Iea: impreciso e fuorviante attribuire la responsabilità dell’aumento delle bollette alle rinnovabili

Birol: «La transizione all’energia pulita ben gestita è la soluzione ai problemi che stiamo vedendo oggi nei mercati del gas e dell'elettricità, non la causa»

[22 Settembre 2021]

La bufala dell’aumento delle bollette energetiche causata dalle energie rinnovabili non è evidentemente solo italiana, visto che è dovuta intervenire addirittura l’International energy agency (Iea) con una dichiarazione ufficiale nella quale ricorda che «Il forte aumento dei prezzi del gas in Europa è stato guidato da una combinazione di una forte ripresa della domanda e un’offerta più ridotta del previsto, nonché da diversi fattori legati alle condizioni meteorologiche. Questi includono una stagione di riscaldamento particolarmente fredda e lunga in Europa lo scorso inverno e una disponibilità di energia eolica inferiore al solito nelle ultime settimane. I prezzi europei riflettono anche le più ampie dinamiche del mercato globale del gas. Nel primo trimestre del 2021 ci sono state forti ondate di freddo in Asia orientale e Nord America. Sono state seguite da ondate di caldo in Asia e siccità in varie regioni, incluso il Brasile. Tutti questi sviluppi si sono aggiunti alla tendenza al rialzo della domanda di gas. In Asia, la domanda di gas è rimasta forte durante tutto l’anno, trainata principalmente dalla Cina, ma anche da Giappone e Corea. Dal lato dell’offerta, la produzione di gas naturale liquefatto (GNL) in tutto il mondo è stata inferiore al previsto a causa di una serie di interruzioni e ritardi imprevisti in tutto il mondo e del ritardo nella manutenzione dal 2020».

Il direttore esecutivo dell’Iea, Fatih Birol, evidenzia che «I recenti aumenti dei prezzi globali del gas naturale sono il risultato di molteplici fattori, ed è impreciso e fuorviante attribuire la responsabilità alla transizione verso l’energia pulita. In futuro, il mercato del gas europeo potrebbe affrontare ulteriori stress test da interruzioni impreviste e forti ondate di freddo, soprattutto se si verificano nel tardo inverno. I livelli di stoccaggio del gas in Europa sono ben al di sotto della loro media quinquennale, ma non notevolmente al di sotto dei precedenti minimi quinquennali, raggiunti nel 2017».

L’Iea dice che, sulla base delle informazioni disponibili, «La Russia sta adempiendo ai suoi contratti a lungo termine con le controparti europee, ma le sue esportazioni in Europa sono diminuite rispetto al livello del 2019». Secondo l’agenzia, «La Russia potrebbe fare di più per aumentare la disponibilità di gas in Europa e garantire che lo stoccaggio sia riempito a livelli adeguati in preparazione della prossima stagione invernale del riscaldamento. Questa è anche un’opportunità per la Russia di sottolineare le sue credenziali come fornitore affidabile per il mercato europeo».

L’Iea conferma che «Nelle ultime settimane i prezzi dell’elettricità in Europa sono saliti ai livelli più alti da oltre un decennio, superando i 100 euro per megawattora in molti mercati. In Germania e Spagna, ad esempio, i prezzi a settembre sono stati circa 3 o 4 volte le medie osservate nel 2019 e nel 2020. Questo aumento è stato guidato dall’aumento dei prezzi del gas, del carbone e del carbonio in Europa. Il forte aumento dei prezzi del gas ha portato i fornitori di energia elettrica in diversi mercati europei a passare dal gas al carbone per la produzione di energia: una tendenza che sarebbe stata più pronunciata se non fosse stato per l’aumento del prezzo delle quote di emissione di carbonio sul mercato europeo».

Venendo all’Italia, come faceva notare qualche giorno fa l’ex ministro dell’ambiente Edo Ronchi sul suo blog HuffingtonPost, il caro bollette, per oltre il 90% non è legato alla transizione ecologica: «A cosa è dovuto quindi per la quasi totalità l’aumento delle bollette elettriche? All’effetto rimbalzo che ha coinvolto l’intera economia e ha generato un forte rialzo dei prezzi delle materie prime e dell’energia e, in particolare,  un forte aumento del prezzo del gas. Il prezzo del gas era diminuito a metà del 2020 ai minimi storici, sotto i 10 euro/MWh, poi è tornato a crescere intorno ai 15 euro/MWh a fine 2020, ad aprile aveva superato i 20 euro, a maggio i 25, a giugno i 28, per poi balzare ai valori del tutto inusuali di 56 euro di settembre. Considerando il rendimento medio delle centrali a gas italiane del 56%, il prezzo di dispacciamento dell’energia elettrica ha avuto un andamento sovrapponibile a quello del gas. Invece di polemizzare con la transizione climatica, per ridurre le bollette occorre aumentare le rinnovabili e ridurre la dipendenza dal gas nella produzione di energia elettrica».

Birol fa notare che «La situazione odierna ricorda ai governi, soprattutto mentre cerchiamo di accelerare le transizioni verso l’energia pulita, dell’importanza di forniture energetiche sicure e convenienti, in particolare per le persone più vulnerabili nelle nostre società. Le transizioni di energia pulita ben gestite sono una soluzione ai problemi che stiamo vedendo oggi nei mercati del gas e dell’elettricità, non la causa di essi».

L’Iea averte però che «I legami tra i mercati dell’elettricità e del gas non scompariranno presto. Il gas rimane oggi uno strumento importante per bilanciare i mercati dell’elettricità in molte regioni. Man mano che le transizioni verso l’energia pulita avanzano verso l’azzeramento delle emissioni nette, la domanda globale di gas inizierà a diminuire, ma rimarrà una componente importante della sicurezza dell’elettricità. Questo è particolarmente vero nei Paesi con grandi variazioni stagionali della domanda di energia elettrica».

La conferma arriva anche da Francesco Del Pizzo, responsabile strategie sviluppo rete di Terna, che audito in commissione industria del Senato ha detto: «Negli ultimi mesi sono stati registrati forti aumenti dei prezzi dell’energia all’ingrosso, principalmente guidati dall’andamento delle commodity quindi dal prezzo del gas e della CO2. Questo ha poi comportato una pressione ulteriore per quello che riguarda il regime delle tariffe elettriche e settoriali di carattere particolarmente rilevante che ha addirittura richiesto l’intervento del Governo per trovare delle forme di mitigazione e ridurre l’impatto sulle tariffe. Questo è un contesto che ci aspettiamo che perduri per qualche trimestre. Tanto è  vero che le previsioni del IV trimestre dell’anno risultano essere ugualmente verso il rialzo e le previsioni del nuovo anno, del 2022, non sono incoraggianti».