Il ministro: impegno del governo perché la transizione verso le energie più sostenibili sia rapida e non penalizzi le famiglie

La transizione energetica di Cingolani è alla canna del gas? Aumento delle bollette elettriche fino al 40%.

Fratoianni: si dia una mossa. FacciamoEco e Verdi: ministro inadeguato. Evi: «Si dimetta»

[14 Settembre 2021]

Dopo le sue dichiarazioni alla stampa su un aumento fino al 40% delle bollette elettriche a causa di non meglio definiti aumenti delle materie prime (che in molti hanno tradotto in energie rinnovabili), il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha precisato in un comunicato ufficiale che «I dati tendenziali sugli aumenti dei costi dell’energia sono noti e monitorati da tempo dagli addetti ai lavori: le variazioni delle bollette sono stabilite ogni trimestre dall’autorità per l’energia sulla base del costo delle materie prime come il gas e dal costo della CO2. Il governo è fortemente impegnato per la mitigazione dei costi delle bollette dovuti a queste congiunture internazionali e per fare in modo che la transizione verso le energie più sostenibili sia rapida e non penalizzi le famiglie».

Secondo Giovanni Paglia, responsabile economico Sinistra Italiana, «Il ministro Cingolani conferma: da ottobre bollette elettriche in aumento del 40%. Questa cosa è inaccettabile. Il Governo deve intervenire immediatamente su IVA e accise, e poi convocare Enel e gli altri operatori per ridurre tariffe e profitti Le famiglie italiane hanno già dato».

E il segretario nazionale di Sinistra Italiana ribadisce: «Le bollette dell’energia elettrica aumenteranno del 40% nel prossimo trimestre. Il terzo aumento in pochi mesi. Nel mentre il Governo Draghi buttava soldi in condoni. E il ministro Cingolani cosa fa? Sì limita a denunciare la vicenda. Come fosse un amministratore di condominio o il portavoce di qualche gestore elettrico. Ebbene, non è così. Il Presidente Draghi, il Ministro e il governo tutto si diano una mossa per evitare l’ennesima crudele e insopportabile stangata per le famiglie del nostro Paese. Si prevedono 500 euro di aumento annuale sul bilancio delle famiglie. Eppure nessuno si straccia le vesti e grida al furto. Mica è una patrimoniale che toglie ai ricchi… Quanta ipocrisia».

FacciamoEco (che appoggia criticamente il governo Draghi) manda a dire a Cingolani: «Caro Ministro, il prezzo delle bollette, come dai lei annunciato, non aumenta soltanto perché il prezzo del gas a livello internazionale sta crescendo. Aumenta perché non siamo ancora stati in grado di invertire la rotta sulle rinnovabili, investendo in maniera massiccia sull’installazione di pannelli solari ed eolico, motivo per cui ci ritroviamo ancora a dipendere dal gas per la produzione di energia! Per combattere il cambiamento climatico, inoltre, le nostre aziende devono fare i conti con i costi della decarbonizzazione richiesta dall’Europa per l’abbattimento delle emissioni di CO2, e sebbene ciò comporti un aumento del prezzo della CO2 prodotta, al tempo stesso, però, ci fa da monito: è necessario accelerare la transizione ecologica. Ora è il momento favorevole per l’installazione di tecnologie che aumentino l’efficienza energetica del nostro Paese e per pensare, finalmente, a comunità energetiche rinnovabili! Ma tutto ciò, caro Ministro, non sarà possibile fino a quando non verranno semplificate quelle norme su cui il suo Ministero può intervenire e che scoraggiano i più dal provare a costruire impianti solari ed eolici, soprattutto di grandi dimensioni, rallentando quella transizione ecologica che lei, invece, dovrebbe guidare».

Sulle dichiarazioni di Cingolani interviene anche Rossella Muroni di FacciamoEco: «Sull’allarme lanciato dal ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani sul probabile prossimo aumento del 40% delle bollette degli italiani a causa dei rincari del gas, credo che abbia risposto ottimamente Timmermans. il vicepresidente della Commissione Europea, ricordando che “se avessimo fatto il Green Deal 5 anni fa saremmo meno dipendenti dalle fonti fossili e dal gas naturale”»- La Muroni ha ribadito su 9colonne che «E’ il ritardo che stiamo pagando, non la scelta effettuata. Ma soprattuttoquello che mi preoccupa tantissimo è l’idea che il ministro Cingolani ha… del ministro Cingolani, nel senso che lui che si dichiara da sempre un tecnico mi sembra stia prestando lo spazio e il fianco a polemiche assolutamente politiche, tese più a ragionare di come difendere i fossili, e il gas in prima battuta, che a difendere la transizione ecologica».

