La domanda europea di GNL innesca la concorrenza globale per i rifornimenti
Rapporto Iea: i prezzi restano alti anche se la domanda in Europa crolla e la crescita asiatica si blocca
[3 Ottobre 2022]
Secondo il “Gas Market Report, Q4-2022 – including Global Gas Security Review 2022” pubblicato oggi dall’International energfy agency (Iea) «La continua riduzione dei flussi di gas naturale verso l’Europa da parte della Russia ha spinto i prezzi internazionali a nuovi dolorosi massimi, ha interrotto i flussi commerciali e ha portato a gravi carenze di carburante in alcune economie emergenti e in via di sviluppo, con la rigidità del mercato che dovrebbe continuare fino al 2023».
Il rapporto Iea ricorda che «In tutto il mondo, i mercati del gas naturale si stanno restringendo dal 2021 e si prevede che nel 2022 il consumo globale di gas diminuirà dello 0,8% a seguito di una contrazione record del 10% in Europa e della domanda invariata nella regione dell’Asia – Pacifico. Si prevede che il prossimo anno il consumo globale di gas aumenterà solo dello 0,4%, ma le prospettive sono soggette a un elevato livello di incertezza, in particolare in termini di azioni future della Russia e degli impatti economici dei prezzi dell’energia elevati e sostenuti».
Infatti, la situazione e molto confusa dopo che la Russia ha in gran parte interrotto le forniture di gas all’Europa per rappresaglia contro le sanzioni impostele dopo l’invasione dell’Ucraina. Il rapporto Iea sottolinea che «Questo ha aggravato le tensioni e l’incertezza del mercato in vista del prossimo inverno, non solo per l’Europa, ma anche per tutti i mercati che dipendono dallo stesso pool di approvvigionamento di gas naturale liquefatto (GNL)».
Keisuke Sadamori, direttore energy markets and security dell’Iaea, conferma: «L’invasione russa dell’Ucraina e la forte riduzione delle forniture di gas naturale all’Europa stanno causando danni significativi a consumatori, imprese e intere economie, non solo in Europa, ma anche nelle economie emergenti e in via di sviluppo. Le prospettive per i mercati del gas rimangono offuscate, anche a causa del comportamento sconsiderato e imprevedibile della Russia, che ha infranto la sua reputazione di fornitore affidabile. Ma tutti i segnali indicano che i mercati resterano molto ristretti anche nel 2023».
Il rapporto avverte che «L’attuale crisi del gas crea anche incertezze a lungo termine sulle prospettive del gas naturale, in particolare nei mercati in via di sviluppo dove si prevedeva un aumento del suo utilizzo almeno nel medio termine, in quanto ha sostituito altri combustibili fossili a emissioni più elevate. Nel terzo trimestre del 2022 i prezzi del gas naturale in Europa e i prezzi spot asiatici del GNL sono aumentati a livelli record. Questo ha ridotto la domanda di gas e ha incentivato il passaggio ad altri combustibili come carbone e petrolio per la produzione di energia. In alcune economie emergenti e in via di sviluppo, i picchi dei prezzi hanno innescato carenze e interruzioni di corrente. Nei primi 8 mesi di quest’anno il consumo di gas in Europa è diminuito di oltre il 10% rispetto allo stesso periodo del 2021, trainato da un calo del 15% nel settore industriale poiché le fabbriche hanno ridotto la produzione. Nello stesso periodo la domanda di gas naturale in Cina e Giappone è rimasta pressoché invariata, mentre è diminuita in India e Corea. Si prevede che quest’anno la domanda di gas cinese aumenterà di meno del 2%, il tasso di crescita annuale più basso dall’inizio degli anni ’90. Nel frattempo, i prezzi del gas naturale negli Stati Uniti hanno raggiunto i livelli estivi più alti dal 2008, ma il Nord America è stata una delle poche regioni del mondo in cui la domanda è aumentata, sostenuta dalla domanda di generazione di energia».
L’Europa ha compensato il forte calo delle forniture di gas russo attraverso le importazioni di GNL e da rifornimenti da gasdotti alternativi della Norvegia e di altri Paesi. Il rapporto fa però notare che «L’aumento della domanda di GNL in Europa, in crescita del 65% nei primi 8 mesi del 2022 rispetto all’anno precedente, ha allontanato l’offerta dai tradizionali acquirenti nella regione Asia-Pacifico, dove nello stesso periodo la domanda è diminuita del 7% a causa di prezzi elevati, clima mite e continui lockdown Covid in Cina».
L’Iea prevede che quest’anno «Le importazioni di GNL in Europa aumenteranno di oltre 60 miliardi di metri cubi (bcm), più del doppio della quantità di aggiunte globali di capacità di esportazione di GNL, mantenendo il commercio internazionale di GNL sotto forte pressione a breve e medio termine. Questo implica che le importazioni di GNL dall’Asia rimarranno inferiori rispetto allo scorso anno per il resto del 2022. Tuttavia, le importazioni di GNL dalla Cina potrebbero aumentare il prossimo anno in base a una serie di nuovi contratti conclusi dall’inizio del 2021, mentre un inverno più freddo della media si tradurrebbe anche in una domanda aggiuntiva dal nord-est asiatico, aumentando ulteriormente la rigidità del mercato».
Oltre a diversificare l’approvvigionamento, l’Unione Europea e i suoi Stati membri hanno adottato altre misure per aumentare la sicurezza di rifornimento del gas, come la definizione di obblighi minimi di stoccaggio e l’attuazione di misure di risparmio energetico per il prossimo inverno. Il rischio di rimanere al freddo all’inizio dell’’inverno per ora sembra scongiurato: a settembre gli impianti di stoccaggio dell’Ue erano pieni quasi del 90%, ma l’Iea avverte che «L’assenza di forniture russe presenta sfide per il loro riempimento l’anno prossimo».
Mentre l’Italia prepara contestatissimi rigassificatori di GNL come quello di Piombino, «Sia il Giappone che la Corea hanno istituito politiche per ridurre la dipendenza dal GNL importato per la produzione di energia e hanno sviluppato piani di emergenza per possibili interruzioni della fornitura di GNL», dice il rapporto.
Per realizzare il nuovo rapporto, l’Iea ha analizzato la resilienza del mercato del gas dell’Ue in caso di taglio completo dell’approvvigionamento russo a partire dal primo novembre e questa analisi dimostra che «Senza riduzioni della domanda in atto e se l’offerta dei gasdotti russi viene completamente interrotta, lo stoccaggio di gas Ue a febbraio sarebbe pieno per meno del 20%, supponendo un livello elevato di fornitura di GNL, e sarebbe vicino al 5%, e supponendo una fornitura di GNL bassa. Scendendo a questi livelli, lo stoccaggio aumenterebbe il rischio di interruzioni dell’approvvigionamento in caso di un’ondata di freddo tardiva. Durante il periodo invernale, per mantenere i livelli di stoccaggio del gas al di sopra del 25% in caso di minori afflussi di GNL, sarebbe necessaria una riduzione della domanda di gas dell’Ue del 9% rispetto al livello medio degli ultimi 5 anni. E durante il periodo invernale sarebbe necessaria una riduzione della domanda del 13% dalla media quinquennale per mantenere livelli di stoccaggio superiori al 33% in caso di bassi afflussi di GNL. Pertanto, le misure di risparmio di gas saranno fondamentali per ridurre al minimo i prelievi di stoccaggio e mantenere le scorte a livelli adeguati fino al termine della stagione di riscaldamento».