Mission Innovation: 23 Paesi (c’è l’Italia) vogliono eliminare gli ostacoli per l’energia pulita
Un grande progetto per le emissioni net zero, la necessità di innovazione non è mai stata così grande
[4 Giugno 2021]
La produzione di energia delle pale eoliche varia con la velocità del vento varia; l’output delle celle solari cambia in base alla copertura nuvolosa e ad altri fattori. E’ la variabilità delle fonti di energia rinnovabile e superarla è fondamentale per aumentare la quota di rinnovabili messa in rete.
Il 2 giugno, al Summit Innovating to Net Zero, ospitato dal Cile, sono stati presentati collettivamente «Nuovi audaci piani per catalizzare l’azione e guidare un decennio di innovazione per guidare gli investimenti globali nella ricerca, nello sviluppo e nelle attività dimostrative per l’energia pulita», con l’obiettivo di «Rendere l’energia pulita accessibile, attraente e accessibile per tutto questo decennio, per accelerare l’azione verso l’Accordo di Parigi e percorsi net zero». Si tratta di Mission Innovation 2.0, la seconda fase di Mission Innovation alla quale aderiscono 22 Paesi – Italia, Arabia saudita, Australia, Austria, Brasile, Canada, Cile, Cina, Corea del sud, Danimarca, Emirati Arabi Uniti, Finlandia, Francia, Germania, Giappone, India, Marocco, Norvegia, Paesi Bassi, Regno Unito, Svezia, Stati Uniti d’America – e Unione europea e che investirà 248 milioni di dollari nel prossimo decennio per risolvere il problema entro il 2030. Si tratta di una delle iniziative del programma di ricerca sulle tecnologie pulite Mission Innovation (MI).
Secondo le associazioni ambientaliste questo investimento è solo una frazione rispetto ai molti trilioni di dollari di danni che il cambiamento climatico, se non verrà mitigato, causerà a società ed economie.
Ma i 23 governi e l’Ue coinvolti nel programma MI – che insieme rappresentano il 90% degli investimenti pubblici globali nell’innovazione dell’energia pulita – ribattono che, dal 2015, hanno aumentato gli investimenti nell’innovazione nell’energia pulita per un totale di 18 miliardi di dollari. Ora, gli investimenti sono ora superiori di 5,8 miliardi di dollari all’anno rispetto al 2015. Canada, Cile, Finlandia, Giappone, Paesi Bassi, Norvegia, Corea del sud e Regno Unito hanno raddoppiato i loro livelli di investimento e Danimarca, Germania, Svezia e Commissione europea hanno aumento degli investimenti del 75% o più rispetto alla baseline del 2015.
BBC News spiega che «Le soluzioni al problema della variabilità includeranno lo stoccaggio di energia; ad esempio, sistemi di alimentazione intelligenti che rispondono ai cambiamenti della domanda; controlli avanzati e intelligenza artificiale».
Il problema è che alcuni dei Paesi che fanno parte del progetto o sono monarchie assolute petrolifere o sono governati da notori negazionisti climatici, come il Brasile e l’Australia, e che la loro conversione appare più tattica che strategica: fono a ieri erano con Trup e oggi c’è Biden… Mentre Paesi come l’Italia hanno ll’eterno problema di colmare il gap di quello che sottoscrivono negli accordi internazionali e quel che riescono a fare davvero in patria.
I Paesi del progetto MI ricordano che «Raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi di limitare il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2 gradi Celsius, rispetto ai livelli preindustriali, richiede enormi passi avanti nell’innovazione energetica in questo decennio. La metà delle riduzioni delle emissioni globali necessarie per raggiungere gli obiettivi climatici nazionali e globali entro il 2050 dipende dalle tecnologie esistenti oggi, ma sono solo in fase di dimostrazione o prototipo. Queste tecnologie non sono ancora sufficientemente efficaci o convenienti per essere implementate su larga scala, come l’idrogeno pulito, lo stoccaggio avanzato delle batterie o i combustibili a emissioni zero».
