“Hadii Yahde”, energia per restare in Senegal
Un progetto di Green Cross per lo sviluppo comunitario basato sulle donne
[15 Marzo 2017]
Green Cross Italia è la filiale italiana di Green Cross International, ONG ambientalista fondata da Mikhail Gorbaciov, spiega che «In Senegal la migrazione è una necessità. Si fugge dalla siccità, dalla povertà, dalla fame mettendo a rischio la vita alla ricerca di un futuro migliore. Ma a tutti dovrebbe essere dato anche il diritto di restare e vivere dignitosamente nelle proprie terre».
Per questo Green Cross Italia ha dato il via al nuovo progetto Energia per restare, Hadii Yahde in lingua phulaar, «Per creare opportunità di vita e di lavoro per i giovani e per le donne, invertire la tendenza e contribuire così a frenare la migrazione irregolare».
Energia per restare/Hadii Yahde è finanziato dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics), e realizzato in partenariato con Enea, Fafd e Cultivert, e punta a migliorare le condizioni di vita in cinque villaggi rurali della Regione di Matam, nel Senegal nord-orientale. «In quest’area – evidenziano a Green Cross Italia – il forte potenziale di sviluppo dell’agricoltura è frenato dalla desertificazione, dalla scarsa differenziazione delle colture, dall’impiego di macchinari vecchi e inquinanti e dal costo dell’energia particolarmente alto».
Energia per restare/Hadii Yahde installerà sistemi di pompaggio dell’acqua alimentati da pannelli fotovoltaici, che permetteranno di risparmiare oltre 2.700 litri di gasolio l’anno. Verranno anche fornite le sementi per la coltivazione di 37 ettari di terreno, trasferite nuove tecniche agricole basate sulla rotazione delle colture, messe a punto strategie di mercato per rafforzare la commercializzazione dei prodotti.
Green Cross sottolinea che «I beneficiari diretti di Energia per restare sono 2.000 persone, in maggioranza donne, ma a godere dei vantaggi del progetto, legati al rafforzamento della resilienza e all’aumentata produttività agricola, sono le intere comunità dei cinque villaggi rurali, ovvero 22.500 persone. Le vere protagoniste di questa piccola rivoluzione sono le donne, ancora una volta al centro di un’iniziativa di cooperazione allo sviluppo targata Green Cross».
Elena Seina, coordinatrice dei progetti Africa di Green Cross, conclude: «Noi mettiamo in moto le energie delle donne che vogliono continuare a vivere e a lavorare nella loro terra. Le donne sono l’anima di questi villaggi. Se miglioriamo la loro condizione, contribuiamo a dare un futuro a questo Paese, creare opportunità per i loro figli. In questo modo avremo piantato un piccolo seme contro la migrazione irregolare».