Il consumo di gas in Europa al minimo in 10 anni, e si avvicina il picco della domanda di Gnl
Domanda europea di gas diminuita del 20%. Picco del Gnl nel 2025. E l’hub del gas italiano?
[22 Febbraio 2024]
A leggere l’ultima versione dell’European Lng tracker dell’Institute for energy economics and financial analysis (Ieefa), un think tank globale che esamina i mercati, i trend e le politiche energetiche, la scelta del governo di destra italiano di diventare l’hub del gas europeo attraverso il Piano Mattei è molto rischiosa e probabilmente perdente. Infatti, secondo il report Ieefa, «il consumo di gas in Europa nel 2023 è sceso al livello più basso degli ultimi 10 anni mentre i Paesi intensificano le misure di efficienza e la diffusione delle energie rinnovabili. Nei due anni trascorsi dall’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia, la domanda di gas è diminuita del 20% in tutto il continente».
E il rapporto rivela che «il calo della domanda di gas è stato guidato principalmente da Germania, Italia e Regno Unito. Di conseguenza, si prevede che il consumo di Gnl del continente raggiungerà il picco nel 2025», proprio mentre l’Italia sta pensando a nuovi rigassificatori sottoutilizzati come quello di Piombino.
l’Ieefa ricorda che, con i mercati che riducono rapidamente la loro dipendenza dal gas russo, aveva previsto che le importazioni di Gnl sarebbero aumentate nel 2023 per compensare il deficit, ma ora dice che «tuttavia, la domanda di Gnl in Europa è rimasta di fatto stabile anno dopo anno» e fa notare che «nonostante questo, i Paesi continuano a costruire nuove infrastrutture per il Gnl: 8 terminali di importazione sono entrati in funzione dal febbraio 2022 e altri 13 progetti dovrebbero essere operativi entro il 2030. Ciò significa che la capacità combinata dei terminali Gnl europei potrebbe essere 3 volte superiore alla domanda di Gnl prevista entro la fine del decennio».
Ana Maria Jaller-Makarewicz, analista energetica capo per l’Europa dell’Ieefa, conferma: «A due anni dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, il sistema energetico europeo è più diversificato e resiliante. La crisi è stata in una certa misura controllata, le misure di efficienza sono state rafforzate e le energie rinnovabili e gli impianti di pompe di calore hanno accelerato. Questo ha predisposto il continente a continuare a ridurre la domanda di gas. Dopo aver sperimentato il pericolo di mettere a rischio la sicurezza dell’approvvigionamento energetico dipendendo troppo da una fonte, l’Europa deve imparare dagli errori del passato ed evitare di diventare eccessivamente dipendente dagli Stati Uniti, che lo scorso anno hanno fornito quasi la metà delle sue importazioni di Gnl».
E il report fa notare qualcosa di paradossale: «Il successo dell’Europa nel ridurre le importazioni di gas russo contrasta con l’aumento delle spedizioni di Gnl dalla stessa Russia. Tra il 2021 e il 2023, la fornitura di Gnl russo all’Europa è aumentata dell’11%; le spedizioni verso la Spagna sono raddoppiate e verso il Belgio più che triplicate».
Nel 2022 due Paesi Nato, la Turchia e la Grecia, hanno iniziato a importare Gnl russo. Nell’Unione europea – oltre alla Grecia – nel 2023 Spagna, Francia e Belgio – sempre nella Nato nemica di Mosca e che incita tutti all’embargo – hanno ricevuto l’80% delle importazioni di Gnl russo in Europa. I terminal europei che hanno importato la maggior parte del Gnl russo tra il 2021 e il 2023 sono stati Zeebrugge (Belgio), Montoir-de-Bretagne (Francia), Bilbao (Spagna), Gate (Paesi Bassi), Dunkerque (Francia) e Mugardos (Spagna).
E Giorgia Meloni non è l’unica a puntare sul gas anche se è sempre meno richiesto: «Da febbraio 2022, l’Europa ha aggiunto 53,5 miliardi di metri cubi (miliardi di metri cubi) di nuova capacità di rigassificazione di Gnl – rivela il report – l’anno scorso, 8 dei 37 terminal di importazione europei avevano tassi di utilizzo inferiori al 50%. Ulteriori 94 miliardi di metri cubi di capacità di importazione di Gnl nuova o ampliata sono in fase di pianificazione e dovrebbero essere operativi entro il 2030. Questo porterà la capacità di Gnl dell’Europa a 405 miliardi di metri cubi».
La Jaller-Makarewicz conclude: «Negli ultimi due anni, l’Europa ha trasformato il suo sistema energetico e ha implementato metodi per ridurre gli effetti della crisi energetica. Questo è il momento di esaminare quali politiche hanno funzionato e di portarle avanti, mettendo in atto nuove strategie che potrebbero dare all’Europa il vantaggio di gestire i rischi in futuro».