L’Australia boccia la miniera di carbone vicino alla Grande barriera corallina
Gli ambientalisti: mantenere il carbone sotto terra è la mossa giusta, ma ci sono decine di progetti in sospeso con impatti climatici catastrofici
[10 Febbraio 2023]
La ministra dell’ambiente e delle acque dell’Australia, la laburista Tanya Plibersek, ha bloccato una proposta del magnate minerario Clive Palmer di realizzare una grande miniera di carbone a cielo aperto a sole sei miglia dalla Grande barriera corallina e ora gli ambientalisti e gli aborigeni sperano che bloccherà altri progetti potenzialmente distruttivi.
La Plibersek ha spiegato: «Ho deciso di non approvare il Central Queensland Coal Project perché i rischi per la Grande Barriera Corallina, le riserve di acqua dolce e le acque sotterranee sono troppo grandi. I corsi di acqua dolce scorrono nella Grande Barriera Corallina e nelle praterie di alghe che nutrono i dugonghi e forniscono terreno fertile per i pesci».
Plibersek è la prima ministro dell’ambiente australiano a usare i poteri che le conferisce l’Australia’s Environmental Protection and Biodiversity Conservation Act per bloccare una miniera di carbone. Il Central Queensland Coal Project consisteva in due gigantesche miniere a cielo aperto che avfebbero dovuto produrre fino a 10 milioni di tonnellate di carbone all’anno per 20 anni o più.
Gli ambientalisti esultano: «Questa è una vittoria per la barriera corallina, per il turismo, per le comunità che dipendono dalla barriera corallina per il proprio sostentamento e per tutti coloro che amano questa meraviglia naturale – ha detto Coral Rowston di Environmental Advocacy in Central Queensland – Se il Central Queensland Coal Project fosse stato operativo il mese scorso quando ci sono state le alluvioni, avrebbe pompato milioni di litri di acque reflue tossiche direttamente nella Broad Sound fish habitat area, una nursery vitale per molte specie essenziali per la nostra salute, per la salute della barriera corallina r per l’nostra industria della pesca».
Anche l’’Environment Council of Central Queensland (ECoCeQ) è soddisfatto, ma avverte che «Devono essere tenuti in considerazione anche gli impatti climatici di altre proposte in sospeso sulla Great Barrie Reef e su migliaia di meraviglie viventi».
A luglio, ECoCeQ, rappresentato da Environmental Justice Australia, ha promosso un procedimento legale nel quale chiede di «Esaminare gli effetti potenzialmente catastrofici del cambiamento climatico per quasi tutti i progetti di carbone e gas in attesa dell’approvazione federale». A novembre. La Plibersek aveva accettato tutte le richieste di riesame come valide, ad eccezione della miniera di carbone del Queensland centrale, che è stata trattata separatamente.
Dopo la decisione, la presidente di ECoCeQ Christine Carlisle ha dichiarato: «Tutto il carbone e il gas che rimangono nel terreno sono una buona notizia per le migliaia di animali, piante e luoghi iconici che vogliamo proteggere affinché i nostri figli e i loro figli possano conoscerli e amarli. Rifiutare la miniera di carbone del Queensland centrale è senza dubbio la decisione giusta. Significa che la Grande Barriera Corallina e migliaia delle nostre meraviglie viventi saranno risparmiate da oltre 1 miliardo di tonnellate di emissioni di gas serra che questa miniera avrebbe alimentato nel corso della sua vita. Ma sulla scrivania del Ministro ci sono ancora decine di altre nuove proposte sui combustibili fossili. Tanya Plibersek ha giustamente valutato l’impatto che la miniera del Queensland centrale avrebbe sulla barriera corallina e sui corsi d’acqua circostanti. Quel che verrà dopo nel modo in cui il ministro considera ciascuna delle altre nuove proposte sul gas e sul carbone è fondamentale. Non importa dove il carbone viene estratto e bruciato: gli impatti sul clima sono altrettanto dannosi. Ecco perché abbiamo chiesto al Ministro di considerare il rischio per migliaia di meraviglie viventi dalle altre 16 proposte di carbone e gas prima che prenda la sua decisione. Il Ministro ha accettato come valide le nostre richieste di riesame e ora sta valutando le prove scientifiche e migliaia di osservazioni pubbliche. Il ministro ha la responsabilità di considerare l’immenso e indiscutibile danno causato dai danni climatici che tutte le nuove proposte di carbone e gas pongono alle meraviglie naturali dell’Australia».
L’avvocato di Environmental Justice Australia Hollie Kerwin, ha sottolineato che ECoCeQ «Ha presentato al ministro una serie di prove scientifiche che aveva ragione di accettare di dover prendere in considerazione. Dipinge un quadro cupo dei rischi climatici attuali e previsti per migliaia di animali, luoghi e piante in tutto il Paese messi in pericolo dalle nuove proposte di carbone e gas in cantiere. Erò, è tempo di affrontare questa realtà. E’ scioccante, ma fino ad ora i ministri dell’ambiente australiani hanno completamente ignorato il cambiamento climatico nel valutare le nuove proposte di carbone e gas. E’ tempo che questo cambi. Tanya Plibersek ha un’enorme responsabilità. Il destino delle meraviglie viventi dell’Australia è nelle sue mani».
