Motor valley in Emilia Romagna, Legambiente: bene l’elettrico, no a ulteriori cementificazioni
Necessario guidare la transizione tecnologica pianificando nuovi poli produttivi sostenibili. «Non cementifichiamo la prima area agricola, il tempo per fare le cose bene c’è»
[5 Febbraio 2021]
Legambiente Emilia Romagna interviene sulle notizie di stampa riguardanti un investimento da oltre un miliardo di euro per la produzione di auto elettriche nella Motor Valley, probabilmente tra Modena e Bologna. Gli investitori coinvolti nel progetto della Motor Valley dovrebbero essere Faw, il più grande produttore di auto cinesi e Silk Ev, società specializzata nell’ingegneria e nel design automobilistico.
In una nota gli ambientalisti evidenziano che «Giudichiamo fondamentale il percorso di riconversione del settore della mobilità verso l’elettrico, un cammino necessario alla transizione per un’economia 100% rinnovabile e che potrebbe tenere assieme gli interessi del lavoro e del clima. Un cammino che deve partire dalle aziende locali (non solo l’industria dell’auto, ma anche dei bus come la ex BredaMenarinibus), accompagnato con un uso efficace delle risorse Ue del PNRR e dei fondi strutturali per l’innovazione. Sicuramente gli investimenti stranieri su nuovi poli produttivi potrebbero essere un pezzo fondamentale di questo percorso per pensare all’Emilia Romagna come ad un soggetto trainante a livello nazionale sul mondo dell’elettrico».
Il Cigno Verde sottolinea che «Rispetto all’evenienza di nuove aree industriali, però, è fondamentale preparare un cammino che pianifichi solo poli sostenibili, che siano serviti dal trasporto pubblico e che riusino aree degradate. Non cadiamo nel ricatto di dover trovare la prima area vergine da cementificare per non perdere l’investimento, dato che siamo in una fase ancora preliminare è bene giocare d’anticipo ed escludere fin da subito le aree agricole per nuovi possibili insediamenti produttivi. Se le aree di interesse sono quella modenesi occorre che Regione ed enti locali individuino un serio percorso d’uso delle aree dismesse».
Legambiente Emilia Romagna conclude: «Spostare quote di mobilità verso l’elettrico in pianura padana risulta fondamentale anche per ridurre l’inquinamento locale e dare concretezza agli obiettivi del Piano Aria. Rimane tuttavia prioritario pensare a modelli in cui l’auto non sia l’unica alternativa, ma un pezzo di un sistema dove ciclabilità e trasporto pubblico devono acquistare sempre maggiori spazi».
Legambiente ha presentato anche il suo PNRR per l’Emilia Romagna con le richieste prioritarie per l’Associazione che riguardano i temi della rigenerazione, della mobilità, della messa in sicurezza del territorio, dell’energia e dei rifiuti: messa in sicurezza del nodo idraulico modenese, rigenerazione delle città, riconversione dei settori industriali e completamenti viari su ferro.
Tra i progetti da finanziare in Emilia-Romagna Legambiente indica:
Rigenerazione delle città, recupero delle molte aree dismesse e interventi sulle grandi aree da bonificare: censire aree artigianali ed industriali dismesse, per l’insediamento delle nuove attività produttive, sviluppare un fondo specifico di garanzia per interventi rapidi di bonifica, realizzare infrastrutture diffuse finalizzate alla riduzione del rischio idraulico e climatico, potenziare le risorse verso la rigenerazione urbana.
Una nuova mobilità ed una nuova logistica: adeguamento della ferrovia Parma-La Spezia e prosecuzione verso il Brennero, completamento del nodo dell’SFM di Bologna, realizzazione di un sistema rapido di trasporto costiero, avviamento del cantiere per adeguamento dell’intera rete ferroviaria regionale (350 km).
Messa in sicurezza del territorio come cantiere per la difesa delle persone e dell’economia: piano straordinario di interventi per la sicurezza idraulica su tutte le province con particolare riguardo al nodo idraulico modenese.
Energia: priorità agli interventi di efficientamento energetico e forte sostegno alle rinnovabili, in particolare eolico offshore e fotovoltaico su aree degradate.
Rifiuti: accelerare il supporto alle filiere produttive e della distribuzione per ridurre l’utilizzo di prodotti monouso e materiali non recuperabili.
Riconversione di settori economici specifici: a partire da quello dell’Oil&Gas di Ravenna, dell’industria ceramica e del settore regionale verso la produzione del settore elettrico di auto e autobus.
Aree interne e Appennino: implementare la garanzia dei servizi sul territorio, superare il frazionamento della proprietà agraria, sviluppare biodistretti e turismosostenibilie e di comunità, strumenti di maggior tutela per l’area del Delta del Po.
Servizio Sanitario e Ambiente: potenziamento del servizio sanitario e miglior integrazione tra medici e pediatri di famiglia per avere una miglior lettura tra lo stato di salute e l’ambiente con l’istituzione di “Medici sentinella per l’ambiente”.