Legambiente al governo: vere rinnovabili nei trasporti
«Eliminare subito i sussidi ambientalmente dannosi come quelli per i biodiesel a base di olio di palma, premiamo trasporto elettrico e i biocarburanti da rifiuti e scarti agroindustriali»
[12 Giugno 2020]
Oggi, nel corso del webinar “Vere rinnovabili nei trasporti”, Legambiente ha chiesto al governo che «Si vieti in Italia già dal primo gennaio 2021 l’uso di oli vegetali – come l’olio di palma e di soia – nei biocarburanti e si promuovano davvero solo le vere rinnovabili nel settore trasporti a partire dagli olii alimentari usati, dal bioetanolo da scarti agricoli cellulosici, il biometano da rifiuti organici e scarti agroalimentari – insieme alla mobilità elettrica da fonti rinnovabili».
Il Cigno Verde si è confrontato con parlamentari ed esperti del settore sia sui combustibili verdi che sul recepimento della direttiva europea RED II sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili che ha l’obiettivo quello di portare l’uso delle rinnovabili nell’Ue al 32% entro il 2030 e che, tra le altre cose, dà la facoltà agli Stati membri di far cessare i sussidi all’uso di olio di palma e derivati tra il 2020 e il 2030.
Andrea Poggio, responsabile mobilità sostenibile di Legambiente, ha sottolineato che «Oggi il Parlamento italiano, con una norma nazionale di recepimento della direttiva comunitaria può decidere di non sussidiare e non riconoscere più l’uso di olii vegetali nei biocarburanti e promuovere solo rinnovabili “vere” e italiane nel settore dei trasporti a partire dai biocarburanti avanzati. La Francia ha già tolto gli incentivi all’olio di palma da sei mesi (1 gennaio 2020), Eni ha già annunciato di rinunciarvi entro il 2023. Prima vittoria. Ora noi proponiamo di non andare oltre 1 gennaio 2021 con i sussidi legge per tutti. E che rinnovabili “vere” usare al posto? Non solo biometano da rifiuti e bioetanolo da scarti cellulosici, anche di origine agroalimentare, ma anche elettricità rinnovabile che serve per muovere veicoli elettrici di varia natura: auto, furgoni, camion, gru e navi nei porti, treni merci e pendolari, tram e filobus. L’Italia non perda dunque questa importante occasione ed interrompa gli incentivi all’uso dell’olio di palma nel diesel, come già oltre 59.000 italiani hanno richiesto firmando una petizione su www.change.org/unpienodipalle».
Legambiente ricorda che l’Italia, insieme a Spagna e Olanda «E’ tra i Paesi che importano più olio di palma proveniente principalmente dall’Indonesia e, in misura minore, dalla Malaysia. La stessa Commissione Europea ha definito insostenibile la coltivazione di olio di palma, ha ricordato che il 45% delle nuove coltivazioni di olio di palma che alimentano i finti biodiesel (che non sono per nulla green e sostenibili) viene prodotto in piantagioni che causano la deforestazione delle foreste pluviali, minacciano le popolazioni indigene e causano la perdita di biodiversità e della vita selvatica ed infine ne ha stabilito il graduale abbandono nell’utilizzo per la produzione di biodiesel almeno entro il 2030».