Il manifesto per lo sviluppo dell’eolico offshore in Italia, nel rispetto della tutela ambientale
Firmato da Anev, Legambiente, Greenpeace e Kyoto Club
[6 Novembre 2020]
Il convegno telematico sull’Offshore Wind, organizzato nell’ambito degli eventi online di KeyEnergy 2020 dall’Associazione nazionale energia del vento (Anev) con la collaborazione di KyotoClub e OWEMES ha presentato gli sviluppi tecnologici e le potenzialità dell’eolico offshore in Italia, evidenziando «Le ricadute del raggiungimento del target di 900 MW offshore al 2030 individuato nel PNIEC dal Governo Italiano, principalmente in termini occupazionali e di energia pulita prodotta», ma anche evidenziando «Le principali criticità normative, economiche e di altra natura, che ostacolano il raggiungimento degli stessi obiettivi, proponendo soluzioni concrete e aprendo un confronto con le istituzioni».
Il convegno si è concluso con la presentazione del “Manifesto per lo sviluppo dell’eolico offshore in Italia, nel rispetto della tutela ambientale e paesaggistica”, firmato da Anev, Legambiente, Greenpeace e Kyoto Club, che secondo il , Presidente dell’Anav Simone Togni, «E’ un segnale importante quello dato dalle principali associazioni ambientaliste che insieme all’Anev firmano un Manifesto che rappresenta una svolta epocale per il settore eolico” “Finalmente si prende atto del potenziale dell’energia del vento nei mari italiani. Il settore eolico offshore italiano è pronto a portare in Italia i benefici connessi con la propria attività, seguendo come di consueto i protocolli e le regole di tutela e salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio e offrendo in più, a fronte del potenziale di 900 MW installati, energia pulita pari a 2,38 TWh all’anno e 1.200 nuovi posti di lavoro».
Ecco il testo integrale del manifesto:
Manifesto per lo sviluppo dell’eolico offshore in Italia,
nel rispetto della tutela ambientale e paesaggistica
Anev, Associazione Nazionale Energia del Vento, Legambiente, Greenpeace e Kyoto Club,
considerato l’interesse delle organizzazioni suddette a diffondere l’eolico offshore garantendo il corretto inserimento degli impianti nel territorio;
che il Piano Nazionale Energia e Clima (PNIEC) presentato dal Governo Italiano prevede un obiettivo per l’eolico offshore di 900 MW al 2030;
che gli obiettivi del PNIEC sull’eolico offshore dovranno essere significativamente rivisti al rialzo sulla base delle nuove tecnologie flottanti vicine alla maturità tecnologica e conseguentemente una percentuale significativa degli obiettivi PNIEC può essere raggiunta tramite l’eolico offshore;
che il raggiungimento di detti obiettivi del PNIEC oltre a contribuire alla produzione di energia rinnovabile per contrastare la crisi climatica in atto dovuta alle emissioni di gas serra, comporteranno importanti ricadute anche in termini occupazionali e di aumento dell’indipendenza energetica del nostro Paese;
che lo sviluppo delle fonti rinnovabili è una priorità dell’Unione Europea in quanto è essenziale per contrare la crisi climatica, aumenta la sicurezza dell’approvvigionamento energetico, favorisce l’occupazione e il coinvolgimento delle realtà locali e consente di ridurre l’impatto ambientale associato al ciclo energetico. L’Unione europea ha adottato una serie di atti a sostegno delle fonti rinnovabili, che includono anche l’eolico offshore, tra i quali il Green Deal come nuovo meccanismo di finanziamento per promuovere le energie rinnovabili;
che l’obiettivo di conciliare lo sviluppo della produzione di energia pulita con le necessarie tutele di valorizzazione e salvaguardia del territorio, ha spinto le suddette associazioni a intraprendere una stretta collaborazione per favorire lo sviluppo dell’energia eolica tutelandone il corretto inserimento nel paesaggio e nell’ambiente, ed utilizzando al contempo le risorse disponibili nel nostro Paese;
che le più recenti tecnologie, basate sull’utilizzo di piattaforme galleggianti (floating offshore wind) permettono l’istallazione di impianti anche in aree dove le batimetrie elevate non permettevano la progettazione di turbine con fondamenta fisse (bottom fixed), ampliando notevolmente le potenzialità di utilizzo dell’energia eolica nei mari italiani;
che l’installazione di impianti offshore, in siti idonei, può contribuire – anche grazie a processi partecipati che includano settori economici interessati, come quello della pesca artigianale -ad impedire attività a maggiore impatto ambientale e creare le condizioni per una gestione sostenibile delle risorse del mare;
che dagli studi fatti dall’ANEV si evidenzia che i mari italiani godono di una notevole risorsa eolica offshore disponibile per contribuire alla transizione energetica in atto, in un’ottica di decarbonizzazione e indipendenza energetica;
che lo sviluppo dell’eolico offshore contribuirebbe positivamente alla crescita del PIL italiano; in particolare gli impianti di grossa taglia permetteranno di mitigare l’LCOE (il costo livellato dell’energia) a beneficio delle economie di scala.
decidono di avviare azioni comuni di sostegno all’eolico offshore, pur nel rispetto delle differenti attività delle associazioni coinvolte, impegnandosi a supportare lo sviluppo di questa tecnologia nel rispetto dell’ambiente e del paesaggio, al fine di poter utilizzare il potenziale di energia pulita da fonte eolica presente nei nostri mari.
concordano sull’esigenza che il processo di sviluppo dell’eolico offshore sia gestito in modo da ridurre al minimo gli impatti sull’ambiente e garantire al contempo la massima trasparenza e informazione intorno ai progetti, per mitigare gli impatti ambientali e paesaggistici più importanti negli specifici siti.
Le attenzioni progettuali dovranno includere la minimizzazione delle modifiche dell’habitat bentonico in fase di cantiere e di esercizio, il ripristino degli ambienti alterati nel corso dei lavori di costruzione e la restituzione alla destinazione originaria delle aree di cantiere, nonché la possibilità di individuare all’interno dei parchi aree di ripopolamento di flora e fauna. Particolare attenzione dovrà essere posta alla presenza degli “habitat prioritari” riportati nell’allegato I della Direttiva Habitat (Dir. n. 92/43/CEE), come ad esempio le praterie di Posidonia Oceanica, nonché alle aree corridoio per l’avifauna migratoria interessate da flussi costanti nei periodi primaverili e autunnali, alle Aree Marine Protette ed alle aree archeologiche.
chiedono che sia garantito un percorso chiaro e trasparente di informazione e confronto sui progetti di nuovi impianti eolici offshore con le istituzioni nazionali e locali, con gli stakeholder territoriali tra cui operatori turistici e pescatori, in modo da approfondire e affrontare criticità e potenzialità di questi impianti per i territori coinvolti e valorizzare il loro contributo come previsto dal PNIEC. ANEV, Legambiente, Greenpeace e Kyoto Club si rendono disponibili a collaborare per fare in modo che l’energia eolica presente nei mari italiani possa essere valorizzata al meglio per contribuire alla decarbonizzazione del nostro Paese ed alla sua autosufficienza energetica, salvaguardando le attività economiche e gli ecosistemi marini.
Simone Togni Presidente Anev
Gianni Silvestrini Direttore scientifico Kyoto Club
Stefano Ciafani Presidente Legambiente
Giuseppe Onufrio Direttore Greenpeace Italia