I costi del fotovoltaico diminuiti del 30%. Già oggi è possibile riciclare il 90% dei materiali dei pannelli
La finanza sia pronta a investire per raggiungere gli obiettivi 2030. Campagna di elettricità Futura per il Green Deal
[1 Dicembre 2020]
Dal webinar “Investire nel Green Deal: i Fondi di Investimento e l’opportunità nell’Economia Sostenibile”, organizzato dal Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e da GreenHill Advisory, è venuta la conferma che negli ultimi 5 anni il solare fotovoltaico ha subito una vera e propria rivoluzione, attraversando rapidamente diverse fasi, dagli incentivi al consolidamento; dalla rimodulazione del programma Conto energia (la cosiddetta Feed-in Tariff) alla compressione dei rendimenti; fino all’attuale slancio dato dall’innovazione tecnologica, che oggi ha reso il settore ancora più sostenibile rispetto alle fonti tradizionali, anche in assenza di incentivi statali, raggiungendo prima del previsto la grid parity.
Un traguardo che gli ecoscettici e la lobby dei combustibili fossili ritenevano irraggiungibile e che ora apre la strada a una maggiore diffusione delle energie rinnovabili per riuscire a rispettare gli obiettivi energetici dell’Italia per il 2030 che richiedono una forte accelerazione per installazione nuova capacità rispetto a quanto fatto registrare negli ultimi 2 anni.
Intervenendo al convegno, Giuseppe La Loggia, head of energy infratructures di EOS IM Group, ha sottolineato che «Un’evoluzione del settore è quindi necessaria per consolidare il cambiamento, e contribuire al raggiungimento degli ambiziosi obiettivi nazionali ed europei di green energy. La sfida attuale, in altre parole, è garantire agli investitor in economia reale opportunità in grado di sfruttare le potenzialità delle energie rinnovabili in assenza di incentivi statali. Per noi, le nuove opportunità per lo sviluppo sono progetti greenfield operanti in grid-parity, grazie al sostanziale miglioramento tecnologico raggiunto».
Secondo un’analisi realizzata da EOS IM su dati International Technology Roadmap for Photovoltaic e LONGi, «L’investimento nell’energia rinnovabile da fonte solare gode oggi di un vantaggio per cui, solo negli ultimi 5 anni, il LCOE (costo) si è ridotto di quasi il 30% dal 2015 al 2019. Negli ultimi 5 anni sono state introdotte su vasta scala innovazioni come le celle mono-cristallino, la “passivazione” (PERC) e la resa bifacciale del pannello fotovoltaico. L’avanzamento tecnologico ha portato a un importante rilancio dello sviluppo del settore, permettendo il raggiungimento delle condizioni di viabilità e di indipendenza economica degli impianti solari senza necessità di sussidi pubblici. In 30 anni la degradazione dei pannelli solari, grazie al cambio di tecnologia, è diminuita di 14 punti percentuali, permettendo una mitigazione sostanziale del rischio regolatorio, con un contestuale aumento della produzione annua e della vita utile del progetto, una maggiore produzione di energia garantita, e più a lungo. Inoltre, abbiamo oggi un minore impatto ambientale legato al decommissioning, ovvero lo smaltimento, oltre ad una notevole riduzione delle superfici occupate».
La Loggia aggiunge che «Ulteriori vantaggi legati al progressivo consolidamento tecnologico sono legati alle tecnologie di storage dell’energia nei picchi giornalieri e stagionali di produzione, che non corrispondono sempre a quelli di utilizzo, per cui tutti i nostri nuovi investimenti prevedranno la possibilità di cogliere tali opportunità».
Il convegno ha anche evidenziato «L’impatto positivo e rilevante in termini di indotto per l’economia reale della zona coinvolta da sviluppo di nuovi impianti di generazione di energia, dato il concreto potenziale in termini di occupazione e valorizzazione del territorio».
Ne è convinta anche Elettricità Futura di Confindustria che ha lanciato la campagna social “La transizione energetica: dalle parole ai fatti!” per diffondere la cultura della transizione energetica e che evidenzia la soluzione di un altro problema: quello del riciclo dei pannelli solari.
A elettricità Futura ricordano che «Quello elettrico è di fatto uno dei settori più legati all’economia circolare, dall’efficienza energetica allo smaltimento dei rifiuti. Con le tecnologie attuali si arriva tecnicamente a poter riciclare il 90% dei materiali dei pannelli fotovoltaici. La prospettiva tecnologica ci suggerisce un incremento di questa percentuale, grazie anche all’utilizzo di materiali innovativi, e di conseguenza anche dei benefici legati».
L’Associazione confindustriale cita uno studio dell’International Renewable Energy Agency ed evidenzia che «Se al 2050 riutilizzassimo in un’ottica di economia circolare i 78 milioni di tonnellate di quantitativo di materiale degli impianti fotovoltaici a fine vita, avremmo come benefici 15 miliardi di dollari in termini di ricchezza in nuove aziende e posti di lavoro locali e qualificati che si occupino di recupero dei materiali, la possibilità di ottenere 2 miliardi di nuovi pannelli e che a loro volta potrebbero creare 630 gigawatt di nuova capacità elettrica. Puntare sull’economia circolare vuol dire dare una seconda vita ai pannelli fotovoltaici, facilitando il riutilizzo di componentistiche ancora funzionanti favorendo lo sviluppo di un mercato secondario. Splende il sole sull’economia circolare. Vero! Già oggi è possibile riciclare il 90% dei materiali dei pannelli fotovoltaici. La normativa valorizzi la circolarità del solare. Green Deal ora!»
