Nuove opportunità per i prosumatori di energia rinnovabile in città

Le comunità e cooperative energetiche rinnovabili devono essere favorite e diversificate

[31 Ottobre 2022]

I centri urbani europei offrono ai cittadini l’opportunità di produrre energia rinnovabile come prosumer

Circa tre quarti della popolazione totale dell’Unione europea vive nelle città e nelle aree suburbane e si prevede che questa percentuale aumenterà. Le città sono anche responsabili di gran parte delle emissioni di carbonio. Il dinamismo e la densità delle città significano che hanno un grande potenziale per diventare modelli per stili di vita a basse emissioni di carbonio. I prosumer (prosumatori) urbani possono dare un contributo fondamentale alla decarbonizzazione delle loro comunità. secondo il briefing “Energy prosumers and cities” dell’ European Environment Agency. «Le città possono svolgere un ruolo chiave nel passaggio dell’Europa a un futuro ow-carbon. Facilitare il prosumption  urbano.

Il termine prosumazione ha un significato molto ampio e definizioni che spesso si sovrappongono. L’EEA spiega che «In senso stretto i prosumatori sono individui, istituzioni o piccole imprese che assumono il ruolo sia di produttori che di consumatori di energia. Tuttavia, in senso lato il termine designa tutti i soggetti che contribuiscono attivamente al sistema energetico, ad esempio aiutando a stabilizzare la rete mediante l’uso di batterie proprie. I prosumatori possono agire a livello individuale o collettivo, come nel contesto di una cooperativa energetica».

Javier Esparrago, esperto di energia e ambiente dell’EEA,  sottolinea che « I benefici sono molto numerosi. Ne cito solo tre. Primo, i prosumatori sono solitamente meno esposti a prezzi dell’energia elevati, poiché spesso generano una parte dell’energia che consumano. Secondo, molti impianti di prosumazione sono installati su tetto e non richiedono quindi apposite aree di terreno. Terzo, questi progetti sono di norma finanziati dalle famiglie e sono pertanto utili per canalizzare i risparmi privati nella transizione energetica. D’altra parte la prosumazione presenta anche notevoli inconvenienti. Uno dei principali è legato all’efficienza di questi progetti in termini di costi, spesso inferiore rispetto a quella di progetti di grandi dimensioni semplicemente per effetto di economie di scala. Anche l’elevato costo iniziale di alcuni modelli di prosumazione è criticato, in quanto non tutti possono permetterselo. In definitiva ritengo che il futuro sistema energetico sarà più decentrato, con un mix di impianti su larga e su piccola scala collegati attraverso una rete intelligente flessibile».

Secondo Esparrago Il potenziale contributo che possono apportare cittadini prosumatori nella riduzione degli effetti negativi dell’attuale crisi energetica, in particolare per quanto riguarda le bollette, è enorme: «Una famiglia può talvolta coprire interamente il proprio fabbisogno di elettricità con l’autoproduzione, specie in combinazione con batterie e una pompa di calore. I progetti su piccola scala sono di solito realizzabili in tempi relativamente brevi, in risposta a periodi caratterizzati da prezzi elevati dell’energia. Di fatto, negli ultimi mesi è stata osservata un’enorme domanda di pannelli solari da installare su tetto. Tuttavia, alcuni fattori limitano la rapidità di attuazione dei progetti di prosumazione. Ad esempio vi sono attualmente problemi legati all’approvvigionamento dei pannelli solari e dei loro componenti. Anche l’ottenimento dei permessi necessari e la carenza di competenze possono allungare i tempi. Senza dimenticare che naturalmente non tutti dispongono di un tetto sul quale installare pannelli. I tetti solari costituiscono la tecnologia privilegiata. Tuttavia alcuni prosumatori organizzati a livello collettivo fanno anche investimenti di altra natura, ad esempio in energia eolica, impianti idroelettrici di piccole dimensioni o teleriscaldamento».