Per la ex presidente di Legambiente, «Anche l’uscita sulle bollette credo sia veramente irresponsabile, andrebbe affrontato il problema iniziando davvero dalle rinnovabili. Io ricordo che nel 2011 noi abbiamo realizzato circa 10 gigawatt di potenza da rinnovabili, nell’ultimo anno ne abbiamo fatto a malapena uno. Se il ministro Cingolani vuole davvero aiutare le famiglie italiane deve aiutare il paese a correre sul fronte delle rinnovabili, quindi meno interviste e più atti. Non faccio il processo alle intenzioni a nessuno, però Cingolani sta inanellando una serie di dichiarazioni e poi si stupisce della polemica, è davvero incredibile: è evidente che dire che spendiamo troppo, che sarà un bagno di sangue, e poi promuovere il nucleare crea molte preoccupazioni».

Dall’opposizione un altro attacco durissimo a Cingolani arriva da Eleonora Evi, eurodeputata e co-portavoce nazionale dei Verdi – Europa Verde: «L’inadeguatezza del Ministro Cingolani rispetto al suo ruolo si manifesta sempre più apertamente. Dopo aver autorizzato nuove trivellazioni, aperto al nucleare e diffuso una narrazione del terrore, secondo la quale la transizione ecologica sarà un bagno di sangue, il Ministro continua a far arretrare il Paese rispetto al necessario percorso di transizione verde che l’Europa non si limita a chiedere, ma indica attraverso lodevoli esempi da parte di altri Paesi. E accade dunque, che mentre in Spagna il governo taglia i prezzi di elettricità e gas a spese delle compagnie elettriche, per far fronte all’aumento dei prezzi reso noto già lo scorso agosto, in Italia siamo costretti a sentire dichiarazioni secondo le quali l’aumento delle bollette raggiungerà la percentuale del 40% a causa delle politiche europee di decarbonizzazione che prevedono una tassazione sulla CO2 per le aziende. Posto che questo fattore incide sull’aumento del prezzo del gas solo per il 20%, è evidente che è proprio il ritardo dell’Europa e dell’Italia nel puntare sulle energie rinnovabili a conferire peso al gas, da cui siamo ancora troppo dipendenti. Un concetto ribadito proprio oggi dal vice presidente Timmermans in plenaria, durante la presentazione del pacchetto FIT FOR 55: se avessimo lanciato il Green deal cinque anni fa non saremmo in questa situazione, perché saremmo meno dipendenti dalle fonti fossili e dal gas naturale. Le frasi equivoche di Cingolani inducono a pensare, invece, che l’aumento delle bollette sia causato dalla transizione ecologica e non dall’inerzia di un governo che non ha attivato le misure preventive necessarie e che, a differenza del governo spagnolo, fa sì che l’aumento del prezzo di gas ed elettricità ricada sui cittadini, anziché sulle aziende. Appare lampante che il Ministro non si è rivelato all’altezza del suo compito e che il suo operato stia compromettendo seriamente la possibilità per l’Italia di crescere attraverso una rivoluzione verde. Mancare questa occasione significa condannarci all’immobilismo e vederci superare dagli altri paesi europei che, in luogo di una politica del terrore, hanno adottato una politica del fare. Per questo chiediamo a gran voce le dimissioni di Cingolani. L’Italia merita di meglio».

Un’ipotesi che la Muroni non scarta, ma alza il tiro su Draghi e il suo governo: «Dimissioni di Cingolani? E’ evidente che se non capisce quale à il ruolo del ministero della Transizione ecologica forse ci vuole un’altra persona, ma non voglio prendermela col ministro Cingolani in sé, vorrei che il premier Mario Draghi, che ha detto questo doveva essere un governo ambientalista, venga lui in aula a riferire come davvero vogliamo farla questa transizione. Cingolani non sta facendo il suo mestiere ma il problema è quanto davvero il governo crede nella transizione ecologica».