Trump: «Ho concluso la guerra per l'energia e sul carbone pulito»
Primo discorso sullo Stato dell’Unione di Trump: «Il carbone è bello»
Attacco alla democrazia liberale: vuole che i suoi amici possano licenziare chi non esegue i suoi ordini
[31 Gennaio 2018]
Il suo primo discorso sullo stato dell’Unione il presidente Usa Donald Trump lo ha passato in gran parte a magnificare la sua politica fiscale pro-ricchi (quella che vorrebbe copiare Silvio Berlusconi in barba a tutti i vincoli di bilancio italiani e alla normative europee) e formulando una proposta di immigrazione che porterebbe avanti le principali priorità di molte organizzazioni nazionaliste bianche.
Ma nel suo discorso sullo Stato dell’Unione Trump ha affrontato (poco e male) anche temi ambientali e ha dichiarato addirittura di aver «concluso la guerra per l’energia» e di aver «concluso la guerra sul carbone pulito» e ha definito il carbone pulito «bello». Non è chiaro di quali vittorie Trump si stia prendendo il merito, perché nessuna delle due guerre è reale. Come spiega ThinkProgress, «Gli Stati Uniti non avevano faticato per produrre energia nazionale prima della dichiarazione di Trump all’inizio di quest’anno che avrebbe introdotto una “nuova era del dominio americano dell’energia”. Negli Usa la produzione di energia è aumentata costantemente dal 2005 a grazie al minor costo dell’energia solare ed eolica e alla produzione di gas naturale».
Ma quel che è preoccupante è che Trump sembra pensare che il “carbone pulito” sia letteralmente carbone che viene ripulito dopo che è stato estratto dal sottosuolo e sembra avere una vera e propria concezione fideistica della tecnologia che dovrebbe garantire questo “carbone pulito” – la carbon capture and storage (Ccs) – che seppellisce sottoterra le emissioni prodotte dal carbone, impedendo che entrino nell’atmosfera, una tecnologia che . oltre alle possibili conseguenze ambientali denunciate da ambientalisti e scienziati – è costosissima, scarsamente testata, ancora a livello di prototipi e ancora lontana dal diventare qualcosa di commercialmente percorribile.
Persino Robert Murray, executive della più grande compagnia privata carbonifera statunitense e convinto sostenitore dell’amministrazione Trump, ha ammesso che la Ccs è in gran parte una fantasia: «La carbon capture and storage non funziona – ha detto nel luglio del 2017 – Non è né pratica né economica».
Ma Trump quando si fissa su una cosa non ascolta nemmeno i suoi amici e munifici finanziatori della sua campagna elettorale che gli hanno consentito di arrivare alla Casa Bianca a fare questo strampalato e avventuristico discorso dell’Unione.
Però, il nocciolo più pericoloso del discorso sullo stato dell’Unione di Trump è stato nascosto sotto “banali” dichiarazioni populiste che, se ci si medita appena un po’ su, sconvolgerebbero gli equilibri di potere tra dipendenti pubblici e politici e darebbero un duro colpo allo stato di diritto.
Infatti, Trump nel suo non memorabile discorso ha detto: «Chiedo al Congresso di conferire ad ogni Segretario del Gabinetto l’autorità per premiare i buoni lavoratori e per rimuovere i dipendenti federali che minano la fiducia dell’opinione pubblica o non si preoccupano del popolo americano». Una proposta apparentemente giusta: chi non vorrebbe licenziare i dipendenti pubblici che «non si preoccupano del popolo americano»? Ma le leggi che proteggono i dipendenti pubblici dai licenziamenti motivati politicamente sono uno dei fondamenti della democrazia liberale che Trump ha giurato di difendere anche se gli è sempre stata indigesta.
Come spiega Ian Millhiser, justice editor di ThinkProgress e autore di “Injustices: The Supreme Court’s History of Comforting the Comfortable and Afflicting the Afflicted” queste salvaguardie dell’indipendenza dei funzionari pubblici «Sono ciò che consente a un pubblico ministero di respingere accuse inconsistenti contro i rivali politici del presidente e a dire di no. Sono ciò che permette agli investigatori di colpire persone sospettate di vere e proprie violazioni legali, non le companies che competono con i businesses del Presidente. Che permettono alle autorità di regolamentazione ambientale di comunicare ai Presidenti che sono obbligati a rispettare il Clean Air Act. Che consentono ai funzionari del Dipartimento del lavoro di prendere di mira i datori di lavoro che finanziano generosamente al Partito del presidente. Che garantiscono che i benefici del Medicaid siano ancora forniti alle popolazioni chenon piacciono al Presidente».
Millhiser ricorda che «Secondo la legge attuale, dopo ave una volta che hanno passato un periodo di prova di tre anni, la maggior parte dei dipendenti pubblici non può essere licenziata senza “giusta causa”. Protezioni come queste sono ciò che impedisce a Trump di licenziare tutti i dipendenti pubblici che si rifiutano di obbedire a un ordine illegale. E ora Trump vuole eliminare questo scudo contro il potere presidenziale incontrollato».
Bastava guardare le facce dei democratici per capire quanto Trump stesse picconando le basi stesse della democrazia statunitense, che (anche per colpa di qualcuno di loro) non godeva già certo di buona salute.
Rispondendo a Trump il senatore democratico Bernie Sanders spiega quel che il presidente Usanon ha detto: «Ciò che è anche importante notare non è solo la disonestà di Trump. E’ che stanotte ha evitato alcune delle questioni più importanti che riguardano il nostro Paese e il mondo. Come può un presidente degli Stati Uniti pronunciare un discorso sullo Stato dell’Unione e non menzionare il cambiamento climatico? No, mister Trump, il cambiamento climatico non è una “bufala”. È una realtà che sta causando danni devastanti in tutto il nostro Paese e in tutto il mondo e ha completamente sbagliato quando hai nominato amministratori all’Epa e in altre agenzie che stanno cercando di rottamare le regole di protezione ambientale e rallentare la transizione verso l’energia sostenibile. Come può un presidente degli Stati Uniti non discutere la disastrosa decisione della Corte Suprema dei Citizens United che consente a miliardari come i fratelli Koch di minare la democrazia americana spendendo centinaia di milioni di dollari per eleggere candidati che rappresentino i ricchi e i potenti? Come può non parlare degli sforzi dei governatori repubblicani in tutto il Paese per indebolire la democrazia, sopprimere il voto e rendere più difficile votare per i poveri o le persone di colore? Come può non parlare del fatto che in un’economia globale altamente competitiva, centinaia di migliaia di giovani brillanti non possono permettersi di andare al college, mentre milioni di altri sono usciti dalla scuola profondamente indebitati? Come può non parlare dei fondi e del personale della Social Security Administration inadeguati che hanno provocato la morte di migliaia di persone con disabilità perché non hanno ricevuto le in tempo richieste di risarcimento? Come può non parlare della crisi delle pensioni che affligge i lavoratori di questo Paese e del fatto che oltre la metà dei lavoratori anziani non ha risparmi per la pensione? Dobbiamo rafforzare le pensioni in questo Paese, non portarle via a milioni di lavoratori. Come non parlare della realtà che la Russia, attraverso la guerra informatica, ha interferito nelle nostre elezioni nel 2016, sta interferendo nelle elezioni democratiche in tutto il mondo e, secondo il suo stesso direttore della CIA, probabilmente interferirà nelle elezioni di medio termine che si terranno nel 2018. Come fai a non parlarne se non hai una relazione molto speciale con Putin?»