Intervistata da Sky News, la Plibersek, ha detto che la decisione è avvenuta dopo aver eseminato le controdeduzioni del proponente alle sue preoccupazioni e dopo aver analizzato tutte le osservazioni sia dei sostenitori del progetto che dei contrari: ben 9.000 tra lettere ed e-mail, il 98% delle quali sostenuto la decisione di difendere la Grande barriera corallina e l’area del patrimonio mondiale della Grande barriera corallina e il parco marino, che sono anche una parte molto importante dell’economia del Queensland. «Stiamo parlando di oltre 6 miliardi di dollari – ha ricordato la ministra – che contribuiscono all’economia ogni anno con circa 64.000 posti di lavoro. Qualsiasi rischio per la Grande Barriera Corallina è qualcosa che devo considerare molto attentamente».
Ora, però anche l’industria minerari si chiede quali progetti di combustibili fossili verranno fermati con delle leggi che erano rimaste inapplicate per circa 22 anni e la Plibersek ha risposto che «Prenderò una decisione caso per caso su ogni progetto che mi viene messo davanti. E lo so che i Greens e altri stanno dicendo che dovremmo semplicemente respingere ogni domanda per una miniera di carbone o un progetto di gas, qualunque cosa. Non è assolutamente quello che sto facendo qui. Ho preso una decisione su un progetto basato sulla scienza davanti a me che dice che il rischio per la Grande Barriera Corallina e per gli ecosistemi di acqua dolce nell’area è un rischio inaccettabile».
Ma è evidente che – come fanno notare gli ambientalisti – una decisione come quella presa non può fermarsi alla sola Grande Barriera Corallina. La Plibersek ribadisce che «Ogni decisione che è davanti a me, sia che si tratti di un progetto minerario o di un progetto energetico, linee di trasmissione, complessi residenziali, ognuna deve essere presa nel merito. Quindi, abbiamo l’Environmental Protection and Biodiversity Conservation Act che è in vigore da circa 20 anni. Stiamo riformando quella legislazione proprio mentre parliamo, anche sulla base delle raccomandazioni del professor Graeme Samuel al governo precedente. Vogliamo prendere decisioni più velocemente. Vogliamo una migliore protezione ambientale e un processo decisionale più rapido per le imprese. Questa è per me un’altra area di lavoro. Ma sto operando sulle leggi vigenti in questo momento e sulle leggi vigenti sto prendendo una decisione caso per caso. E in questo caso i rischi erano inaccettabili».
Ma è indubbio che una decisione così “pesante” presa dopo 8 mesi di governo innervosisce non poco le compagnie fossili che erano abituate a dettare le decisioni politiche dei governi nazional-conservatori ecoscettici e negazionisti climatici. Per la Plibersek su questo ci sono due cose da dire: «La prima è che sappiamo dal rapporto sullo stato dell’ambiente che l’ambiente australiano è in cattive condizioni e sta peggiorando. E se continuiamo a fare quello che abbiamo fatto finora, dovremo affrontare cose come l’estinzione del koala in Australia. Non è qualcosa che sono disposta ad accettare. Quindi, dobbiamo proteggere meglio l’ambiente. D’altra parte, voglio anche vedere gli australiani lavorare. Voglio vedere case costruite. Voglio vedere i progetti di energia rinnovabile andare avanti. Quindi, abbiamo bisogno di un sistema che acceleri il processo decisionale per progetti ambientalmente sostenibili. Voglio vedere i lavori. E penso che una delle grandi ironie qui sia che ci sono questi, alcuni dei parlamentari del Queensland, che parlano dell’impatto sui posti di lavoro di questo progetto che non procede. Si stanno preparando a votare contro un National Reconstruction Fund da 15 miliardi di dollari che il governo australiano sta proponendo e che riguarda solo i posti di lavoro australiani. Voglio dire, si stanno preparando a votare contro il “Made in Australia”. Votano contro il “Made in Australia” e parlano dell’impatto sui posti di lavoro. Quindi, penso che ci sia un po’ di ipocrisia da parte di coloro che sono preoccupati per i posti di lavoro, perché abbiamo un fondo di 15 miliardi di dollari che vogliamo investire nella creazione di posti di lavoro e loro votano contro».
Uno di questi è Matt Canavan di The Nationals che, sempre su Sky News, aveva detto che «Questa decisione è essenzialmente inflazionistica, eserciterà maggiore pressione sulle famiglie». Ma il Central Queensland Coal Project di Clive Palmer prevedeva di estrarre carbone che sarebbe stato tutto esportato e la Plibersek conferma lapidaria: «Sì, si tratta solo di carbone per l’esportazione. Questo carbone sarebbe stato esportato. La maggior parte del carbone è carbone metallurgico, quindi sarebbe stato utilizzato per la produzione di acciaio. C’era un po’ di carbone proprio alla fine del progetto che sarebbe stato utilizzato per l’energia, m questo dimostra solo che non stanno prestando attenzione. Questo è carbone per l’esportazione».