In una dichiarazione congiunta per il lancio di Mission Innovation 2.0, ministri dell’energia, della ricerca e della scienza dei 22 Paesi e la Commissione europea sottolineano che «Dal momento che molti governi e aziende in tutto il mondo continuano a impegnarsi per obiettivi climatici ambiziosi e per raggiungere emissioni net zero, la necessità di innovazione non è mai stata così grande o urgente. Per rispettare l’Accordo di Parigi, tutti i settori dell’economia devono accedere in questo decennio a soluzioni di energia pulita competitive».
I ministri si sono impegnati a rafforzare la loro ambizione e cooperazione collettiva; mobilitare e collegare gli sforzi globali di ricerca, sviluppo e dimostrazione per massimizzare l’impatto di questi investimenti; rafforzare la fiducia nelle soluzioni energetiche pulite; sviluppare percorsi di distribuzione; sviluppare percorsi nazionali di innovazione che descrivano come miglioreranno l’ambizione di essere pionieri delle tecnologie e/o dei settori dell’energia pulita per raggiungere gli obiettivi climatici ed energetici fino al 2030.
Aprendo il summit, l’ormai quasi ex presidente di destra del Cile, Sebastián Piñera, ha dichiarato: «Il Cile è orgoglioso di dare il via a questo entusiasmante prossimo capitolo di Mission Innovation in questo anno vitale di azione per il clima. Attraverso l’innovazione, la collaborazione e, soprattutto, l’azione, disponiamo degli strumenti di cui abbiamo bisogno per combattere il cambiamento climatico e raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Mentre ci concentriamo su questo nuovo decennio di innovazione, l’obiettivo condiviso dei membri di Mission Innovation di accelerare la transizione verso un’energia più rapida, pulita e conveniente per tutti è più realizzabile che mai».
Secondo John Kerry, inviato presidenziale speciale Usa per il clima, «Il lancio di Mission Innovation 2.0 è un importante passo avanti per raggiungere i nostri obiettivi climatici collettivi. Raggiungere le emissioni nette entro il 2050 richiederà un’azione urgente entro il 2030, sia per implementare le tecnologie di energia pulita che già abbiamo, sia per sviluppare, dimostrare e scalare le innovazioni di cui avremo bisogno per decarbonizzare completamente l’economia globale. Gli Stati Uniti stanno rinvigorendo la loro leadership in questa nuova entusiasmante fase, nella quale la comunità di Mission Innovation farà progredire le tecnologie di cui abbiamo bisogno per ridurre le emissioni con applicazioni impegnative, tra cui idrogeno a zero emissioni di carbonio, trasporto pulito a lunga distanza e rimozione dell’anidride carbonica».
Tutti i Paesi aderenti e l’Ue sono concordi nel considerare il lancio di Mission Innovation 2.0 una pietra miliare nella preparazione della 26esima Conferenza delle parti Unfccc che si terrà a Glasgow a novembre e il britannico Alok Sharma, presidente della COP26, ha evidenziato che «L’ accelerazione della transizione verso l’energia pulita sarà essenziale se vogliamo mantenere a portata di mano l’obiettivo di 1,5 gradi. Per raggiungere questo obiettivo, sarà fondamentale la collaborazione internazionale sull’innovazione in settori come l’energia, i trasporti e l’industria. Abbiamo bisogno che i Paesi si impegnino ad aumentare le loro ambizioni climatiche, ad agire e a trasformare questo obiettivo in realtà».
Mission Innovation sta collaborando con una rete di organizzazioni partner in tutto il mondo per accelerare l’innovazione. In occasione dell’Innovating to Net Zero Summit, la Commissione Europea e Breakthrough Energy Catalyst hanno annunciato una nuova partnership per sostenere gli investimenti nelle tecnologie pulite per le industrie low carbon.