La campagna delle imprese del settore elettrico e di Elettricità Futura per il Green Deal non si ferma al fotovoltaico ma punta a «Superare le opposizioni ideologiche alla diffusione degli impianti necessari alla transizione, smentendo i miti più comuni che alimentano l’opposizione dell’opinione pubblica allo sviluppo impiantistico e che creano un’errata percezione degli impatti della decarbonizzazione per l’economia e il sistema energetico. Accrescere la cultura della transizione energetica favorendo la creazione di opinioni libere da preconcetti ideologici e basate su fatti e numeri. Tenere alta l’attenzione dei media riguardo alla necessità di impiegare le risorse del Recovery Fund per la transizione energetica».ùElettricità Futura sottolinea che «Per raggiungere il target del Green Deal 2030 è necessario realizzare in Italia almeno 65 GW di nuova potenza da fonti rinnovabili entro il 2030. In questo contesto ambizioso, acquistano significato le iniziative finalizzate a dare nuovo impulso agli investimenti per l’ulteriore sviluppo delle fonti rinnovabili. L’Italia dovrà mettere in campo azioni e politiche per favorire gli investimenti nelle rinnovabili, definendo regole chiare e armonizzate per realizzare impianti che producano più energia verde e a prezzi competitivi. Lo stesso PNIEC riconosce, all’interno della strategia per lo sviluppo delle energie rinnovabili, misure finalizzate a sostenere la salvaguardia e il potenziamento del parco di impianti esistenti. Il repowering è infatti il rinnovamento delle centrali elettriche che producono energia rinnovabile, compresa la sostituzione integrale o parziale di impianti o apparecchiature e sistemi operativi al fine di sostituire capacità o di aumentare l’efficienza o la capacità dell’mpianto».
Per questo, «E’ necessario migliorare l’efficienza dei parchi eolici grazie al repowering lavorando sulla semplificazione normativa. La durata delle procedure autorizzative per l’eolico (quindi anche per il repowering) è nel nostro Paese pari a 5 anni, di gran lunga superiore a quella stabilita dalla Direttiva RED II di un anno, massimo due per casi eccezionali. Infatti, durante iter tanto lunghi, cambiano le tecnologie di riferimento, le condizioni al contorno (incluso lo sviluppo della rete e il contesto normativo regolatorio) e i progetti da autorizzare rischiano di arrivare al permitting già vecchi!»
Migliorando l’efficienza dei parchi eolici e frealizzandone di nuovi si potrebbe avere un contributo di 37 miliardi di euro per il PIL Ue e dare lavoro a 300.000 persone. In Italia occorrono 5 anni in Italia per il repowering, REDII ne prevede massimo 2 con meno burocrazia.
L’unione europea vuole raggiungere la carnbon neutrality entro il 2050, con una qualità dell’aria migliore e impatti economici positivi. Elettricità Futura fa notare che «I 55 progetti di tecnologie sostenibili analizzate da Capgemini Invent nell’ambito del rapporto “55 Tech Quests to Accelerate Europe’s Recovery and Pave the Way to Climate Neutrality” sono in grado di generare investimenti per 790 miliardi di euro l’anno e di ridurre fino a 871 milioni di tonnalle di emissioni di CO2».
Le imprese elettriche delle rinnovabili italiane sono convinte che «Il Green Deal è un’opportunità di sviluppo economico e sociale per il Paese. Nel nostro settore verranno generati benefici anche sull’occupazione e mobiliterà nei prossimi 10 anni in Italia nel solo settore elettrico circa 50.000 nuovi occupati permanenti al 2030 e 40.000 nuovi occupati temporanei annui per un totale di 90.000 nuovi occupati al 2030. Per cogliere questa grande occasione è necessario lavorare per una transizione energetica equa ed inclusiva attraverso l’adozione di policy in grado di generare benefici in termini di PIL, occupazione e riduzione delle disuguaglianze. In Italia realizzare il Green Deal significa creare 90.000 nuovi posti di lavoro al 2030 e ridurre disuguaglianze sociali. Vero! La transizione energetica favorisce occupazione e aumenta equità!»
Elettricitàò Futura conclude: «Per conseguire gli obiettivi del Green Deal e la proposta di innalzare il target di decarbonizzazione europeo dal 40% ad almeno il 55%, il nostro Paese dovrà impegnarsi attraverso un Piano al 2030 più ambizioso del PNIEC (Piano Nazionale Integrato Energia e Clima approvato dal Governo italiano a gennaio 2019). Il 70% dell’energia elettrica consumata in Italia dovrà infatti provenire entro il 2030 da fonti rinnovabili! Ciò significa che al 2030 dovremo raggiungere circa 120 GW di potenza da fonti rinnovabili rispetto ai 55 GW attuali. Un incremento di 65 GW in dieci anni che sembra ancora utopistico, se consideriamo che dovremmo costruire ogni anno impianti per 6,5 GW. Negli ultimi anni la media in Italia è stata invece di circa 1 GW. L’Italia sta perdendo l’opportunità del Green Deal: è falso che siamo sulla buona strada! Acceleriamo o di questo passo raggiungeremo i target del 2030 nel 2085!»