La domanda di elettricità dell’Ue al livello più basso degli ultimi 20 anni

Ma nel 2024 è prevista una forte crescita globale. I nuovi consumi verranno completamente coperti dalle energie rinnovabili

[19 Luglio 2023]

Secondo l’aggiornamento di luglio del rapporto “Electricity Market Report Update – Outlook for 2023 and 2024” pubblicato dall’International energy agency (Iea), «Nel 2023 la crescita complessiva della domanda di elettricità in tutto il mondo dovrebbe rallentare , poiché le economie avanzate sono alle prese con gli effetti in corso della crisi energetica globale e un rallentamento economico».

L’aggiornamento del rapporto Iea, pubblicato oggi, rileva che «Quest’anno, la domanda di elettricità negli Stati Uniti dovrebbe diminuire di quasi il 2%, mentre la domanda in Giappone dovrebbe diminuire del 3%. La domanda di elettricità nell’Unione europea dovrebbe diminuire del 3%, simile al calo registrato nel 2022. Dopo questi due cali consecutivi, che insieme costituiscono il più grande crollo della domanda mai registrato nell’Ue, il consumo di elettricità dell’Ue è destinato a scendere ai livelli visti l’ultima volta nel 2002».

Di conseguenza, quest’anno la domanda globale di elettricità dovrebbe aumentare di poco meno del 2%, in calo rispetto al tasso del 2,3% del 2022. Ma, secondo le ultime proiezioni Iea, «Ipotizzando un miglioramento delle prospettive economiche mondiali, la crescita della domanda dovrebbe riprendere a salire nel 2024, rimbalzando al 3,3%.

Mentre aumentano gli sforzi per ridurre le emissioni, l’aumento della domanda globale di elettricità è ancora ampiamente sostenuto dall’elettrificazione dei sistemi energetici, dal crescente uso del raffreddamento indoor  quando le temperature salgono e dalla robusta crescita della domanda nelle economie emergenti e in via di sviluppo.

L’Iea prevede che «Nei prossimi due anni, la domanda cinese aumenterà a un tasso medio annuo del 5,2%, solo leggermente al di sotto della media del 2015-19. La crescita media annua della domanda dall’India fino al 2024 è stimata al 6,5%, ben al di sopra della media del 2015-19».

Il rapporto fa però notare che «Anche se la domanda in molte regioni si espande, il forte dispiegamento delle energie rinnovabili in tutto il mondo significa che sono ora sulla buona strada per soddisfare tutta la crescita aggiuntiva della domanda globale di elettricità nei prossimi due anni. Entro il 2024, la quota delle energie rinnovabili nella produzione globale di elettricità supererà un terzo. E a seconda delle condizioni meteorologiche, il 2024 potrebbe diventare il primo anno in cui viene generata più elettricità in tutto il mondo da fonti rinnovabili che dal carbone. Allo stesso tempo, l’elettricità generata da combustibili fossili dovrebbe diminuire nei prossimi due anni. Si prevede che l’elettricità generata dal petrolio diminuirà in modo significativo, mentre nel 2022 la generazione da carbone diminuirà leggermente nel 2023 e nel 2024, dopo essere aumentata dell’1,7%».

Keisuke Sadamori, direttore per i mercati energetici e la sicurezza dell’Iea, conferma che «Il fabbisogno mondiale di elettricità è destinato a crescere fortemente negli anni a venire. Si prevede che l’aumento globale della domanda fino al 2024 sarà pari a circa tre volte l’attuale consumo di elettricità della Germania. E siamo incoraggiati nel vedere le energie rinnovabili rappresentare una quota crescente della produzione di elettricità, con conseguente calo dell’uso di combustibili fossili per la produzione di energia. Ora, per i responsabili politici e il settore privato è il momento di sfruttare questo slancio per garantire che le emissioni del settore energetico subiscano un declino duraturo».

Il rapporto Iea  evidenzia un altro segnale che la transizione energetica sta prendendo piede: «Abbiamo visto l’elettricità prodotta da combustibili fossili diminuire in 4 dei 6 anni tra il 2019 e il 2024. In passato, i cali annuali nella produzione da combustibili fossili erano rari e si verificavano principalmente a causa di shock energetici e finanziari, quando la domanda globale di elettricità era stata abbassate. Ma negli ultimi anni, l’elettricità generata da combustibili fossili è rimasta indietro o è diminuita anche quando la domanda di elettricità è aumentata. Questo indica che il mondo sta rapidamente andando verso un tipping point nel quale la produzione globale di elettricità da combustibili fossili sarà sempre più sostituita da elettricità da fonti energetiche pulite».

Il rapporto esamina dettagliatamente le forze che determinano il calo della domanda di elettricità nell’Ue e ne viene fuori che «Le industrie ad alta intensità energetica del blocco non si sono ancora riprese dal crollo della produzione dello scorso anno. Si stima che quasi i due terzi della riduzione netta della domanda di elettricità dell’Ue nel 2022 provengano da industrie ad alta intensità energetica alle prese con prezzi dell’energia elevati a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina. Questa tendenza è continuata fino al 2023, nonostante i prezzi delle materie prime energetiche e dell’elettricità siano scesi rispetto ai massimi precedenti».

Un quadro che non sembra certo in linea con la strategia energetica del governo italiano che vuole trasformare il nostro Paese in un hub del gas che, secondo l’Iea, è destinato ad essere consumato sempre meno.