Petrolio, ExxonMobil sotto accusa per frode climatica (VIDEO)
La multinazionale petrolifera nel mirino di 18 procuratori generali Usa
[30 Marzo 2016]
Una nuova coalizione di procuratori generali degli Stati ha accusato le compagnie dei combustibili fossili di nascondere la realtà del cambiamento climatico ed ha aperto un’indagine sulla ExxonMobil che potrebbe coinvolgere le altre grandi compagnie petrolifere statunitensi.
L’Alliance of top state law enforcement officers nasce per chiedere un’azione climatica urgente su più fronti legali. Al procuratore generale di New York, Eric Schneiderman si sono subito aggiunti 6 suoi colleghi che hanno ottenuto l’adesione di altri 10 Stati e District of Columbia. Insside Climate News spiega che «il gruppo si è riunito a New York per pianificare le strategie e condividere informazioni». I top legal officials di Vermont, Virginia, Massachusetts, Maryland, Connecticut ed Isole Vergini hanno detto che riterranno le compagnie dei combustibili fossili responsabili se accerteranno che quel che hanno detto e fatto riguardo ai cambiamenti v climatici si rivelerà illegale.
«Il primo emendamento, ladies and gentlemen, non dà il diritto di commettere frodi», ha detto Schneiderman, che nel novembre 2015 aveva già emesso ha emesso un mandato di comparizione per la ExxonMobil riguardante la sicurezza dei consumatori e la violazione delle norme statali. Schneiderman ha spiegato che «ogni procuratore generale lavora su casi di frode e stiamo perseguendo questa come avremmo qualsiasi altra questione frode. Bisogna dire la verità, non è possibile fare travisamenti del tipo che abbiamo visto qui. La portata del problema che stiamo affrontando, la dimensione delle corporate entities e le loro alleanze, le associazioni di categoria e di altri gruppi, è enorme e richiede uno sforzo multistatale».
La procuratore generale del Massachusetts, Maura Healey, ha rivelato di aver aperto anche lei un’inchiesta su attività e dichiarazioni della ExxonMobil riguardanti il cambiamento climatico. Il procuratore generale delle Isole Vergini Usa, Claude Walker, ha detto di aver avviato un’indagine sul combustibile fossile. Schneiderman poi prospettato un coinvolgimento della Exxon e ha detto che anche la California ha aperto un’indagine, anche se il procuratore generale di quello stato, Kamala Harris, era rappresentato al meeting del procuratori da un membro del suo staff.
Tutti questi procuratori generali sono democratici e il gruppo si è dato il nome di “AGs United for Clean Power”, dichiarando che la loro attività punta dichiaratamente a sostenere il Clean Power Plan, al centro delle politiche climatiche del presidente Barack Obama. Il gruppo vuole difendere i nuovi regolamenti che sono stati messi in standby da un singolare contenzioso della Corte Suprema in una corte d’appello federale di Washington DC
«Tutti, dal presidente Obama in giù, siamo sotto l’attacco implacabile da forze ben finanziati, altamente aggressive prive di morale, che stanno cercando di bloccare ogni passo da parte del governo federale per prendere azioni significative – ha detto Schneiderman – Così oggi stiamo inviando un messaggio che almeno alcuni di noi, in realtà molti di noi, nel governo dello stato sono disposti a entrare in questa battaglia con un livello di impegno e di coordinamento senza precedenti. Se ci sono companies – sia utility che compagnie dei combustibili fossili . che hanno commesso frode nel tentativo di massimizzare il loro profitto a breve termine a discapito delle persone che rappresentiamo, vogliamo sapere tutto di loro e vogliono esporlo e perseguirle nella misura massima consentita dalla legge, e perseguiremo nella misura massima consentita dalla legge».
Una vera e propria dichiarazione di guerra e Schneiderman fa davvero sul serio, visto che ha chiesto alla Exxon di fornirgli i documenti della multinazionale sulla ricerca scientifica e la comunicazione sul clima e che coprono un arco di quasi 40 anni. Il procuratore generale di New York si è mosso dopo che InsideClimate News e il Los Angeles Times hanno pubblicato vecchi documenti dai quali sembra emergere che la Exxon avesse capito molto prima che divenisse di dominio pubblico la portata devastante dei cambiamenti climatici.
Le multinazionali petrolifere sono molto preoccupate e Suzanne McCarron, vice presidente di Exxon per gli affari pubblici e governativi, ha detto che le accuse rischiano di bloccare la ricerca dell’industria privata e le ha definite assurde, politicamente motivate e prive di fondamento. Il problema è che è evidente che la Exxon abbia tenuto nascosti dati sul clima e che nel frattempo abbia negato l’evidenza scientifica di quel che emergeva dalle sue stesse ricerche, finanziando anche gruppi eco-scettici e politici che si battevano e battono contro le politiche climatiche e ambientali.
