La guerra dell’eolico tra i conservatori inglesi. E il governo fa marcia indietro sui nuovi limiti locali
Greenpeace UK: ci sono voluti 7 lunghi anni perché il governo iniziasse a rendersi conto dell'ovvio
[7 Dicembre 2022]
Dopo una rivolta dei parlamentari conservatori, il governo conservatore del Regno Unito si è impegnato ad allentare le restrizioni sulla costruzione di parchi eolici onshore in Inghilterra e il regolamento che chiede che le pale eoliche possano essere costruite solo su terreni precedentemente stabiliti verrà riscritta dopo che oltre 30 parlamentari Tory avevano minacciato di cambiarlo presentando un disegno di legge che probabilmente avrebbe avuto il sostegno dell’opposizione laburista e degli indipendentisti scozzesi.
Oggi, BBC News evidenzia che «I nuovi parchi eolici sarebbero ancora soggetti all’approvazione locale. Il metodo preciso di misurazione dell’opinione locale sarà parte di una più ampia consultazione che si concluderà entro il prossimo aprile».
La parziale ritirata del governo arriva dopo che ci si è resi conto che la ribellioni pro-eolico dei parlamentari conservatori rischiava di far ritardare l’approvazione del progetto di legge sugli obiettivi abitativi, A capo della fazioni pro-eolico dei Tory c’è l’ex ministro Simon Clarke, che ha detto che «Le concessioni offerte dal governo sono un pacchetto davvero sensato che garantirebbe che le decisioni sui nuovi progetti vengano prese a livello locale e non che vengano escluse».
L’emendamento di Clarke al disegno di legge per facilitare le regole della pianificazione urbanistica era stato firmato da 34 parlamentari conservatori, inclusi gli ex primi ministri Boris Johnson e Liz Truss.
Doug Parr, direttore delle politiche di Greenpeace UK ha commentato: «Questa imminente inversione a U è come un treno con un lungo ritardo: ci chiediamo perché mai ci sia voluto così tanto tempo, ma siamo contenti che sia finalmente arrivato. L’eolico onshore avrebbe potuto essere progettato come la soluzione perfetta alla crisi climatica ed energetica. Ci sono voluti 7 lunghi anni, una crisi energetica senza precedenti e una grande ribellione che ha coinvolto due ex primi ministri perché il governo iniziasse a rendersi conto dell’ovvio. L’eolico onshore avrebbe potuto essere progettato come la soluzione perfetta alle molteplici crisi che dobbiamo affrontare: è un gioco insensato. Abbiamo prezzi dell’energia altissimi grazie al gas fossile e l’eolico onshore è la forma di energia più economica. Abbiamo un problema di sicurezza sulle forniture di gas e il vento a terra non ha bisogno di carburante ma dell’aria che si muove. E abbiamo una violenta crisi climatica nella quale l’eolico onshore uò ridurre le emissioni che riscaldano il pianeta e farci guadagnare tempo prezioso. Nei prossimi giorni, il governo ha l’opportunità di anteporre i fatti all’ideologia e demolire una delle politiche più assurde e dannose mai introdotte da un governo britannico. Ci è voluto troppo tempo, ma non è troppo tardi per fare la cosa giusta e cestinare il divieto».
La ministra ombra laburista all’energia e cambiamento climatico, Lisa Nandy, ha evidenziato che «I ministri sono stati costretti a assumere questa posizione perché sono troppo deboli per resistere a un’altra ribellione. Il mio Partito dovrà vedere i dettagli», ma ha messo in guardia contro «Un possibile inganno che lascerebbe in atto un sistema molto restrittivo per l’eolico onshore. Il piano del Labour, in base al quale il processo di approvazione sarebbe allineato con altre infrastrutture energetiche, porterebbe a un raddoppio della capacità eoliche».
In base alle attuali regole di pianificazione, in Inghilterra le compagnie eoliche possono presentare domanda per costruire turbine eoliche onshore solo su terreni specificatamente individuati per lo sviluppo nei piani di utilizzo del suolo elaborati dai consigli locali. Si tratta di linee guida approvate dal governo conservatore di David Cameron nel 2015 che hanno portato a un forte calo del numero di siti a cui è stata concessa l’approvazione per realizzare parchi eolici onshore.
Il nuovo premier conservatore Rishi Sunak aveva promesso di mantenere quelle linee guida restrittive durante la sua infruttuosa campagna estiva per sostituire Boris Johnson come leader dei Tory, quando venne battuto dalla Truss, che diede vita a un disastroso quanto effimero governo conservatore e che alla fine è stata sostituita dallo stesso Sunak.
Il segretario agli alloggi Michael Gove ha detto che «Il governo intende ora riscrivere le linee giuda per la pianificazione per consentire alle istituzioni locali di identificare i siti adatti all’eolico onshore. Questo consentirebbe ai ministri di allontanarsi dai requisiti eccessivamente rigidi per i siti eolici onshore da designare in un piano locale».
Il governo conservatore chiederà anche pareri sullo sviluppo di partenariati locali per realizzare “comunità solidali”, concedendo ad esempio sconti ai cittadini sulla bolletta energetica in cambio dell’approvazione di nuovi parchi eolici. Si tratta della stessa consultazione che era stata promessa dal governo di Johnson tre mesi prima che venisse estromesso dall’incarico e venisse nominata al suo posto la Truss.