Scuole e università a zero emissioni con le Comunità energetiche rinnovabili e solidali

Legambiente: «20 kW di pannelli solari sui 40mila edifici scolastici, porterebbe benefici ambientali e sociali ad oltre 400mila famiglie italiane»

[21 Febbraio 2022]

Il manifesto “Scuole e università a zero emissioni” di Legambiente, sottoscritto per primi da Associazione Italiana Insegnanti di Geografia, Fridays For Future, Link, Rete degli Studenti Medi, Rete Nazionale Scuole Green, Save the Children, UdS – Unione degli Studenti, Unione degli Universitari, punta a far diventare gli Istituti scolastici protagonisti della rivoluzione energetica dal basso. Legambiente spiega che «L’obiettivo è quello di attivare processi educativi e infrastrutturali rivolti al mondo delle scuole e delle università, amministrazioni comunali e provinciali, per costituire comunità energetiche rinnovabili e solidali (C.E.R.S) che assumano la sfida della giusta transizione ecologica, come chiave educativa e strutturale. Un progetto ambizioso, che coniuga processi sociali, ambientali ed educativi, attraverso una metodologia attiva e partecipativa a quattro fasi che prevede la co-progettazione fra scuola, ente locale, comunità educante più allargata e il territorio stesso. Le comunità energetiche, soprattutto se solidali, infatti, rappresentano un importante strumento, soprattutto in quei luoghi caratterizzati da povertà educativa ed energetica (oggi in aumento a fronte delle conseguenze dell’emergenza sanitaria e della recente volatilità dei prezzi del gas) come le periferie urbane e sociali e quelle realtà in cui, un processo di rigenerazione urbana che pone al centro la scuola, va a ricostruire legami sociali più solidali. Un momento favorevole per agire e farsi portavoce di una rivoluzione energetica dal basso viste le condizioni critiche in cui versa l’edilizia scolastica in Italia, a cui il PNRR destina 17 miliardi di euro, di cui i primi 5 miliardi stanno per essere messi bando».

Katiuscia Eroe, responsabile energia di Legambiente, sottolinea che «Il PNRR offre importanti opportunità di riqualificazione dell’edilizia scolastica in una logica sistemica e di rigenerazione. Bisogna sfruttare tutte le risorse possibili, prevedendo progetti di efficientamento energetico ma anche di solarizzazione dei tetti, con la creazione di Comunità energetiche rinnovabili e solidali. Questa è a mission del manifesto che presentiamo oggi. Infatti, se in tutti i 40mila edifici scolastici attivi in Italia installassimo 20 kW di pannelli solari fotovoltaici riusciremmo in breve tempo a produrre energia pari al fabbisogno di oltre 400mila famiglie, portando benefici ambientali e sociali».

La scuola rappresenta il punto di riferimento principale nei territori di un “essere collettività”, coniugando aspettative di tipo sociale, educativo e culturale. Ma la condizione dell’edilizia scolastica nel nostro Paese restituisce una fotografia di un patrimonio particolarmente vetusto e poco manutenuto. Secondo il XXI rapporto Ecosistema Scuola di Legambiente su 7.037 edifici scolastici delle città capoluogo di provincia, circa una scuola su due non dispone delle certificazioni obbligatorie (agibilità, prevenzione incendi, collaudo statico); l’88% degli edifici è sotto la classe energetica C; solo sul 16,7% sono presenti impianti di energia rinnovabile (tra questi per il 34,8% solari termici, per il 69,2% solari fotovoltaici, per l’1,3% geotermia, per l’1,2% a biomassa, per lo 0,6% a biogas). Oltre la metà sono privi di impianti per lo sport e solo il 61,2% godono del servizio mensa. A questi si aggiungono i dati dell’anagrafe dell’edilizia scolastica pubblicati nel marzo 2020 sul Portale Unico della Scuola: su 40.160 istituti scolastici attivi, almeno 34.111 hanno un impianto di riscaldamento a gas, 93 presentano un impianto centralizzato ad olio combustibile, 5.454 a gasolio, 24.592 a metano e 930 a gpl. Un quadro critico, che restituisce la necessità di interventi importanti per migliorare la qualità degli edifici e della vita degli studenti e del personale che vi lavora, ma anche per mitigare gli impatti che questi edifici inefficienti possono avere sull’ambiente.

Per realizzare concretamente una scuola/università a zero emissioni il manifesto – che può essere sottoscritto da chiunque sia interessato –  prevede un percorso in quattro fasi, ambiziose, ma finalizzate a rendere gli Istituti scolastici, di ogni ordine e grado, punti di riferimento cittadini per questa rivoluzione energetica, offrendo innovazione sociale, sviluppo e qualità della vita.

