Il Parlamento europeo boccia un EU Emissions trading system (Ets) fortemente indebolito
Il PPE: la sinistra ha votato con l’estrema destra. S&D, Sinistra e Verdi: abbiamo sventato un accordo al ribasso tra destra ed estrema destra
[9 Giugno 2022]
I deputati europei hanno respinto la relazione sulla revisione dell’EU Emissions Trading System (EU ETS) e, a cascata, sono sospesi in attesa di un accordo politico tre progetti di legge collegati che fanno parte del pacchetto Fit For 55,.
Infatti, dopo che il Parlamento europeo ha respinto la relazione con 340 voti favorevoli, 265 contrari e 34 astensioni, il progetto di legge sulla riforma del sistema di scambio di quote di emissione (ETS) è stato rinviato in commissione, mentre il Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM) è stato rinviato in commissione prima della votazione sugli emendamenti.
Gli europarlamentari hanno votato in plenaria sugli emendamenti alla legislazione del Fondo sociale per il clima, ma la votazione finale è stata aggiornata in attesa di un accordo politico sul futuro della riforma dell’ETS. Il regolamento interno del Parlamento prevede la possibilità, su richiesta di un gruppo politico o di deputati che raggiungano almeno la soglia minima, di rinviare un fascicolo in commissione per ulteriore esame.
La riforma dell’EU ETS, e la progressiva abolizione delle quote gratuite di cui gode la grande industria, è stata respinta con 340 voti, 265 sì e 34 astensioni. Sono stati una maggioranza del gruppo Socialisti e Democratici (S&D) e tutti i Verdi e la Sinistra europea che hanno bloccato questa parte dell’European Green Deal perché i compromessi fatti in commissione ambiente che favoriscono le lobbies dell’industria «Hanno «snaturato il pacchetto clima».
La situazione è precipitata dopo che Iraxte Garcia Perez, capogruppo S&D, ha chiesto un’interruzione di tre minuti per consultazioni sul voto finale in seguito a un emendamento della destra,. Dopo momenti molto concitati la maggioranza dell’emiciclo si è espressa contro il rapporto del relatore, il tedesco Peter Liese del PPE che ha detto: «E’ stato «un giorno terribile, è una vergogna vedere l’estrema destra votare con i socialisti e i verdi».
Ma la Iratxe Garcia ha ribattuto accusando i liberal-conservatori di Renew e i democristiani del Partito Popolare Europeo: «Non si può chiedere il voto all’estrema destra per ridurre le ambizioni e poi chiedere il nostro voto per sostenere il tutto».
Il Gruppo della Sinistra era giuà critico sul pacchetto della Commissione Ue: l’eurodeputata finlandese Silvia Modig del Vasemmistoliitto (Sinistra) ha criticato l’approccio esitante dell’Europarlamento: «In termini di cambiamento climatico, sembra che a noi come razza umana manchi un senso di autoconservazione. Ci stiamo aggrappando con miopia ai guadagni che abbiamo ottenuto, anche se sappiamo che non c’è modo di tornare indietro. Fare da freno non protegge nessuno, anzi».
Manon Aubry, eurodeputata della France insoumise e co-presidente di The Left, ha denunciato «L’avidità delle grandi aziende che hanno bloccato con successo per 30 anni un’ambiziosa legislazione. Noi del gruppo di sinistra al Parlamento europeo deploravamo ià la debolezza di questo pacchetto sul clima, i cui obiettivi e mezzi non sono nemmeno allineati con gli Accordi di Parigi, e che continua a fare affidamento su meccanismi di mercato. Ma per alcuni questi piccoli passi sono chiaramente ancora troppo e vengono minacciati, come lo erano trent’anni fa, dall’azione delle lobby».
Infatti, centrodestra ed estrema destra sembrano agire per conto degli inquinatori, bloccando i tentativi di aumentare l’ambizione climatica europea e tra i gruppi di destra non sono pochi quelli che dicono che il cambiamento climatico come una cospirazione della sinistra e definbiscono addirittura l’European Green New Deal “asociale” e il Social Climate Fund «Uno schema comunista».
L’ eurodeputata svedese Malin Bjork del Vänsterpartiet, spiega che «L’approccio di sinistra al cambiamento climatico è incentrato su obiettivi e regolamenti severi. Si tratta di creare posti di lavoro dignitosi. Si tratta di una transizione climatica equa. Chi inquina deve pagare e chi inquina di più deve pagare di più. Accettiamo anche i fatti e ascoltiamo la scienza. Sappiamo, per esempio, che abbiamo un unico pianeta. Ma la destra in questo Parlamento non ascolta la scienza e si comporta come se avessimo due, tre o quattro pianeti. Ora che avevamo il voto sul clima più importante di questa legislatura, forse di questo decennio, il gruppo di destra ha scelto di appoggiarsi ai negazionisti climatici dell’estrema destra e di scavalcare la commissione per l’ambiente. Questa è una vergogna. E’ un tradimento».
Per la Verde francese Karima Delli, «La maggioranza deve rivedere il testo a causa di regole non abbastanza ambiziose, il clima non aspetta». Per il Verde ta David Cormand, «C’è stato un «ondeggiamento al Parlamento dopo una serie di emendamenti che hanno completamente annullato l’ambizione della fiscalità carbonio, a causa dell’alleanza tra la destra e una parte dei liberali con l’estrema destra». Manon Aubry, di France Insoumise (Sinistra) evidenzia il «Rovesciamento della situazione, grazie a una coalizione con Verdi e socialisti abbiamo ottenuto il rinvio in commissione del testo per rifiutare questo passo indietro climatico inaccettabile, vergogna ai liberali che si sono alleati all’estrema destra per soddisfare le lobbies».
L’eurodeputato Michael Bloss, relatore ombra Greens/ALE nella commissione ambiente dell’Europarlamento, commenta: «Ora c’è speranza che possiamo effettivamente costruire una politica climatica in linea con l’obiettivo di 1,5 gradi. Il PPE e l’estrema destra non sono riusciti a distogliere il Parlamento dall’Accordo di Parigi. Abbiamo ancora la possibilità di ascoltare gli scienziati che ci hanno chiesto di intraprendere un’azione decisiva ora. Nei negoziati, il gruppo Greens/ALE difenderà la transizione climatica ed energetica e la fine della dipendenza da carbone, petrolio e gas».
L’eurodeputato Jakop Dalunde, relatore ombra Greens/ALE sull’EU ETS per i settori dell’energia, della ricerca e dell’industria e nelle commissioni trasporti e turismo, aggiunge: «Una maggioranza progressista ha prevalso sull’alleanza fossile e per ora ha impedito il peggio. L’assegnazione gratuita delle emissioni per grandi parti del settore significa emissioni gratuite, che è qualcosa che semplicemente non possiamo sostenere. Ma è essenziale che il sistema di scambio di quote di emissione venga corretto. L’ETS, imn quanto più grande strumento di politica climatica, funziona solo se abbiamo obiettivi ambiziosi per una riduzione significativa delle emissioni di gas serra».
I coordinatori dei gruppi politici della commissione ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare dell’europarlamento discuteranno la questione per la prima volta la prossima settimana per trovare una via da seguire, con l’obiettivo di adottare rapidamente la posizione del Parlamento sui testi e di avviare le trattative inter-istituzionali. Un riesame della proposta potrebbe non arrivare fino a settembre.