Le riserve di gas e petrolio italiane sono limitate, anche quelle non accertate
Se subito e interamente sfruttate potrebbero coprire 7 mesi di consumi nazionali di gas e 1,5 anni di petrolio
[19 Aprile 2022]
Mentre il nostro governo sta facendo il giro di Paesi autoritari e dittature – Egitto, Angola, Congo, Libia, Algeria, Qatar… – per non comprare più petrolio dal regime autoritario e dittatoriale di Vladimir Putin, mentre arriva, senza che nessuno sollevi un sopracciglio, la notizia che una feroce dittatura petrolifera sunnita, quella dell’Emirato del Bahrain (nota per la repressione della maggioranza sciita e per avere le carceri piene di prigionieri politici), si sta per comprare la squadra di calcio del Milan… Qualcuno continua a proporre come soluzione dei nostri guai e delle nostre contraddizioni energetiche l’utilizzo di favolosi e giganteschi giacimenti di gas e petrolio italiani, rimasti bloccati perché gli ambientalisti cattivi impedirebbero di sfruttarli.
Così Italy for Climate (I4C) si è posta una semplice domanda: «Aumentare la produzione di gas e di petrolio sfruttando appieno le riserve nazionali ci aiuterà a risolvere il problema della eccessiva dipendenza energetica dalle importazioni di combustibili fossili (a cominciare da quelle di gas dalla Russia)?» La risposta deluderà molti di coloro che sono convinti (o fanno finta di essere convinti) che l’Italia sia una specie di Algeria non sfruttata del gas e del petrolio: «I dati ufficiali sulle riserve nazionali di idrocarburi, sia quelle classificate come “certe” sia quelle ritenute “probabili” (che hanno cioè più del 50% di probabilità di poter essere sfruttate) o “possibili” (sfruttabili con una probabilità molto inferiore al 50%), sono prodotti dalla Direzione Generale Infrastrutture e Sicurezza del Ministero della transizione ecologica e sono aggiornati al 2019. Per quanto riguarda il gas, le riserve accertate nel sottosuolo italiano, localizzate soprattutto nel sud Italia ammontano a circa 46 miliardi di metri cubi: se chiudessimo dall’oggi al domani ogni importazione di gas, con queste riserve potremmo coprire appena 7 mesi di consumi nazionali di gas. Per il petrolio le cose andrebbero un po’ meglio, ma non molto: nel sottosuolo italiano, quasi interamente in Basilicata, sono accertate 73 milioni di tonnellate di greggio (petrolio non raffinato), che ci permetterebbero di coprire quasi un anno e mezzo di consumi nazionali».
All’I4C fanno notare che «Se immaginassimo di poter estrarre con successo anche tutte le riserve “probabili” e “possibili”, potremmo contare su altri 66 miliardi di metri cubi di gas e 134 milioni di tonnellate di petrolio, che potrebbero coprire rispettivamente altri 11 e 30 mesi del nostro fabbisogno di questi idrocarburi». Ma per farlo ci vorrebbero anni, non giorni come crede qualche miracolistico fan del gas e petrolio made in Italy.
La conclusione è che «Aumentare la produzione nazionale potrebbe dunque contribuire in modo molto limitato a soddisfare il fabbisogno nazionale di combustibili fossili. L’unica via possibile per aumentare la nostra autonomia – e la nostra sicurezza – energetica è quella di ridurre il consumo di combustibili fossili, riducendo il nostro fabbisogno energetico grazie all’efficienza energetica, e aumentando l’utilizzo delle uniche risorse energetiche nazionali ampiamente disponibili e oggi più che mai a buon mercato: le fonti rinnovabili».