Prima fase: creare maggiore consapevolezza su questi temi attraverso l’organizzazione di workshop formativi del progetto Youth4planet, che con metodologie orizzontali e innovative uniscono educazione non formale e momenti di azione concreta per far fronte alla crisi climatica a partire dalla propria scuola e dal proprio territorio.

Seconda fase: dedicata alla consapevolezza e alla conoscenza della propria impronta climatica, con approccio critico, attraverso l’avvio di un percorso di monitoraggio sui consumi elettrici, termici e sul comfort climatico (audit scolastico) così da poter calcolare il peso climatico.

Terza fase: dedicata alla decarbonizzazione dell’Istituto mettendolo al centro di una piccola grande rivoluzione energetica. Tra gli strumenti da sviluppare le comunità energetiche rinnovabili e sostenibili. Uno strumento innovativo, basato sull’autoconsumo e sulla condivisione dell’energia da fonti rinnovabili, in grado di portare risparmi in bolletta fino al 30% e che si rafforza dalla possibilità di poter realizzare progetti solidali a partire dagli incentivi ricavati dalla condivisione dell’energia rinnovabile e dalla vendita di quella non condivisa all’interno della C.E.R.S.

Basta guardare a quanto accade nella prima Comunità energetica e solidale di San Giovanni a Teduccio a Napoli Est. Un percorso positivo nel coinvolgimento di 40 famiglie che grazie alla realizzazione di un impianto fotovoltaico sul tetto della Fondazione Famiglia di Maria, che lotta contro la povertà educativa, produrranno e condivideranno energia rinnovabile e il ricavato verrà diviso tra le famiglie come strumento concreto contro la povertà energetica.

Un successo avvenuto grazie alla costruzione di un percorso di comunità che ha agito sulla consapevolezza delle criticità e sui comportamenti individuali in uno dei quartieri più complicati di Napoli, a San Giovanni a Teduccio.

Questa esperienza può essere replicata a partire dalla realizzazione di Comunità Energetiche Rinnovabili e Solidali sui tetti degli istituti scolastici e con progetti a supporto che possono tenere insieme i due obiettivi di giustizia climatica e sociale (lotta alla povertà energetica ed educativa). Una delle principali caratteristiche di questi soggetti giuridici è la capacità di portare benefici ambientali e sociale ai soggetti aderenti e al territorio in cui insistono. Da qui la possibilità di realizzare progetti come quello di Napoli, ma anche azioni per favorire l’accesso scolastico nelle aree interne e nelle grandi città attraverso un sistema di mobilità collettiva di bus scolastici elettrici, borse di studio, “buoni mensa”, biblioteche e molto altro, da immaginare e costruire guardando al futuro e alle necessità delle fasce di popolazione più debole.

Se, in tutti i 40mila edifici installassimo 20 kW di pannelli solari fotovoltaici per far nascere comunità energetiche rinnovabili e solidali, innescando poi un percorso virtuoso di adesioni e partecipazione, riusciremmo in breve tempo ad offrire benefici ambientali e sociali ad oltre 400mila famiglie.

Quarta fase: per chiudere e completare l’opera di decarbonizzazione, avviare un percorso di efficientamento della scuola, anche grazie ai ricavi ma anche utilizzando tutti gli strumenti incentivanti oggi esistenti, come il conto termico. Per l’energia comunque consumata dalla rete scegliere un operatore 100% rinnovabile certificato.

Questo è il momento per investire in questa direzione a partire dai 17 miliardi di euro del PNRR previsti per la scuola, i cui primi 5 MLD stanno per essere messi bando, di cui 500 MLN per riqualificazione e sicurezza, 300 MLN per palestre, 800 MLN per  scuole nuove, 400 MLN per le mense. Nella realizzazione dei nuovi edifici e nella riqualificazione di quelli esistenti è fondamentale prevedere progetti di efficientamento energetico ma anche di solarizzazione dei tetti con la creazione di C.E.R.S. che come detto in precedenza hanno impatti duplici dal punto di vista sociale e ambientale.

Per realizzare queste “opere utili” è necessario andare oltre le risorse dedicate alla scuola che sono comunque ancora troppo poche e intercettare con progetti ambiziosi ad esempio le risorse dedicate alle green community e alle comunità energetiche nei piccoli comuni. Ancora con più forza in queste periferie geografiche la realizzazione delle CERS potrebbe rispondere a bisogni e necessità che oggi nascono dalla mancanza di servizi primari per studenti e comunità.