Nel 2020 il 27% dell’energia cinese sarà rinnovabile. Stagni fotovoltaici e foreste contro lo smog (FOTOGALLERY)
Crollano i prezzi delle rinnovabili e il governo taglia gli incentivi
[27 Dicembre 2016]
Grazie all’arrivo di un fronte di aria fredda, Pechino ha passato il Natale senza allerta rossa inquinamento, ma la densità di PM2.5 nella capitale cinese resta a un livello elevato e nei giorni scorsi più di 20 città del nord della Cina hanno emesso un’allerta rossa a causa dello smog, centinaia di voli aerei hanno subito ritardi e numerose autostrade sono state chiuse.
Per combattere questo venefico risultato del suo rapidissimo sviluppo, la Cina sta approntando rapidamente colossali progetti che nei Paesi sviluppati susciterebbero sicuramente qualche perplessità, come le migliaia di pannelli solari installati su degli stagno destinati alla pesca a Cixi, nell’est del Pase e inaugurati il 24 dicembre. Pubblicando le foto di Xu Yu che potete vedere, l’agenzia ufficiale cinese Xinhua sottolinea che «Questo progetto di energia solare permetterà di produrre 220 milioni di kWh d’elettricità all’anno».
Secondo il Piano 2016-2020 della Commissione nazionale di sviluppo e della riforma per l’energia rinnovabile del governo cinese, «l a Cina rimpiazzerà una grande quantità di combustibili fossili con l’energia rinnovabile nei prossimi 5 anni, in vista di avere una migliore qualità dell’aria. Entro il 2020, gli impianti basati sulle energie rinnovabili forniranno 1.900 miliardi di kWh di elettricità, che rappresentano il 27% del totale della produzione di energia. Entro il 2020 la Cina utilizzerà, ogni anno, l’energia rinnovabile equivalente a 730 milioni di tonnellate di carbone».
La Commissione nazionale di sviluppo e della riforma per l’energia rinnovabile spiega che «il sostegno delle politiche per l’energia rinnovabile, i miglioramenti tecnologici e la riduzione dei costi cambieranno il portafogli energetico della Cina, con più energia eolica, solare e geotermica e l’energia da biomasse che renderanno l’economia del Paese più pulita e più sostenibile».
Un progresso e una diminuzione dei costi che hanno portato lo stesso governo centrale cinese ad annunciare che nel 2017 taglierà i sussidi alle rinnovabili del 19% rispetto al 2016.
Pechino è convinto che nel 2018 il costo degli impianti eolici calerà del 15% e che questo permetterà di tagliare ogni anno 6 miliardi di yuan ( 863 milioni di dollari) di sussidi ai nuovi impianti fotovoltaici ed eolici.
La Cina vuole rilanciare la sua produzione industriale con il piano “Made in China 2025” e il primo ministro Li Keqiang ha chiesto di fare uno sforzo maggiore per trasformare la Cina da «gigante industriale a potenza mondiale dell’industria». Ma Li ha aggiunto che «Il Piano “Made in China 2025” dve essere combinato ad un piano d’azione nazionale “Internet Plus” e alla promozione di un’imprenditoria di massa e all’innovazione per promuovere l’interazione positiva tra i nuovi slanci della crescita e i settori tradizionali. La Cina deve anche cercare un livello più elevato di produzione inytelligente e verde, per promuovere un livello di crescita damedia a elevata».
Intanto il ministro dell’agricoltura Han Changfu ha annunciato che «La Cina punta ad aumentare il suo tasso di copertura forestale al 23,04% entro il 2020, contro il 21,66% attuale».
Xinhua spiega che «Un aumento di 1,38 punti percentuale del tasso di copertura forestale rappresenta più di 1,3 miliardi di metri cubi di riserve sul terreno. Le tasso di copertura forestale in Cina ha raggiunto il 20,36% a fine 2008, cioè 195 milioni di ettari. Durante il period del 12esimo Piano quinquennale (2011-2015), la superficie delle foreste del Paese è aumentata di 450 milioni di mus (30 milioni di ettari). Però, il tasso di copertura forestale della Cina resta circa 10 puniti percentuale inferiore alla media ondiale».
Nel suo rapporto Han sottolinea che «La Cina opererà per promuovere il rimboschimento e per migliorare la qualità delle sue foreste nel corso dei prossimi 5 anni a contare dal 2016. I progressi scientifici e tecnologici svolgono un ruolo sempre più importante nello sviluppo forestale e agricolo della Cina».