L’Australia estrarrà gas anche dopo il 2050. A rischio gli impegni climatici
Greenpeace è un tradimento delle comunità australiane e del Pacifico
[9 Maggio 2024]
La ministra australiana delle risorse federali, la laburista Madeleine King, ha pubblicato oggi la “Future Gas Strategy” del governo federale che Greenpeace Australia Pacific ha subito bollato come «Un tradimento dell’impegno del governo laburista nei confronti delle comunità australiana e del Pacifico di attuare un’azione climatica urgente e accelerata».
Infatti, la King ha annunciato che l’Australia aumenterà l’estrazione e l’utilizzo del gas fino al 2050 e oltre, nonostante aderisca all’impegno globale di eliminare gradualmente i combustibili fossili. Secondo il governo del primo ministro Anthony Albanese il gas è necessario per sostenere l’approvvigionamento energetico nazionale, avviando allo stesso tempo la transizione verso le emissioni net zero netto.
Ma l’opposizione Verde dice che invece si tratta di un vero e proprio rifiuto della scienza, ricordando ai laburisti che l’International energy agency (Iea) richiede «Enormi diminuzioni nell’uso di carbone, petrolio e gas per raggiungere gli obiettivi climatici». Ma l’Australia – uno dei maggiori esportatori mondiali di gas naturale liquefatto – ha affermato che la sua politica si basa «Sul suo impegno ad essere un partner commerciale affidabile».
La “Future Gas Strategy” delinea i piani del governo per collaborare con l’industria e i leader degli Stati australiani per aumentare sia la produzione che l’esplorazione dei giacimenti di gas e certifica che il governo laburista continuerà a sostenere l’espansione dei progetti di gas esistenti nel Paese, i più grandi dei quali sono gestiti da Chevron e Woodside Energy Group nella Western Australia. Albanese e la King sostengono che si tratta di dcecisioni necessarie per l’approvvigionamento energetico interno dell’Australia mentre il Paese si avvicina ai suoi obiettivi di fornire l’82% di energia rinnovabile alla rete entro il 2030 e di raggiungere le emissioni net zero entro il 2050. Attualmente il gas rappresenta il 27% del fabbisogno energetico dell’Australia, ma la maggior parte della produzione viene esportata in Paesi come Cina, Giappone e Corea del Sud. Secondo i dati dello stesso governo, il gas è responsabile di circa un quarto delle emissioni totali dell’Australia.
Durissimo il commento dell’’amministratore delegato di Greenpeace Australia Pacific, David Ritter, che ha ricordato che «I laburisti hanno vinto le ultime elezioni federali con la promessa di realizzare l’azione climatica urgente e decisiva che gli australiani desiderano e meritano. L’annuncio odierno del Ministro King non è solo un tradimento di tale impegno, ma è anche un passo avanti verso un futuro più insicuro per tutti noi. Questo non è meglio di un fumatore che dice che sta per smettere, ma in realtà sta semplicemente cambiando una marca di sigarette con un’altra. La cosiddetta strategia del Ministro King potrebbe anche essere stata scritta dalla lobby dei combustibili fossili; è piena di misure per aprire la strada al nuovo gas e fa luce opportunamente sulle misure per proteggere le specie minacciate che verranno danneggiate nel processo. Sembra un assegno in bianco affinché l’industria possa trivellare a suo piacimento, indipendentemente dal costo per le nostre comunità e per il nostro clima. In un momento in cui la scienza è chiarissima sul fatto che qualsiasi nuovo combustibile fossile è incompatibile con un futuro sicuro, e i leader globali – inclusa l’Australia – hanno accettato di abbandonare i combustibili fossili nei sistemi energetici, questo governo sta etichettando i combustibili fossili come “gas verde” invece di attuare soluzioni comprovate e convenienti di energia rinnovabile. La sconsiderata strategia della ministra King è completamente in contrasto con i progressi del governo laburista verso il suo obiettivo di emissioni net zero. Questo porterà profitti agli esportatori di gas nel breve termine, gravando sugli australiani con un peggioramento delle condizioni meteorologiche estreme, energia più costosa, infrastrutture del gas ridondanti e un’economia meno competitiva. Questo governo deve agire nel migliore interesse del popolo australiano. Per cominciare, sappiamo che la ministra federale dell’ambiente, Tanya Plibersek, deciderà presto se lasciare che Woodside sviluppi le parti più inquinanti del Burrup Hub-Browse e dell’estensione Northwest Shelf. Chiediamo alla ministra Plibersek di non approvare queste proposte. La luce sulla collina non può essere alimentata a gas. La ministra King ha torto sul piano scientifico, fa un torto al popolo australiano e sta minando la posizione del governo laburista, in patria e all’estero. Il popolo australiano osserva da vicino, così come la nostra famiglia del Pacifico. Esortiamo i ministri Plibersek, Bowen e King a garantire che l’eredità di questo governo non consista in promesse non mantenute; ma piuttosto, un futuro sicuro e prospero per tutti noi».
Bill Hare, amministratore delegato di Climate Analytics e autore di numerosi rapporti Onu sul cambiamento climatico ha detto a BBC Australia «Il gas fossile non è un combustibile di transizione. E’ uno dei principali fattori che contribuiscono al riscaldamento globale ed è stato la principale fonte di aumento delle [emissioni] di CO2 nell’ultimo decennio».
Il senatore indipendente David Pocock lha definito il piano energetico laburista «Moralmente fallito, negligente e semplicemente stupido».
Dopo averla criticata, i laburisti sembrano accodarsi alla teoria dei precedenti governi liberal-nazionalisti secondo la quale il gas è un combustibile ponte essenziale e che spegnerlo troppo presto potrebbe avere impatti negativi significativi” sull’economia e sul fabbisogno energetico dell’Australia. Ma Hare e altri scienziati hanno avvertito che «La costruzione di una politica di zero emissioni basata sul gas contribuirà a bloccare il riscaldamento globale a più 2,7 – 3° C, il che avrà conseguenze catastrofiche».
Nel 2015, i leader mondiali hanno promesso di cercare di limitare l’aumento della temperatura a lungo termine a 1,5° C, un limite cruciale per evitare gli impatti più dannosi del cambiamento climatico. Secondo il servizio climatico dell’Ue Copernicus, questo limite è stato recentemente superato per la prima volta, da febbraio 2023 a gennaio 2024.
Shiva Gounden, responsabile Pacifico di Greenpeace Australia Pacific, conclude: «Per la nostra gente nel Pacifico, le notizie di oggi sono un pugnale alla schiena. Al vertice COP28, il ministro Bowen ha definito il Pacifico “nostri fratelli e sorelle”. Ma per essere davvero una famiglia è necessario smettere di commettere sempre gli stessi errori. Quel di cui il Pacifico ha bisogno in questo momento è di fermare tutta l’espansione dei combustibili fossili – questo significa anche il gas. Mentre la ministra King corteggia gli investimenti giapponesi, il ministro Bowen dovrà incontrare faccia a faccia le comunità delle isole del Pacifico nei futuri incontri della COP: resterà a guardare e permetterà che ciò accada? Questo governo sa che il difficile rapporto dell’Australia con il Pacifico si basa su un’azione concreta per il clima, non sulla retorica. Se il governo australiano è seriamente intenzionato a sostenere la sua vuvale nel Pacifico, deve mantenere l’impegno preso alla COP28 di Dubai di abbandonare tutti i combustibili fossili. Non è possibile effettuare la transizione aprendo nuovi progetti fossili. Non ha senso».