Mission Innovation 2.0 si prefigge di guidare un decennio di innovazione con nuove Missioni per l’azione che accelerino l’innovazione e riducano il costo delle tecnologie guidando l’azione pubblico-privata nelle aree critiche per le transizioni globali verso l’energia pulita. Ogni missione è guidata da una coalizione di paesi e riunisce i governi e il settore privato per concentrare gli sforzi di innovazione. Le missioni sono sostenute da una nuova piattaforma di innovazione globale per rafforzare la fiducia e la consapevolezza nelle innovazioni emergenti e massimizzare l’impatto degli investimenti nazionali. Eccole:
Green Powered Future – guidata da Cina, Italia e Regno Unito – mira a dimostrare che, entro il 2030, i sistemi energetici in diverse aree geografiche e climi saranno in grado di integrare efficacemente fino al 100% di energie rinnovabili variabili, come l’eolico e il solare, nei loro mix di produzione e mantenere un sistema efficiente in termini di costi, sicuro e resiliente.
Clean Hydrogen – guidato da Australia, Cile, Regno Unito, Stati Uniti e Unione Europea – mira a rendere il costo dell’idrogeno pulito competitivo per l’utente finale, riducendo i costi end-to-end a 2 dollari per chilogrammo entro il 2030. La missione aumenterà la ricerca e lo sviluppo nelle tecnologie dell’idrogeno e fornirà almeno 100 hydrogen valley attraverso la produzione, lo stoccaggio e l’uso finale dell’idrogeno in tutto il mondo.
Zero-Emissions Shipping – guidato da Danimarca, Stati Uniti e Norvegia, insieme al Global Maritime Forum e al Maersk McKinney Moller Center for Zero Carbon Shipping – mira a navi in grado di funzionare con combustibili a emissioni zero (come idrogeno verde, ammoniaca e metanolo) per costituire almeno il 5% della flotta d’altura globale entro il 2030.
Innovation Platform: creerà fiducia globale nelle soluzioni emergenti di energia pulita monitorando i progressi dell’innovazione, migliorando lo scambio di conoscenze e la collaborazione e lavorando con investitori, innovatori e utenti finali per accelerare l’immissione sul mercato delle tecnologie.
Come parte della piattaforma, l’India ha lanciato il Mission Innovation CleanTech Exchange che creerà una rete di incubatori tra i Paesi membri. La rete fornirà l’accesso alle competenze e alle informazioni di mercato necessarie per supportare le nuove tecnologie per accedere a nuovi mercati a livello globale.
Per il segretario generale dell’Onu, António Guterres, «La Mission Innovation sta svolgendo un ruolo cruciale nell’accelerare le soluzioni per affrontare il cambiamento climatico. Dobbiamo ridurre le emissioni globali del 45% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2010 e raggiungere emissioni net zero entro il 2050 e per farlo dobbiamo agire rapidamente. Ogni settore e ogni industria deve avere un piano d’azione con obiettivi intermedi robusti. A meno di 6 mesi dalla COP26, accolgo con favore gli impegni dei governi e del settore privato che ci aiuteranno a raggiungere i nostri obiettivi condivisi».
Fatih Birol, direttore esecutivo dell’International energy agency (Iea), ha concluso: «La Global Roadmap to Net Zero by 2050 dell’Iea dimostra che entro la metà del secolo, quasi la metà delle riduzioni delle emissioni di CO2 dovrà provenire da tecnologie che sono attualmente in fase di dimostrazione o prototipo. Ciò significa che sono necessari grandi sforzi di innovazione entro il 2030 per portare queste nuove tecnologie sul mercato in tempo e scalarle nei prossimi decenni. La nostra roadmap evidenzia inoltre che senza una più forte cooperazione internazionale sull’innovazione dell’energia pulita, potrebbero volerci decenni in più prima che il mondo raggiunga le emissioni net zero. Mission Innovation è un chiaro esempio di come i governi possono lavorare insieme in quest’area critica e l’Iea si impegna a sostenere questi sforzi per promuovere l’innovazione dell’energia pulita per raggiungere i nostri obiettivi climatici condivisi».