I cavi elettrici subacquei trasformano gli astici in pessimi nuotatori (VIDEO)
Ridotte dimensioni delle larve di astici e granchi esposte ai campi magnetici. Deformazioni per gli astici
[26 Maggio 2022]
Secondo lo studio “The Effects of Anthropogenic Electromagnetic Fields (EMF) on the Early Development of Two Commercially Important Crustaceans, European Lobster, Homarus gammarus (L.) and Edible Crab, Cancer pagurus (L.)”, pubblicato sul Journal of Marine Science and Engineering da un team di ricercatori britannici, ungheresi e spagnoli, «Le larve di astice esposte al campo elettromagnetico dei cavi elettrici sottomarini non sanno nuotare altrettanto bene come le altre. Hanno anche tre volte più probabilità di essere in qualche modo deformi».
Gli scienziati marini hanno studiato se i cavi per i parchi eolici offshore potrebbero avere effetti indesiderati su specie commercialmente importanti come granciporro atlantico (Cancer pagurus) e astici (Homarus gammarus) e per farlo hanno utilizzato lo specialist aquarium laboratory della St Abbs Marine Station, esponendo oltre 4000 uova di astici e granchi a un livello equivalente di campo elettromagnetico previsto vicino ai cavi sottomarini. Altri gruppi di controllo degli stessi crostacei non sono stati esposti al campo elettromagnetico.
Poi gli scienziati hanno monitorato la crescita delle larve di astici e granchi per diversi mesi, con una prova finale di nuoto.
Uno degli autori dello studio, Alastair Lyndon della School of energy, geoscience, infrastructure and society della Heriot-Watt University, ha sèpiegato che «Gli astici sono state più colpiti dei granchi dal campo elettromagnetico, almeno a breve termine. Sia le larve di granchio che di astice esposte al campo elettromagnetico erano più piccole, il che potrebbe avere un impatto sulla loro sopravvivenza. Sott’acqua, più grande significa evitare meglio i predatori. Il campo elettromagnetico ha avuto un impatto molto maggiore sugli astici. Li abbiamo sottoposti a un test di nuoto verticale per verificare che potessero raggiungere la superficie per trovare cibo. Gli astici esposti avevano quasi tre volte più probabilità di fallire il test, non raggiungendo la parte superiore dell’acquario, rispetto a quelli non esposti. L’astice esposto aveva anche tre volte più probabilità di essere deforme. Le deformità più comuni che abbiamo riscontrato includevano sezioni della coda piegate e ridotte, che potrebbero spiegare i risultati dei test di nuoto. Inoltre, alcuni avevano interrotto lo sviluppo degli occhi o avevano corpi gonfi e dei rigonfi. Al contrario, i granchi non hanno mostrato alcun effetto da esposizione al campo elettromagnetico né sulla deformità larvale né sul nuoto».
Gli scienziati hanno detto che «I risultati sui granchi sono stati “rassicuranti”, ma è necessaria una ricerca a lungo termine».
La principale autrice dello studio, Petra Harsanyi della St Abbs Marine Station e della Eötvös Loránd Tudományegyetem, evidenzia che «L’esposizione al campo elettromagnetico ha reso le larve di granchio più piccole. Sebbene ciò non abbia avuto un effetto immediato, dimostra che c’è un’interferenza con il loro sviluppo. Sarebbe interessante monitorarlo nel tempo per vedere se questi granchi hanno menomazioni a lungo termine o aumento della mortalità».
Secondo il tem internazionale, lo studio «Mostra la necessità di monitorare gli effetti dei cavi sottomarini su specie come granchi e astici».
Lyndon conclude: «L’astice non è una specie in via di estinzione, ma è sottoposto a continue pressioni a causa del suo valore commerciale. Dovremmo essere consapevoli della necessità di proteggerli dai campi elettromagnetici, in particolare durante lo sviluppo iniziale, oltre a monitorare il loro comportamento e sviluppo a lungo termine, che vale anche per i granchi. Una possibile soluzione è seppellire i cavi nel fondale marino. Questo è già stato fatto per molti impianti rinnovabili marini, ma può essere costoso e difficile da manutenere. Per i progetti futuri, sarà importante assicurarne l’inclusione continua nel processo di consenso. Dobbiamo decarbonizzare la nostra fornitura di energia, ma dobbiamo anche garantire che ci siano il minor numero possibile di conseguenze indesiderate».