I Verdi europei: nucleare e gas in tassonomia Ue scelta miope che ipoteca il futuro dei giovani

Un tradimento dell’European Green Deal con una votazione non unanime dei Commissari Ue

[2 Febbraio 2022]

Il gruppo Greens/ALE in Parlamento europeo si oppone fermamente all’inclusione del gas e del nucleare nella tassonomia Ue ed esorta tutti gli europarlamentari a votare contro l’atto delegato. Bas Eickhout, vicepresidente della commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, ha commentato: «Con questo miope tentativo di classificare le industrie del gas e del nucleare come sostenibili, la Commissione europea sta minando in modo significativo la credibilità dell’Ue come leader climatico. La tassonomia dovrebbe essere un’opportunità per l’Ue di stabilire il gold standard per gli investimenti del futuro e l’ecologizzazione della nostra economia.Tuttavia, includere gas e nucleare nella proposta della Commissione equivale a fare il greenwashing e va contro il Green Deal. Al vertice delle Nazioni Unite sul clima a Glasgow, sono stati compiuti piccoli passi verso l’eliminazione graduale dei combustibili fossili. Ma, purtroppo, la Commissione sta già tornando indietro nel tempo e lasciando la porta aperta all’industria del gas. I piani della Commissione europea stabiliscono alcuni requisiti per l’inclusione del gas fossile e dell’energia nucleare, ma sono deboli. La scienza climatica ci impone di utilizzare meno risorse di gas, eppure la Commissione sta attivamente incoraggiando ulteriormente i combustibili fossili. L’energia nucleare non può essere classificata come sostenibile quando una soluzione sicura al problema delle scorie nucleari rimane poco più di un sogno irrealizzabile. Esortiamo tutti i membri del Parlamento a salvaguardare il futuro dei nostri figli e nipoti e a votare contro questo atto delegato».

L’eurodeputata Eleonora Evi, co-portavoce nazionale di Europa Verde è ancora più dura con la proposta: «La decisione della Commissione europea di conferire l’etichetta di sostenibilità a gas e nucleare nella tassonomia verde sconfessa platealmente gli obiettivi del Green Deal nella lotta all’emergenza climatica e disattende la sonora bocciatura degli esperti di finanza europei, che qualche giorno fa avevano ribadito con forza il loro no a gas e nucleare in tassonomia. Classificare come investimenti sostenibili quelli nel settore del gas e del nucleare significa di fatto ridicolizzare il Green Deal con una vergognosa operazione di greenwashing e mettere in serio pericolo la credibilità dell’Unione europea come mercato leader per la finanza sostenibile, inviando un segnale sbagliatoe confuso agli investitori e consentendo nuovi investimenti in fonti fossili fino al 2030, con conseguenze devastanti sugli obiettivi degli Accordi di Parigi e nonostante IEA e IPCC ribadiscano la necessità di smettere di investire in fonti fossili. Si tratta di una scelta miope, che la stessa Commissione definisce imperfetta, ma che di fatto più che imperfetta risulta peggiorativa rispetto alla bozza precedente, avendo eliminato gli obiettivi intermedi sugli investimenti sul gas e ignorato le raccomandazioni degli esperti di finanza europei. In questo modo si ipoteca il futuro dei giovani e lascia aperto il problema dello smaltimento delle scorie nucleari, per il quale non esiste ancora una soluzione efficace, sicura e definitiva. In questo modo la Commissione europea ha violato palesemente il principio fondamentale di non arrecare danno all’ambiente e le disposizioni sancite nel Regolamento adottato nel 2020».

La Evi si chiede: «Com’è possibile dire che investire in nuovi impianti a gas, nuove centrali nucleare o nella estensione di quelle attuali possa essere considerato un investimento verde e funzionale alla transizione se si consentirà di farlo fino al 2045 per il nucleare e al 2030 per il gas che, notoriamente, sono impianti che hanno una vita utile di diverse decine di anni? Ora più che mai la nostra posizione resta ferma e al Parlamento Ue daremo battaglia, abbiamo fino a un massimo di 6 mesi di tempo per bocciare questo atto delegato e ribadire che il mercato deve essere orientato verso investimenti a prova di futuro, come le fonti rinnovabili e l’economia circolare, perché la nostra idea di Europa ha nella sostenibilità e nella lotta alla crisi climatica i suoi sigilli identitari».

L’European Green Party fa notare che «Nella proposta della Commissione, gli investimenti nel gas ricevono un’etichetta verde se il permesso per la costruzione di un impianto a gas viene rilasciato entro la fine del 2030 e viene convertito in una forma pulita di gas, come l’idrogeno, entro il 2035. Inoltre, ci sono tutti i tipi di scappatoie che le centrali elettriche inquinanti possono utilizzare per ottenere un timbro verde. Sia la costruzione di nuove centrali nucleari che il funzionamento di centrali nucleari esistenti sono contrassegnate come sostenibili nella proposta della Commissione. Per l’energia nucleare, il requisito per avere un’etichetta verde è che devono essere disponibili fondi per lo stoccaggio delle scorie nucleari e lo smantellamento della centrale nucleare, ma non è chiaro esattamente quanti finanziamenti saranno necessari. La Commissione europea richiede una soluzione finale per lo stoccaggio permanente di scorie nucleari altamente radioattive entro il 2050».

Anche per l’eurodeputata dei Greens, Rosa D’Amato, «La decisione della Commissione europea di includere il gas e il nucleare tra le fonti verdi della tassonomia Ue è un tradimento del Green Deal. Questo documento sarebbe dovuto servire a indirizzare la finanza globale verso il sostegno alle energie rinnovabili, e invece consentirà il greenwashing a danno di consumatori e investitori. Ma non solo: continuando a investire nei fossili, non riusciremo certo a tagliare quella dipendenza energetica dal gas che è la vera ragione per cui famiglie e imprese stanno pagando rialzi record delle bollette, e molto probabilmente continueranno a farlo nei prossimi mesi. Stiamo mettendo a rischio la nostra economia e il futuro dei nostri figli. L’atto delegato della Commissione va fermato. Noi cercheremo di farlo al Parlamento europeo, dove servirà la maggioranza assoluta per bloccare il testo. L’impresa è ardua, ma non ci tiriamo certo indietro. In una lettera, che avevo firmato anche io, chiedevano alla Commissione una consultazione pubblica sulla tassonomia, che coinvolgesse anche il Parlamento. Ma non vi è stata. Inoltre, sappiamo che il collegio dei commissari si è diviso sul testo, ma non sappiamo chi ha votato contro. Questo la dice lunga sulla trasparenza con cui Bruxelles ha affrontato un processo così delicato per il futuro di tutti gli europei».

Un altro eurodeputato italiano dei Greens, Ignazio Corrao, che minaccia «barricate al Parlamento europeo» il cui ok è indispensabile per l’approvazione finale della tassonomia, conclude: «L’inserimento di gas e nucleare nella tassonomia europea è un affronto fatto ai cittadini europei che credono in un futuro verde. Al Parlamento europeo siamo pronti a dar battaglia e, se necessario, a sfiduciare la presidente della Commissione europea Ursula Von de Leyen. Ricordiamo che fu proprio il Green Deal presentato nel 2019 che fece ottenere la fiducia alla commissione Von de Leyen, e oggi, con questo smacco su gas e nucleare, siamo pronti a ritirare la fiducia a questo esecutivo comunitario».