La Russa il nucleare e gli alberi di Berlusconi. M5S i milioni di alberi da piantare sono nel PNRR
Buona destra: Salvini e Meloni hanno votato contro l’Accordo di Parigi e l’European Green Deal
[25 Luglio 2022]
Ignazio La Russa, ex ministro della guerra (pardon della difesa) di Silvio Berlusconi al tempo dell’attacco Nato alla Libia dell’amico di Berlusconi Gheddafi, ex esponente di spicco del Movimento sociale italiano, di Alleanza Nazionale e oggi di Fratelli d’Italia, parlando del gas russo e della dipendenza energetica italiana ha detto al Corriere della Sera: «Credo che occorra valutare le nuove tecnologie sul nucleare, noi abbiamo tutti i rischi degli impianti francesi a ridosso del confine e nessun vantaggio». Quindi prendiamoci i rischi direttamente i casa di centrali che saranno pronte a tempo scaduto, tra 20 o 30 anni? Evidentemente al populista e sovranista La Russa non importa che il popolo italiano si sia espresso con ben due referendum contro il nucleare
Ma la Russa ha poi bocciato senza nessun riguardo la proposta del suo ex e nuovo alleato Silvio Berlusconi di piantare un milione di alberi: «Abbiamo iniziato a definire un programma di governo a 360 gradi, non vogliamo cominciare a lanciare promesse funamboliche come il milione di alberi, comunicheremo un programma di cose». I/le deputati/e del Movimento 5 Stelle della Commissione Ambiente della Camera, fanno notare a La Russa che «Piantare milioni di alberi, ben di più del milione promesso da Berlusconi, è realtà e necessità per la nostra Italia. Lo è grazie al Piano Nazionale Ripresa e Resilienza come ha già ricordato Ilaria Fontana (Movimento 5 Stelle) sottosegretaria alla Transizione Ecologica. Invitiamo il senatore Ignazio La Russa di Fratelli d’Italia, che bolla come “promesse funamboliche piantare milioni di alberi” a studiare sia quanto già previsto nel PNRR che prevede oltre 6.7 milioni nelle sole città metropolitane e quanto deciso dai paesi del G20 che hanno fissato in 100 miliardi l’obiettivo minimo per contrastare i cambiamenti climatici. Il Movimento 5 Stelle dal 2015, di alberi ne ha piantati insieme ai cittadini oltre 90.000, ispirando azioni come quella della Regione Emilia-Romagna nata su nostra proposta dei nostri consiglieri. Visto che siamo persone pragmatiche e pacifiche, se La Russa e Berlusconi si vogliono unire a noi, il prossimo novembre li aspettiamo a piantare tantissimi alberi»,
Ma l’attacco sui temi ambientali, climatici ed energetici alla coalizione di destra-centro arriva da Claudio Desirò del direttivo nazionale di Buona Destra: «Dopo l’irresponsabile decisione di fare cadere un Governo nel periodo più difficile della storia del nostro Paese, stiamo assistendo ad uno spettacolo di basso livello offerto da un mondo politico in preda ad una crisi di nervi da un lato e legato a vecchi retaggi dall’altro. La partenza della campagna della Lega è coincisa con i soliti proclami, tra decreti sicurezza e riforma pensioni, che ascoltiamo da ormai più di 10 anni, così come la Meloni ripete come un mantra il solito refrain del blocco navale. Tutto questo, come se le impellenti contingenze ed urgenze attuali che affossano il Paese, nemmeno esistessero. Il milione di alberi all’anno, annunciato da Berlusconi, ricorda tanto il famoso milione di posti di lavoro promesso più di 10 anni fa, e punta a fare l’occhiolino alle richieste del Paese di una maggiore attenzione ai temi dell’ambiente. Non una parola, non un progetto, non una dichiarazione anche di sfuggita, invece, sulla riconversione green che l’Europa ci chiede, come fosse un tema di poco conto e non un’urgenza improcrastinabile del mondo contemporaneo. Difficile che un Salvini che votò contro l’accordo di Parigi del 2016, oppure una Meloni che da mesi chiede la sospensione del Green Deal, possano perseguire la strada di una transizione ecologica quanto mai urgente. Politici che di fronte all’evidenza dei cambiamenti climatici in atto, piuttosto che affrontare il tema in modo responsabile preferiscono flirtare con le frange estremiste di coloro che mettono addirittura in dubbio l’attuale siccità, sicuramente scriveranno la parola fine su di un processo di transizione non solo auspicabile, ma necessario per le prossime generazioni. Davanti a tutto questo non si può che rimanere sbigottiti e, come cittadini, preoccupati per l’evoluzione futura che attenderà il destino del nostro Paese ostaggio di giochi di posizione e di rendita personale tramite slogan privi di costrutto per risolvere le tante urgenze che influiranno sul futuro di tutti noi e delle giovani generazioni, in particolare».