Le Comunità energetiche rinnovabili sono uno strumento per la transizione ecologica
I risultati di un’indagine di Fondazione Symbola, Ipsos e Gruppo Tea
[26 Giugno 2023]
Al XXI Seminario Estivo di Symbola che si è tenuto a Mantova dal 21 al 24 giugno sono stati presentati i dati sulle Comunità energetiche rinnovabili (CER) di Fondazione Symbola, Ipsos e Gruppo Tea. Come spiegano a Symbole si tratta di «Un’indagine che ha preso in esame la conoscenza, le opinioni e le attese di cittadini, imprese e diocesi in merito alle Comunità Energetiche (CER). Si analizza il livello di conoscenza e diffusione delle comunità energetiche nel Paese, nelle imprese, nel mondo ecclesiale e nella società civile».
Un’iniziativa che ha messo al centro le comunità energetiche come soluzione concreta per contrastare il caro bollette, l’emergenza climatica e la povertà energetica. Il rapporto ricorda che «Introdotte in Europa nel 2016 nel Clean Energy Package, le comunità energetiche rappresentano un fenomeno in crescita anche nel nostro Paese: cercandole sul canale italiano di Google si ottengono oltre 3.100.000 risultati, e la loro ricerca sulla piattaforma è quadruplicata nell’ultimo anno».
Per Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, «Le Comunità Energetiche Rinnovabili sono uno strumento formidabile per affrontare la crisi climatica, abbassare le bollette, rendere l’Italia più libera da ricatti energetici puntando sulle rinnovabili. Per muoversi sulla linea indicata dall’Europa con il Next Generation EU: coesione, transizione verde, digitale. Lo pensano i cittadini, imprese, diocesi, anche se molto resta da fare per far conoscere e rendere praticabili le CER. Credo che finalmente il decreto sia in arrivo, grazie anche all’impegno del ministro Pichetto Fratin. Abbiamo già perso troppo tempo. L’Italia può essere protagonista della transizione verde con un’alleanza tra società, imprese, istituzioni, tra comunità, empatia e tecnologia che può rendere più forte la nostra economia».
Dal nuovo aggiornamento, rispetto al punto di vista dei cittadini, risulta «Ancora da consolidare il livello di conoscenza delle CER: sebbene l’85% circa degli intervistati ne ha almeno sentito parlare, solo poco più del 10% afferma di conoscere bene il concetto (in linea con quanto emerso nella precedente rilevazione). n generale elevate le potenzialità riconosciute allo strumento: il 65% dei cittadini le considera un aiuto concreto per far fronte alla crisi energetica e all’aumento dei costi dell’energia e quota di poco inferiore, il 60%., è altresì convinto del ruolo coesivo che esse possono svolgere nel rafforzare i legami di comunità tra il territorio e tra i cittadini. Tra le opportunità offerte ai partecipanti simil percepito rispetto al 2022: principalmente risparmio economico in bolletta e garanzia di indipendenza e sicurezza energetica sul territorio».
Se nel 2022 i cittadini erano preoccupati soprattutto dai lunghi tempi di realizzazione delle CER, ora l’attenzione degli italiani si è sposta sugli investimenti economici che richiedono. Se la percentuale di chi è propenso a partecipare a una CER arriva quasi 60%, rispetto al 2022 diminuisce la quota di chi si dice molto propenso a partecipare.
Il presidente Ipsos, Nando Pagnoncelli, spiega che «L’indagine condotta presso un campione di 800 intervistati residenti sul territorio italiano dimostra una buona propensione alla partecipazione da parte dei cittadini (60%), che riconoscono le notevoli potenzialità delle comunità energetiche, sia in termini economici, sia in termini di capitale sociale. Dal punto di vista economico i cittadini vedono, infatti, nelle CER un aiuto solido e concreto nell’affrontare la crisi energetica e il conseguente aumento dei costi, relativamente al capitale sociale 6 cittadini su 10 le considerano un valido contributo per rafforzare i legami di comunità con il territorio. Pertanto, è evidente l’apertura dei cittadini verso questo strumento, ma tuttavia rimane ancora da colmare un gap informativo; di fondamentale importanza, quindi, continuare con gli sforzi di promozione per sensibilizzare la popolazione e guidarla ad una transizione più che mai necessaria».
Il presidente di Gruppo Tea, Massimiliano Ghizzi, ha concluso: «Promuoviamo le comunità energetiche sul nostro territorio da circa un paio di anni, perché la loro diffusione contribuisce ad accelerare l’utilizzo di energie da fonti rinnovabili, a favorire la ricerca di nuove soluzioni per aumentare l’efficienza dei sistemi esistenti e a combattere la povertà energetica. Attraverso la società SEI, abbiamo messo a disposizione le nostre conoscenze, offerto consulenza tecnica e supporto agli enti locali per la predisposizione dei bandi dedicati alle CER. Soprattutto nell’ultimo anno abbiamo toccato con mano il crescente interesse nel nostro territorio, non solo da parte della pubblica amministrazione, ma anche e soprattutto da privati cittadini e imprese che pur in una fase di incertezza normativa si sentono pronti e desiderosi di essere protagonisti nella transizione energetica e sociale. La recente pubblicazione del documento di consultazione da parte del GSE e le dichiarazioni del Ministero fanno ben sperare in una prossima uscita degli ultimi tasselli normativi. Il tempo che avremo a disposizione per la transizione non è molto ma siamo tutti pronti per fare la nostra parte in quella che è senza dubbio una vera e propria rivoluzione».