La Cina potrebbe costruire più di 300 nuove centrali a carbone prima di arrivare al picco delle emissioni
La Cina sta rendendo il percorso verso la transizione energetica e gli impegni climatici più complicato e costoso
[31 Agosto 2023]
Mentre la Cina, come gran parte dell’emisfero settentrionale, subisce i devastanti colpi del cambiamento climatico, il governo di Pechino continua a rivelare progetti di nuove centrali a carbone, giustificandole con il fatto che spesso vanno a sostituire obsolete e inquinantissime centrali o che utilizzano tecnologie che emettono meno gas serra. Ma tutto questo, comunque presentato e giustificato, mette a rischio i piani energetici e climatici della Cina a livello nazionale e internazionale e riduce la portata del mantenimento da anni del record di installazione di impianti di energia rinnovabile detenuto saldamente dalla Cina.
E’ evidente che, almeno in alcune regioni della Cina, il carbone abbondante e facilmente accessibile resta ancora più economico delle rinnovabili e che il governo comunista non intende rinunciarvi nella sua corsa – anche se un po’ rallentata – allo sviluppo economico.
A confermarlo è l’ultimo briefing del Global Energy Monitor (GEM) e del Centre for Research on Energy and Clean Air (CREA) che dimostra che «Nel 2023, la Cina ha portato avanti l’espansione delle centrali a carbone iniziata nel 2022. La prima metà del 2023 ha visto 52 gigawatt (GW) di nuova energia a carbone consentita, mantenendo il ritmo precedente di autorizzazione di due centrali a carbone a settimana. Un gigawatt è l’equivalente di una grande centrale elettrica a carbone».
Il documento dimostra che «Anche l’entrata in servizio delle centrali a carbone è raddoppiata di anno in anno, con 17,1 GW aggiunti alla rete nella prima metà del 2023. Questa è la prima volta che si vedono i risultati dell’autorizzazione accelerata di nuovi progetti e del riavvio di progetti sospesi nel 2020».
Dopo l’ondata di autorizzazioni dell’anno scorso, attualmente la Cina ha 243 GW di nuove centrali a carbone in costruzione o autorizzate. GEM e CREA fanno notare che «Se si includono gli impianti attualmente annunciati o in fase di preparazione ma non ancora autorizzati, questo numero sale a 392 GW di capacità in 306 diverse centrali a carbone. Questo significa che la capacità di energia da carbone potrebbe aumentare dal 23% al 33% rispetto ai livelli del 2022, il che implica un massiccio aumento della produzione di energia da carbone e delle emissioni o un massiccio calo dell’utilizzo degli impianti, con conseguenti perdite finanziarie e potenziale incaglio delle attività».
Il briefing di mostra che nessuna delle ragioni ufficiali addotte dalla Cina per costruire i nuovi progetti a carbone è vera: «La maggior parte dei nuovi progetti si trovano in luoghi dove non c’è bisogno di nuova capacità di energia da carbone per supportare la stabilità della rete o l’integrazione di energie rinnovabili variabili. Le province che aggiungono grandi quantità di nuova energia elettrica a carbone stanno ottenendo la maggior parte della loro produzione aggiuntiva di energia dal carbone, contraddicendo la definizione dell’energia dal carbone come fonte “di supporto” per l’energia pulita».
Secondo uno egli autori del rapporto, Lauri Myllyvirta, analista capo del CREA, «La corsa all’energia dal carbone è una spinta dell’ultimo minuto da parte dell’industria cinese del carbone per bloccare la capacità e le emissioni prima che le emissioni di CO2 della Cina raggiungano il picco alla fine di questo decennio. Questo sta accadendo anche se gli impianti di energia pulita sono in rapida espansione. La Cina è sulla buona strada per iniziare a realizzare tutta la crescita del consumo di elettricità da solare, eolico, nucleare e idroelettrico, senza lasciare spazio per la crescita della produzione di energia dal carbone».
E il rapporto avverte: «A meno che le autorizzazioni non vengano interrotte immediatamente, la Cina non sarà in grado di ridurre la capacità elettrica alimentata a carbone durante il 15cesimo piano quinquennale (2026-2030) senza la conseguente cancellazione di progetti già autorizzati o il massiccio pensionamento anticipato degli impianti esistenti. Questo renderebbe più difficile e costoso attuare l’impegno di Xi Jinping di ridurre il consumo di carbone dal 2025 in poi, poiché significherebbe lasciare gran parte della capacità di energia a carbone ampliata fortemente sottoutilizzata».
L’altra coautrice del rapporto, Flora Champenois, analista di ricerca al GEM, aggiunge: «La Cina può raccogliere il suo veleno. Continuare a consentire una maggiore capacità di carbone si tradurrà in massicci aumenti delle emissioni, oppure gli impianti resteranno inattivi, generando perdite e perpetuando la dipendenza del sistema energetico dal carbone. Mentre il mondo volta le spalle ai nuovi progetti legati al carbone, la Cina sta rendendo il percorso verso la transizione energetica e gli impegni climatici più complicato e costoso».
Il briefing si conclude con alcune raccomandazioni politiche d rivolte alla Cina e non solo:
Controllare rigorosamente la nuova capacità di energia da carbone e respingere o revocare i permessi per progetti che non sono necessari per “sostenere la stabilità della rete” o “sostenere l’integrazione di energia rinnovabile variabile”.
Accelerare gli investimenti nella produzione di energia pulita per soddisfare pienamente la crescita della domanda di elettricità e fermare l’aumento della produzione di energia in massa dal carbone. La decarbonizzazione richiede cambiamenti sostanziali nelle infrastrutture di rete, nei meccanismi di mercato, nel quadro normativo e nei processi di pianificazione, che richiedono la facilitazione del governo centrale. Aumentare gli investimenti nello stoccaggio, nella flessibilità della rete e nella trasmissione dell’elettricità all’interno delle regioni. Creare condizioni di parità per le diverse tecnologie di stoccaggio, risposta alla domanda e generazione per soddisfare i picchi di domanda e consentire alle tecnologie di flessibilità pulita di espandersi. Mentre molte tecnologie, come l’idropompaggio, le batterie agli ioni di litio e le tecnologie sul lato della domanda, sono mature quanto l’energia dal carbone e pronte per un’adozione più ampia, gli attuali sistemi energetici e i quadri politici portano ancora gli sviluppatori a passare al carbone.
Rafforzare i requisiti di efficienza energetica per le unità di climatizzazione e per i nuovi edifici e introdurre un programma di miglioramenti dell’efficienza energetica su larga scala per gli edifici esistenti.