Iea: le energie low-carbon dovrebbero crescere dal 29% del 2022 al 35% nel 2025
Nei prossimi tre anni, le fonti a basse emissioni sono destinate a coprire quasi tutta la crescita della domanda globale di elettricità
[9 Febbraio 2023]
Secondo il nuovo “Electricity Market Report 2023” dell’International energy agency (Iea) «Le energie rinnovabili sono destinate a dominare la crescita dell’approvvigionamento elettrico mondiale nei prossimi tre anni poiché, insieme al nucleare, soddisferanno la stragrande maggioranza dell’aumento della domanda globale fino al 2025, rendendo improbabili aumenti significativi delle emissioni di carbonio del settore energetico».
Il rapporto sottolinea che «Dopo un leggero rallentamento dello scorso anno al 2% a causa delle turbolenze della crisi energetica globale e delle condizioni meteorologiche eccezionali in alcune regioni, la crescita della domanda mondiale di elettricità dovrebbe accelerare fino a una media del 3% nei prossimi tre anni. Le economie emergenti e in via di sviluppo in Asia sono le forze trainanti di questo ritmo più rapido, che rappresenta un passo avanti rispetto alla crescita media del 2,4% durante gli anni precedenti la pandemia».
Infatti, oltre il 70% dell’aumento della domanda globale di elettricità nei prossimi tre anni dovrebbe provenire da Cina, India e Sud-est asiatico, anche se permangano notevoli incertezze si trend della Cina, dove l’economia riemerge dalle rigide restrizioni Covid. L’Iea prevede che «Entro il 2025, la quota cinese del consumo globale di elettricità raggiungerà un nuovo record di un terzo, rispetto a un quarto del 2015. Allo stesso tempo, le economie avanzate stanno cercando di espandere l’uso di elettricità per sostituire i combustibili fossili in settori come come i trasporti, il riscaldamento e l’industria».
Presentando l’Electricity Market Report 2023, il direttore esecutivo dell’Iea, Fatih Birol, ha evidenziato che «La crescente domanda mondiale di elettricità è destinata ad accelerare, aggiungendo nei prossimi tre anni più del doppio dell’attuale consumo di elettricità del Giappone. La buona notizia è che le rinnovabili e l’energia nucleare stanno crescendo abbastanza rapidamente da soddisfare quasi tutto questo ulteriore appetito, suggerendo che siamo vicini a un punto di non ritorno per le emissioni del settore energetico. I governi ora devono consentire alle fonti a basse emissioni di crescere ancora più velocemente e ridurre le emissioni in modo che il mondo possa garantire forniture di elettricità sicure raggiungendo gli obiettivi climatici».
Mentre, in base alle tendenze attuali, la produzione di energia elettrica da gas naturale nell’Unione europea dovrebbe diminuire nei prossimi anni, questo calo dovrebbe essere compensato in parte da una crescita significativa dei consumi di gas in Medio Oriente e il rapporto fa notare che «I bruschi picchi dei prezzi del gas naturale nel mezzo della crisi energetica hanno a loro volta alimentato l’impennata dei prezzi dell’elettricità in alcuni mercati, in particolare in Europa, stimolando il dibattito negli ambienti politici sulle riforme del design del mercato energetico».
Nel frattempo, è probabile che i cali attesi nella produzione di elettricità da carbone in Europa e nelle Americhe siano accompagnati da un aumento di consumo e produzione di carbone nell’Asia-Pacifico e questo «Nonostante l’aumento della diffusione dell’energia nucleare e il riavvio degli impianti in alcuni Paesi come il Giappone. Questo significa che, dopo aver raggiunto il massimo storico nel 2022, le emissioni di anidride carbonica (CO2) derivanti dalla produzione di energia globale dovrebbero rimanere allo stesso livello fino al 2025».
Il rapporto Iea evidenzia che «La forte crescita delle energie rinnovabili significa che la loro quota nel mix globale di generazione di energia dovrebbe aumentare dal 29% nel 2022 al 35% nel 2025, con una diminuzione delle quote di produzione a carbone e a gas. Di conseguenza, l’intensità di CO2 della produzione globale di energia continuerà a diminuire nei prossimi anni». Ma nel 2022 l’Europa è andata nella direzione contraria: «L’intensità di CO2 della produzione di energia elettrica in Europa è aumentata a seguito di un maggiore utilizzo di carbone e gas a fronte di forti cali della produzione sia di energia idroelettrica, a causa della siccità, sia di energia nucleare, a causa di chiusure di impianti e della manutenzione. Tuttavia, questa battuta d’arresto sarà temporanea poiché si prevede che le emissioni della produzione di energia elettrica in Europa diminuiranno in media di circa il 10% all’anno fino al 2025».
Nel 2022, i trend della domanda di elettricità sono variati ampiamente a seconda della regione: il consumo di elettricità dell’India è aumentato fortemente, mentre la crescita della Cina è stata più contenuta a causa della sua politica zero-Covid. Gli Usa hanno registrato un robusto aumento della domanda, trainato dall’attività economica e dall’aumento dell’utilizza residenziale dovuto a un clima estivo più caldo e un inverno più freddo del normale.
Invece, la domanda nell’Unione europea si è contratta grazie al clima invernale insolitamente mite e al calo del consumo di elettricità nell’industria, che ha ridotto significativamente la produzione a causa degli alti prezzi dell’energia e delle interruzioni dell’approvvigionamento causate dall’invasione russa dell’Ucraina. L’Iea fa notare che «Il calo del 3,5% della domanda dell’Ue è stato il secondo più grande calo percentuale dalla crisi finanziaria globale del 2009, con il più grande che è stata l’eccezionale contrazione dovuta allo shock del Covid nel 2020».
Il nuovo rapporto Iea rileva che «La domanda e l’offerta di elettricità in tutto il mondo stanno diventando sempre più dipendenti dalle condizioni meteorologiche, con condizioni estreme un tema ricorrente nel 2022». Le regioni centrali e orientali della Cina sono state colpite da ondate di caldo e siccità, che hanno causato un aumento della domanda di aria condizionata a causa della ridotta produzione di energia idroelettrica nella provincia del Sichuan. Anche gli Usa hanno subito forti tempeste invernali a dicembre, che hanno provocato massicce interruzioni di corrente. L’Iea conclude che questi eventi estremi «Evidenziano la necessità di una decarbonizzazione più rapida e di un’implementazione accelerata delle tecnologie energetiche pulite, afferma il rapporto. Allo stesso tempo, con l’accelerazione della transizione verso l’energia pulita, l’impatto degli eventi meteorologici sulla domanda di elettricità si intensificherà a causa della maggiore elettrificazione del riscaldamento, mentre la quota di energie rinnovabili dipendenti dal clima continuerà a crescere nel mix di produzione. In un mondo simile, sarà fondamentale aumentare la flessibilità dei sistemi energetici garantendo al tempo stesso la sicurezza dell’approvvigionamento e la resilienza delle reti».