Neutralità climatica in Italia? Così la raggiungeremo tra 200 anni: nel 2220

Italy For Climate: la Russia rimane il nostro principale fornitore di energia. Italia indietro nella transizione energetica Ue

[18 Aprile 2023]

«2220: è questo l’anno in cui, proseguendo di questo passo, l’Italia azzererà le proprie emissioni di gas serra». E’ la previsione purtroppo fondata su dati che Italy for Climate (I4C), il centro studi sul clima della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, ha trasformato in l’appello urgente in occasione della Giornata Internazionale della Terra.

I4C evidenzia che «Le stime preliminari di Ispra indicano che le emissioni di gas serra in Italia nel 2022 sono state di circa 418 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, un valore praticamente uguale al 2021, nonostante il calo dei consumi di energia. Questo è dovuto a un aumento del carbone e al crollo della produzione idroelettrica (-38%), tornata ai livelli degli anni ’50 a causa della siccità̀, con le rinnovabili ferme a 100 TWh, appena il 35% della produzione nazionale, ed eolico e solare in crescita di +3 GW, con l’Italia che è ancora fanalino di coda in Europa».

Il quarto rapporto “10 Key Trend sul clima” presentato oggi da Italy for Climate, fornisce una rappresentazione sintetica – con dati e grafici –  delle tendenze rilevanti in materia di clima ed energia che hanno caratterizzato l’Italia nel 2022 ed Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e promotore di I4C evidenzia che «Per rispondere alla crisi dei prezzi dell’energia e all’acuirsi della crisi climatica, come indicato dalla stessa Unione europea con il piano RepowerEU, avremmo dovuto accelerare la transizione energetica. La prima analisi di alcuni trend chiave del 2022 per l’Italia ci dice, invece, che abbiamo perso una occasione importante per riallinearci agli obiettivi energetici e climatici e recuperare strada sui nostri partner europei».

Andrea Barbabella, coordinatore di Italy for Climate, ricorda che «Dal 2014 in Italia abbiamo tagliato in media ogni anno 2 milioni di tonnellate di gas serra: continuando così riusciremo ad azzerarle non prima del 2220, mentre l’obiettivo è quello di raggiungere la neutralità climatica al massimo al 2050. Nel 2022, invece di fare il salto di qualità, siamo riusciti addirittura ad aumentare la nostra dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili, che hanno soddisfatto il 78% del fabbisogno energetico nazionale. Con la Russia che rimane il nostro primo fornitore di energia».

Infatti, il rapporto rivela che «Nel 2022 le importazioni di combustibili fossili hanno coperto ben il 78% del fabbisogno di energia. Il dato è in crescita rispetto al 2021 e ci fa tornare ai livelli dello scorso decennio. L’Italia resta dunque uno dei Paesi in Europa con la più alta dipendenza energetica dall’estero. L’unico periodo in cui l’abbiamo ridotta in modo strutturale è stato nel boom delle rinnovabili (2008-2014).  Nonostante la guerra in Ucraina e la crisi energetica, nel 2022 il quadro dei Paesi da cui più dipendiamo per l’energia resta sostanzialmente invariato rispetto al 2021: la Russia rimane il nostro primo fornitore (pesava per il 25%, oggi è scesa al 20%), seguita da Algeria, Azerbaigian e Libia. Aumentano il loro peso le importazioni di GNL (+46% rispetto al 2021) e l’import di gas dal Nord Europa».

In particolare, il Report evidenzia come «La crisi dei prezzi dell’energia, da un lato, e l’acuirsi degli impatti della crisi climatica, dall’altro, non abbiano influenzato positivamente la transizione verso la neutralità climatica in Italia. La fuga dal gas russo e la crisi dell’idroelettrico, causata da una siccità eccezionale, hanno peggiorato il mix energetico italiano, con una mancata riduzione delle emissioni di gas serra, anche a causa di una crescita ancora insufficiente delle rinnovabili negli ultimi anni».

L’Italia rimane ancora indietro rispetto ad altre grandi potenze europee in termini di transizione energetica: « Ancora nel 2022, fra i grandi Paesi Ue, l’Italia è quello con la più bassa crescita di nuovi impianti eolici e fotovoltaic – si legge nel report-  Nel 2022 abbiamo installato solo 3 GW di nuovi impianti, meno di Francia (+5 GW, Spagna +9, Germania +11). Il settore è decollato in tutta Europa, ma in Italia ancora troppo lentamente e questo ci sta facendo perdere terreno rispetto agli altri partner europei. I 3 GW installati del 2022 costituiscono una buona crescita rispetto agli anni precedenti (in cui la media si attestava a meno di 1 GW l’anno). Hanno contribuito, da un lato, i primi effetti delle semplificazioni poste dal Governo e, dall’altro, la domanda di impianti residenziali creata dal Superbonus (key trend n.8). Siamo tuttavia ancora lontani dagli oltre 10 GW/anno necessari al 2030 per centrare i target climatici».