Kyoto Club e Legambiente: se la normativa non cambia. stop ai finanziamenti alle caldaie fossili nel Recovery Plan
Bisogna seguire l’esempio di Regno Unito, Svezia e Paesi Bassi e vietare l’installazione di impianti inquinanti entro il 2025
[10 Febbraio 2021]
Secondo Legambiente e Kyoto Club, che hanno lanciato la campagna di sensibilizzazione “Per la decarbonizzazione degli impianti di riscaldamento negli edifici”, «E’ necessario operare una distinzione tra sistemi di riscaldamento fossili e impianti “green” per regolare l’accesso al superbonus del 110%. Se la normativa non cambia, bisognerà escludere subito le caldaie a gas dalla proroga degli incentivi prevista dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)».
Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente, e Sergio Andreis, direttore di Kyoto Club, evidenziano che «Sul mercato esistono già diverse alternative “green” e competitive dal punto di vista economico, come le pompe di calore. Quella del Superbonus è una strada certamente corretta, ma migliorabile. Gli oltre 20 miliardi destinati al provvedimento sono sovrastimati e sottraggono risorse fondamentali ad altre iniziative che vanno nella direzione della decarbonizzazione. Una parte degli incentivi potrebbero essere risparmiati limitandone l’erogazione a sistemi di riscaldamento che impiegano fonti energetiche rinnovabili».
Secondo un recente studio del Centro ricerche economiche, sociologiche e di mercato nell’edilizia (Cresme), «Il riscaldamento domestico è una delle principali cause di inquinamento urbano in Italia ed è responsabile di oltre il 19% delle emissioni prodotte dal nostro Paese e il 60% di polveri sottili nelle aree urbane».
In Italia sono installate più di 19 milioni di caldaie a gas e più di 7 milioni di queste sarebbero antecedenti alla Direttiva 90/396/CE sulle prestazioni degli apparecchi a gas, e Kyoto Cluber e Cigno verde fanno notare che c’è il rischio che possano essere sostituite da altri impianti a gas, che sarebbero più efficienti, ma cos’ non si affronterebbe il problema dell’inquinamento locale e globale che producono.
»Se vogliamo centrare gli obiettivi europei di riduzione delle emissioni del 55% in 10 anni – dicono le due associazioni – è necessario agire subito e puntare alla decarbonizzazione del sistema energetico italiano anche attraverso la graduale “rottamazione” dei dispositivi di riscaldamento a metano, gpl e gasolio, a partire dai più inefficienti».
Per questo, Kyoto Club e Legambiente chiedono: «L’esclusione dal PNRR dell’estensione del credito d’imposta del 110% per i sistemi di riscaldamento a combustibili fossili. La revisione della legislazione sulla progettazione ecocompatibile e sull’etichettatura energetica sulle caldaie per garantire che nei piani di recupero italiani non siano inclusi regimi di sovvenzione per il riscaldamento a combustibili fossili e che sia incluso il riscaldamento da fonti rinnovabili. Vietare l’installazione di impianti fossili nei nuovi edifici. Eliminare gradualmente le caldaie per il riscaldamento a combustibili fossili attraverso il regolamento sulla progettazione ecocompatibile e una revisione dell’etichetta energetica. Puntare sulla smartizzazione e sulla digitalizzazione per migliorare la prestazione degli impianti. Vietare, dal primo gennaio 2025, l’installazione di impianti fossili e prevedere l’obbligo di installare esclusivamente impianti da fonti rinnovabili o che non producono emissioni inquinanti e climalteranti».
Le due organizzazioni concludono ricordando che «In alcuni Paesi europei – Svezia, Paesi Bassi e Regno Unito – è già stata stabilita la data entro la quale sarà vietato installare sistemi di riscaldamento da combustibili fossili. Ci auguriamo che la stessa scelta venga fatta anche in Italia».