiettivi per questa tecnologia, che lo ricordiamo è la più economica e la meno impattante».

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