Il briefing EEA ricorda che «I Comuni possono sostenere i prosumatori fornendo spazi di proprietà pubblica o incoraggiando altri edifici privati ​​o proprietari terrieri a offrire spazi che possono essere utilizzati per la produzione di energia guidata dai cittadini. Questi possono includere tetti di scuole, ospedali, appartamenti o terreni inutilizzati che possono essere utilizzati per installare pannelli solari o altre tecnologie di energia rinnovabile. Le autorità locali possono anche offrire incentivi finanziari mirati alle imprese per promuovere la partecipazione dei cittadini e incoraggiare il coinvolgimento pubblico nella pianificazione energetica. I comuni possono anche fungere da centri di informazione e contribuire a costruire le giuste competenze per aiutare chi è interessato all’installazione di rinnovabili».

Ogni città è unica, ma ha alcuni attributi comuni che stabiliscono un ambiente per la prosumption distinto dalle aree più rurali, ad esempio: Stabilire la prosumption nelle città è più difficile che nelle aree rurali a causa dello spazio limitato disponibile per la produzione di energia e delle disposizioni più complesse per la proprietà delle superfici (come i tetti dei condomini). Le città sono più densamente popolate delle aree rurali, rendendo la tecnologia solare sui tetti la tecnologia rinnovabile preferita. L’elevata densità di popolazione rende anche più redditizie le reti termiche, offrendo il potenziale per lo sviluppo di iniziative prosumer relative alle reti termiche nelle città. Più persone vivono in condomini, il che apre opportunità di azione collettiva ma rende più difficile coordinare gli investimenti. Le brevi distanze di viaggio rendono le città ideali per l’utilizzo di veicoli elettrici, sia privati ​​che pubblici. E’ più probabile che i progetti di prosumer urbano implichino l’accoppiamento con la mobilità. Le città possono offrire opportunità per lo sviluppo di distretti energetici integrati, ad esempio quando le aree all’interno di una città vengono riqualificate o vengono aggiunte nuove aree. La produzione di elettricità fuori città (generazione fuori sede) offre ai prosumatori possibilità di superare la mancanza di spazio.

Esparrago ricorda che «La direttiva sulla promozione delle energie rinnovabili la direttiva relativa al mercato interno dell’energia elettrica hanno definito vari tipi di prosumatori e stabilito diritti e obblighi dettagliati per ciascuno di essi. Ma il maggiore impulso alla prosumazione è provenuto, lo scorso maggio, dalla proposta di piano REPowerEU e dalla relativa iniziativa per i tetti solari. La proposta prevede l’obbligo giuridico di installare pannelli solari nei nuovi edifici e incoraggia i paesi a ridurre la burocrazia, predisporre incentivi e fornire consulenza ai cittadini sull’assunzione del ruolo di prosumatori. In questo senso rappresenta davvero una svolta».

La facilità per un consumatore   di energia diventare prosumatore dipende molto dai modelli di prosumazione, che sono molteplici, come le Comunità energetiche rinnovabili che stanno faticosamente prendendo piede in italia a causa di ritardi legislativi e burocratici. Esparrago  fa l’esempio dell’installazione di pannelli solari su tetto: «Comporta un notevole investimento iniziale, oltre a richiedere una certa pianificazione, l’ottenimento di permessi e, a volte, tempi di attesa per la disponibilità di professionisti qualificati. Per contro si può aderire a una grande comunità/cooperativa energetica quasi con la stessa facilità con cui si cambia fornitore di energia. Malgrado le grandi differenze esistenti la riduzione di queste barriere iniziali è fondamentale affinché la prosumazione si affermi in tempi più brevi. E’  essenziale un quadro politico chiaro, stabile e ben sviluppato. In alcuni paesi la prosumazione non è adeguatamente integrata nelle leggi e nei regolamenti nazionali e questa situazione crea incertezza per i potenziali prosumatori. Anche l’accesso a finanziamenti e la mancanza di informazioni costituiscono spesso un ostacolo. Le autorità nazionali o regionali potrebbero creare sportelli unici mettendo a disposizione dei cittadini informazioni su aspetti tecnici e normativi nonché sul sostegno finanziario disponibile. I governi dovrebbero inoltre affrontare il problema della carenza di competenze e adeguare la formazione professionale alle esigenze del mercato».