I procuratori generali sono stati raggiunti dal’ex vice presidente Al Gore, che ha detto che l’alleanza AGs United for Clean Power” che potrebbe essere un punto di svolta: «Non possiamo continuare a permettere all’industria dei combustibili fossili o a qualsiasi industria di trattare la nostra atmosfera come una fogna a cielo aperto o di indurre in errore l’opinione pubblica riguardo all’impatto che hanno sulla salute della nostra gente e sulla salute del nostro pianeta. Coloro che utilizzano mezzi sleali e illegali per cercare di evitare che il cambiamento sia possibile, ora, finalmente, dovranno renderne conto».
Gore ha paragonato le azioni della Exxon a quelle dell’industria del tabacco negli anni ’90, una falsificazione sui dati dei danni del fumo alla salute che anche in quel caso venne svelato grazie ad un’azione legale avviata dai procuratori generali.
Gore e Schneiderman dicono che è inconcepibile che l’industria dei combustibili fossili abbia speso milioni di dollari per campagne di relazioni pubbliche che avevano l’unico obiettivo di nascondere la verità, impiegando legioni di lobbisti per ostacolare ogni regolamentazione e finanziando gruppi e movimenti politici dediti esclusivamente a screditare la scienza climatica.
I procuratori non si nascondano che si tratterà di un procedimento complesso, Schneiderman ha ricordato che le leggi e le competenze di ciascuno Stato sono diverse e che fino ad ora le forze dell’ordine hanno preferito non interessarsi di una vicenda che coinvolge multinazionali potentissime. Anche le agenzie federali sembrano tenersi fuori e le richieste di un’indagine federale sulla Exxon sono venute da parlamentari ori federali e statali, dai candidati democratici alla presidenza Usa e da ambientalisti e scienziati. Finora, il Dipartimento della giustizia ha chiesto all’FBI di valutare se le azioni della multinazionale potrebbero giustificare un’azione legale per violazione della legge Racketeering Influenced and Corrupt Organizations, che riguarda le cospirazioni illegali.
Nel suo intervento, Gore ha elogiato InsideClimate News e ha citato il Los Angeles Times e la Columbia School of Journalism per il loro giornalismo investigativo che, dopo indagini indipendenti, ha raggiunto conclusioni simili sul ruolo della Exxon nella ricerca climatica e sui suoi tentativi di minare il consenso sulla scienza climatica: «I fatti che sono stati presentati pubblicamente in quelle serie di articoli che ho citato sono estremamente preoccupanti».
Schneiderman ha aggiunto c di non essere sorpreso che la Exxon e l’industria dei combustibili fossili abbiano annunciato battaglia: «E’ troppo presto per sapere cosa scopriremo nella Exxon, ma abbiamo intenzione di lavorare nella maniera piàù aggressiva possibile, ma anche il più attentamente possibile. Siamo più che consapevoli del fatto che tutto ciò che facciamo sarà oggetto di attacchi da parte di persone che hanno un enorme interesse finanziario per screditarci. Così, abbiamo intenzione di essere aggressivi e creativi, ma saremo anche i più attenti, meticolosi e corretti possibile».
Tutti i procuratori generali hanno sottolineato l’impatto dei cambiamenti climatici nei loro Stati, comprese le inondazioni, i fenomeni meteorologici estremi, l’innalzamento del livello del mare: «Il cambiamento climatico è già responsabile di danni significativi e il peggioramento», hanno detto e la procuratore generale del Maine, Janet Mills del Maine, che non era presente al meeting ma ha pubblicato una nota a sostegno dell’iniziativa, nella quale scrive: «Le nostre risorse naturali sono la linfa vitale dell’economia del nostro Stato e per la nostra qualità della vita. Il cambiamento climatico globale richiede un’azione immediata e mi impegno a utilizzare l’autorità del mio ufficio per affrontare il problema in modo significativo».
Gli speakers repubblicani hanno messo sotto accusa la politica climatica di Obama per rallentare gli sforzi per combattere il riscaldamento globale e hanno alacremente lavorato perché l’industria petrolifera e del carbone avesse una libertà quasi totale ingannare l’opinione pubblica sul riscaldamento globale. Ma il governatore del procuratore generale del Connecticut, George Jepsen, pensa che quei tempi siano finiti: «Possiamo alzarci e agire dove altri non lo faranno».