Rapporto speciale Iea: difficile ma possibile centrare l’obiettivo emissioni net zero entro il 2050
La prima roadmap energetica globale: promuovere rapidamente l'energia pulita e ridurre l'uso di combustibili fossili può creare milioni di posti di lavoro e aumentare la crescita economica
[18 Maggio 2021]
Secondo il nuovo rapporto “Net Zero by 2050: a Roadmap for the Global Energy Sector” pubblicato dall’International energy agency (Iea) «Il mondo ha una strada percorribile per costruire un settore energetico globale con emissioni nette zero nel 2050», ma il tempo per riuscirci è poco e «Richiede una trasformazione senza precedenti del modo in cui viene prodotta, trasportata e utilizzata l’energia a livello global».
Il rapporto speciale dell’Iea è stato richiesto come contributo dalla presidenza britannica britannica della 26esimaa Conferenza delle Parti dell’United Nations framework climate change convention (COP26 Unfccc) che si terrà a Glasgow e ha lo scopo di informare i negoziati ad alto livello che si svolgeranno alla COP26.
Il presidente designato della COP26 Alok Sharma, ha detto: «Accolgo con favore questa relazione, che definisce una chiara roadmap per le emissioni net zero e condivide molte delle priorità che abbiamo fissato come prossima presidenza COP: che dobbiamo agire ora per aumentare le tecnologie pulite in tutti i settori ed eliminare gradualmente sia il carbone veicoli elettrici e inquinanti nel prossimo decennio. Sono incoraggiato dal fatto che sottolinea il grande valore della collaborazione internazionale, senza la quale la transizione al net zero globale potrebbe essere ritardata di decenni. Il nostro primo obiettivo come Regno Unito durante la presidenza della COP26 è di mettere il mondo sulla buona strada per ridurre le emissioni, fino a quando non raggiungeranno li net zero entro la metà di questo secolo».
L’Iea però conferma che «Gli impegni per il clima dei governi presi fino ad oggi, anche se pienamente raggiunti, sarebbero ben al di sotto di quanto è necessario per portare le emissioni globali di anidride carbonica (CO2) legate all’energia al net zero entro il 2050 e dare al mondo una chance di limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5° C».
Il nuovo rapporto Iea è il primo studio completo al mondo su come passare a un sistema di energia net zero entro il 2050, garantendo nel contempo forniture energetiche stabili e convenienti, fornendo un accesso universale all’energia e consentendo una solida crescita economica. L’Iea sottolinea che «Stabilisce un percorso economico ed economicamente produttivo, che si traduce in un’economia energetica pulita, dinamica e resiliente, dominata da energie rinnovabili come il solare e l’eolico invece dei combustibili fossili».
Il rapporto esamina anche le principali incertezze, come il ruolo delle bioenergie, la cattura del carbonio e i cambiamenti comportamentali nel raggiungimento del net zero.
Presentando il rapporto, il direttore esecutivo dell’Iea, Fatih Birol, «La nostra Roadmap mostra le azioni prioritarie necessarie oggi per garantire che l’opportunità di emissioni net zero entro il 2050 – limitata ma ancora realizzabile – non vada persa. La portata e la velocità degli sforzi richiesti da questo obiettivo essenziale e formidabile – la nostra migliore possibilità di affrontare il cambiamento climatico e limitare il riscaldamento globale a 1,5° C – rendono questa forse la sfida più grande che l’umanità abbia mai affrontato. Il percorso dell’Iea verso questo futuro più luminoso porta a un’impennata storica negli investimenti nell’energia pulita che crea milioni di nuovi posti di lavoro e aumenta la crescita economica globale. Portare il mondo su questo percorso richiede azioni politiche forti e credibili da parte dei governi, sostenute da una cooperazione internazionale molto maggiore».
Basandosi sugli strumenti e competenze di modellazione energetica all’avanguardia dell’Iea, la Roadmap definisce più di 400 pietre miliari per il viaggio globale verso il net zero entro il 2050 e che includono, fin da oggi, di non investire più in nuovi progetti di combustibili fossili e in nuove centrali a carbone. Entro il 2035 non dovrebbero essere più vendute nuove auto con motore a combustione interna e entro il 2040 il settore elettrico globale deve aver già raggiunto le emissioni net zero.
A breve termine, il rapporto descrive un percorso net zero che richiede «L’implementazione immediata e massiccia di tutte le tecnologie energetiche pulite ed efficienti disponibili, combinata con una grande spinta globale per accelerare l’innovazione».
Una roadmap che prevede che le aggiunte annuali di solare fotovoltaico raggiungano i 630 gigawatt entro il 2030 e quelle dell’eolico i 390 gigawatt, cioè 4 volte il livello record stabilito nel 2020. Per il solare fotovoltaico, equivale all’installazione del più grande parco solare del mondo all’incirca ogni giorno. Anche un’importante spinta a livello mondiale per aumentare l’efficienza energetica è una parte essenziale di questi sforzi, con il risultato che il tasso globale di miglioramenti dell’efficienza energetica dovrà essere in media del 4% all’anno fino al 2030, circa 2 volte la media degli ultimi 20 anni.
All’interno del percorso net zero, tra oggi e il 2030, la maggior parte delle riduzioni globali delle emissioni di CO2 deve provenire da tecnologie già disponibili oggi. Ma nel 2050, quasi la metà delle riduzioni proverrà da tecnologie che attualmente sono solo in fase di dimostrazione o prototipo. L’Iea evidenzia che «Questo richiede che i governi aumentino e ridistribuiscano rapidamente le loro spese in ricerca e sviluppo, nonché nella dimostrazione e nell’applicazione di tecnologie energetiche pulite, ponendole al centro della politica energetica e climatica. I progressi nei settori delle batterie avanzate, degli elettrolizzatori per l’idrogeno e della cattura e stoccaggio diretto dell’aria possono essere particolarmente impattanti. Una transizione di tale portata e velocità non può essere raggiunta senza il sostegno e la partecipazione sostenuti dei cittadini, le cui vite saranno influenzate in molti modi».
