Riceviamo e pubblichiamo
La fusione nucleare? Una tecnologia «fuori tempo massimo»
Scalia: «Non un solo kWh elettrico verrà dall’esperienza di Iter prima del 2050, quando l’Ue sarà invece in grado di produrre con fonti rinnovabili la quasi totalità della sua energia elettrica»
[6 Aprile 2018]
Il Divertor tokamak test facility (Dtt) snobba i milioni di euro stanziati da nove Regioni (dai 25 dell’Emilia-Romagna ai 40 dell’Abruzzo) e approda a Frascati, così ha deciso l’Enea. È infatti dell’Ente di ricerca pubblica nazionale la responsabilità del progetto Dtt, una sorta di reattore a fusione in miniatura del costo di 500 milioni di euro e la cui ragion d’essere è sperimentare e appoggiare Iter, il mega progetto di centrale a fusione nucleare in costruzione a Cadarache (Francia).
Molti guardano con giustificato sospetto al gigantismo di Iter e, soprattutto, al suo essere “fuori tempo massimo”; infatti, non un solo kWh elettrico verrà dall’esperienza di Iter prima del 2050, quando l’Ue sarà invece in grado di produrre con fonti rinnovabili la quasi totalità della sua energia elettrica – il 100% prevedeva il rapporto McKinsey del 2010; i costosissimi e tutt’altro che “puliti” kWh della fusione sarebbero, quindi, del tutto residuali. Tra i sospettosi c’è l’Eni, pronta a investire 50 milioni di euro su Sparc, un progetto di fusione nucleare messo a punto dal prestigioso Massachusetts Institute of Technology (Mit) e da privati, che si propone di realizzare 100 MW entro 15 anni, in esplicita concorrenza con Iter. Figuriamoci col Dtt, che è inoltre basato sulla vecchia tecnologia a superconduttori a bassa temperatura, mentre Sparc si giova di quelli ad alta temperatura (Hts).
Sull’obsolescenza dell’idea di replicare sulla terra come si produce l’energia nel sole – la fusione nucleare, appunto; sul perché tanti Paesi, non solo Ue, si attardano su Iter, un progetto del tutto contradditorio con i principi ispiratori dell’Accordo di Parigi – decentrare e rendere più direttamente accessibile ai territori e ai cittadini il controllo e la produzione d’energia; e, infine, sull’ “utilità” del Dtt e del suo costoso, per i cittadini, ruolo collaterale a Iter, rimandiamo all’articolo “Sole sulla Terra” pubblicato (a pagina 10) dalla rivista “QualEnergia”.
di Massimo Scalia