La povertà da raffreddamento in un mondo che si riscalda

La systemic cooling poverty richiede un nuovo approccio alle strategie di protezione dal caldo a fronte del cambiamento climatico

[26 Settembre 2023]

Lo studio “Understanding systemic cooling poverty”,  pubblicato su Nature Sustainability da ricercatori dell’Università di Oxford, dell’Università Ca’ Foscari Venezia, della Fondazione Cmcc (Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici), di RFF-CMCC European Institute on Economics and the Environment e della London School of Hygiene & Tropical Medicine, porta l’attenzione su una nuova e rilevante dimensione della povertà che sta chiaramente emergendo in un mondo in via di riscaldamento: la cooling poverty. Lo studio evidenzia la natura multidimensionale della cooling poverty e introduce il nuovo concetto di systemic cooling poverty sistemica.

I ricercatori spiegano che «la cooling poverty (povertà da raffreddamento) si può definire sistemica quando si sviluppa in contesti in cui organizzazioni, famiglie e individui sono esposti agli effetti dannosi del crescente stress da calore, principalmente a causa di infrastrutture inadeguate. Tali infrastrutture comprendono beni fisici (come soluzioni di riqualificazione energetica passiva, catene del freddo o dispositivi tecnologici personali per il raffreddamento), sistemi sociali (come reti di supporto e infrastrutture sociali) e risorse immateriali (come la conoscenza, che può permettere di adattarsi intuitivamente agli effetti combinati di calore e umidità)».

Lo studio identifica 5 dimensioni fondamentali che interagiscono tra loro, definendo insieme il concetto proposto di cooling poverty sistemica: clima, comfort termico di infrastrutture e beni, disuguaglianza sociale e termica, salute, istruzione e standard lavorativi.

La principale autrice dello studio, Antonella Mazzone delle università di Oxford de Ca’ Foscari di Venezia,  sottolinea che «la definizione proposta si discosta dai concetti esistenti di povertà energetica e fuel poverty. La cooling poverty sistemica evidenzia il ruolo delle infrastrutture di raffreddamento passivo (utilizzando acqua, superfici verdi e bianche), dei materiali da costruzione per un’adeguata protezione termica esterna e interna e delle infrastrutture sociali. La sua portata sistemica considera anche lo stato dell’offerta di raffreddamento disponibile per il lavoro all’aperto, l’istruzione, la salute e la refrigerazione. In questo senso, lo spazio e il luogo giocano un ruolo chiave in questa concettualizzazione della povertà da raffreddamento. Va oltre l’energia e abbraccia un’analisi multidimensionale e multilivello di infrastrutture, spazi e corpi».

Una co-autrice dello studio, Enrica De Cian dell’università Ca’ Foscari di Venezia e ricercatrice senior al Cmcc, evidenzia a come «il concetto ha molte importanti implicazioni politiche, in quanto evidenzia l’importanza di affrontare i rischi legati all’esposizione al calore con un coordinamento efficace tra diversi settori, come l’edilizia abitativa, la sanità, l’alimentazione e l’agricoltura, i trasporti».

Secondo i ricercatori di Ca’ Fosca tri e Cmcc, «questo nuovo indice può aiutare i governi a programmare in modo tempestivo ed etico gli interventi di raffreddamento più necessari, tenendo in considerazione i relativi compromessi».

Un altro autore dello studio, Giacomo Falchetta di Cmcc e Ca’ Foscari conclude: «La prossima sfida sarà quella di rendere pienamente operativo il quadro proposto per il raffreddamento in diversi contesti e su diverse scale, ed è questa la direzione che desideriamo perseguire nel futuro lavoro di ricerca».