Birol aggiunge che «La transizione verso l’energia pulita sarà con e per le persone. La nostra roadmap dimostra che l’enorme sfida di passare rapidamente a un sistema di energia net zero è anche un’enorme opportunità per le nostre economie. La transizione deve essere equa e inclusiva, senza lasciare indietro nessuno. Dobbiamo garantire che le economie in via di sviluppo ricevano i finanziamenti e il know-how tecnologico di cui hanno bisogno per costruire i loro sistemi energetici per soddisfare le esigenze delle loro popolazioni ed economie in espansione in modo sostenibile».
Fornire elettricità a circa 785 milioni di persone che attualmente non vi hanno accesso e soluzioni per cucinare u in modo pulito a 2,6 miliardi di persone che ne sono prive è parte integrante del percorso dello net zero della roadmap Iea. Questo costerà circa 40 miliardi di dollari all’anno, pari a circa l’1% dell’investimento medio annuo nel settore energetico, ma porterà anche importanti benefici per la salute grazie alla riduzione dell’inquinamento dell’aria indoor, riducendo di 2,5 milioni all’anno il numero di morti premature.
Secondo un’analisi congiunta realizzata dall’Iea con il Fondo monetario internazionale, «In un percorso net zero, entro il 2030 l’investimento energetico totale annuo salirà a 5 trilioni di dollari, aggiungendo 0,4 punti percentuali in più all’anno alla crescita del PIL globale. Il balzo della spesa pubblica e privata creerà milioni di posti di lavoro nell’energia pulita, compresa l’efficienza energetica, nonché nei settori dell’ingegneria, della produzione e delle costruzioni. Tutto questo nel 2030 pone il PIL globale al 4% in più di quanto raggiungerebbe in base alle tendenze attuali».
Dal visionario rapporto Iea emerge un mondo dell’energia che nel 2050 sarà completamente diverso da quello che conosciamo ora: «La domanda globale di energia sarà inferiore di circa l’8% rispetto a quella odierna, ma servirà un’economia che sarà più del doppio e una popolazione con 2 miliardi di persone in più. Quasi il 90% della produzione di elettricità proverrà da fonti rinnovabili, con l’eolico e il solare fotovoltaico che insieme rappresenteranno quasi il 70%. La maggior parte del resto proverrà dall’energia nucleare. Il solare sarà la più grande fonte di approvvigionamento energetico totale al mondo. I combustibili fossili scenderanno da quasi quattro quinti dell’approvvigionamento energetico totale di oggi a poco più di un quinto. I combustibili fossili che rimarranno verranno utilizzati in beni in cui il carbonio è incorporato nel prodotto come la plastica, in impianti dotati di cattura del carbonio e in settori in cui le opzioni tecnologiche low carbon sono scarse».
Birol fa notare che «Il percorso delineato nella nostra roadmap è di portata globale, ma ogni Paese dovrà progettare la propria strategia, tenendo conto delle proprie circostanze specifiche. I piani devono riflettere le diverse fasi di sviluppo economico dei Paesi: nel nostro percorso, le economie avanzate raggiungono il net zero prima delle economie in via di sviluppo. L’Iea è pronta a sostenere i governi nella preparazione delle loro roadmap nazionali e regionali, per fornire guida e assistenza nell’implementazione e per promuovere la cooperazione internazionale per accelerare la transizione energetica a livello mondiale».
Lungo la veloce strada verso il net zero entro il 2050, emergeranno nuove sfide per la sicurezza energetica, mentre rimarranno quelle vecchie, anche se il ruolo del petrolio e del gas diminuirà. L’Iea avverte che «La contrazione della produzione di petrolio e gas naturale avrà implicazioni di vasta portata per tutti i Paesi e le imprese che producono questi combustibili. Nel percorso del net zero non sono necessari nuovi giacimenti di petrolio e gas naturale e le forniture si concentreranno sempre più in un piccolo numero di produttori a basso costo. La quota dell’OPEC di una fornitura globale di petrolio molto ridotta crescerà da circa il 37% negli ultimi anni al 52% nel 2050, un livello più alto che in qualsiasi momento della storia dei mercati petroliferi».
Le crescenti sfide alla sicurezza energetica che derivano dall’aumento dell’importanza dell’elettricità comprendono la variabilità dell’offerta di alcune fonti rinnovabili e i rischi per la sicurezza informatica. Inoltre, la crescente dipendenza dai minerali essenziali e rari necessari per le principali tecnologie e infrastrutture energetiche pulite comporta rischi di volatilità dei prezzi e interruzioni dell’approvvigionamento che potrebbero ostacolare la transizione.
Birol conclude: «Dalla fondazione dell’Iea nel 1974, una delle sue missioni principali è stata quella di promuovere forniture energetiche sicure e convenienti per favorire la crescita economica. Questa è rimasta una delle principali preoccupazioni della nostra Roadmap Net Zero. I governi devono creare mercati per investimenti in batterie, soluzioni digitali e reti elettriche che premino la flessibilità e consentano forniture di elettricità adeguate e affidabili. Il ruolo in rapida crescita dei minerali critici richiede nuovi meccanismi internazionali per garantire sia la tempestiva disponibilità delle forniture sia una produzione sostenibile».