Superbonus, stop sconto in fattura e cessione del credito. Legambiente: governo Meloni continua a sbagliare mira
Penalizzate case popolari e Terzo Settore e il governo deve trovare le risorse per recepire la direttiva Case Green
[29 Marzo 2024]
Dopo il Forum Nazionale del Terzo Settore, anche Legambiente chiede al Governo di Giorgia Meloni un ripensamento su quanto approvato dal Consiglio del ministri il 26 marzo su proposta della stessa premier e del ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti.
Secondo il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani, «Con l’approvazione del decreto di legge in Cdm che di fatto elimina lo sconto in fattura e la cessione del credito il Governo Meloni continua a sbagliare mira, Dalle case popolari delle famiglie a basso reddito agli immobili del Terzo Settore (di cui ricordiamo il grande ruolo sociale e culturale che svolgono assistendo la cittadinanza nei tanti vuoti del Paese), fino all’abbattimento delle barriere architettoniche: il Governo decide di abbandonare non solo i più fragili, che non hanno le condizioni economiche per riqualificare energeticamente la propria abitazione e ridurre i costi in bolletta, ma anche le imprese, togliendo loro degli strumenti che hanno creato nuovi posti di lavoro, ridotto i costi in bolletta e portato a innovazione anche in termini di rigenerazione urbana».
Ciafani evidenzia che «Era chiaro che fosse necessario rivedere il Superbonus, un costo troppo oneroso per lo Stato, trattandosi di uno strumento non lungimirante nel pensare a interventi uguali per tutti a prescindere dal reddito e dall’efficacia energetica. Eliminare totalmente l’unica politica di riqualificazione del settore edilizio, senza pensare a rivedere le norme che lo governavano è un errore a cui il Governo dovrà porre rimedio con estrema urgenza».
Il presidente del Cigno Verde fa notare che «Sarebbe bastato rimodulare il sistema incentivante sulla base non solo dei redditi ma anche degli effetti degli investimenti, prevedendo un fondo per consentire alle famiglie con maggiori difficoltà di poter accedere all’incentivo. Fermando quei 17 miliardi l’anno che l’Italia spende in sussidi ambientalmente dannosi tra caldaie a gas (su cui è intervenuta anche la Commissione europea), tecnologie obsolete, climalteranti e dispendiose e le agevolazioni per immobili energivori e inquinanti incentivando, invece, interventi volti a portare gli edifici nella migliore classe energetica possibile, l’utilizzo di materiali innovativi e sostenibili, il recupero delle acque piovane, la messa in sicurezza sismica e l’abbattimento delle barriere architettoniche».
Ciafani conclude: «Dal Governo italiano ci aspettiamo, dopo il passo indietro per le aree terremotate, non solo un ripensamento per le case popolari e gli edifici del Terzo Settore, ma anche una revisione urgente e necessaria degli incentivi e la reintroduzione di strumenti efficaci come quello della cessione del credito e dello sconto in fattura. L’Italia dovrà recepire entro due anni la direttiva delle Case Green stabilendo un piano di interventi che nella migliore delle stime riguarderà 5milioni di abitazioni. Numeri importanti che richiederanno incentivi, aiuti e moltissime risorse per rendere più indipendente energeticamente il nostro paese nell’interesse nazionale. Non possiamo più attendere».