Transizioni energetiche più veloci o perderemo la corsa alle emissioni zero
La Camera (Irena) «Il gap tra dove siamo e dove dovremmo essere non sta diminuendo, ma aumentando. Stiamo andando nella direzione sbagliata»
[17 Marzo 2021]
Secondo l’anteprima del World Energy Transitions Outlookdell’International renewable energy agency (Irena) – sarà seguita dal rapporto completo, che delinea l’impronta socio-economica per la transizione, insieme a approfondimenti sul mercato e sulla finanza – «Le tecnologie comprovate per un sistema energetico a zero reti esistono già in gran parte oggi. L’energia rinnovabile, l’idrogeno verde e la moderna bioenergia domineranno il mondo dell’energia in futuro».
Presentato in anteprima al Berlin Energy Transition Dialogue, l’Outlook di Irena propone soluzioni per la transizione energetica e per riuscire a contenere l’aumento della temperatura globale a 1,5° C nel poco tempo che ci resta per evitare un riscaldamento globale irreversibile.
Il rapporto evidenzia che «Il 90% di tutte le soluzioni di decarbonizzazione nel 2050 coinvolgerà l’energia rinnovabile attraverso la fornitura diretta di energia a basso costo, efficiente, elettrificata e alimentata da fonti rinnovabili per l’uso finale e l’idrogeno verde. Le tecnologie Carbon capture and removal del carbonio, in combinazione con la bioenergia, forniranno le riduzioni di CO2 dell’ultimo miglio verso un sistema energetico net-zero».
Irena guarda alle scadenze del 2030, che sono dietro l’angolo, ed evidenzia che sian mo in un momento critico. «in cui agire in modo rapido e audace per gli impegni globali sul clima». Un’azione che è essenziale nell’anno decisivo dell’United Nations High-Level Dialogue on Energy e della conferenza climatica di Glasgow COP26».
Secondo il direttore generale di Irena, Francesco La Camera, «La finestra di opportunità per raggiungere l’obiettivo di 1,5 ° C dell’Accordo di Parigi si sta chiudendo rapidamente. Le tendenze recenti mostrano che il gap tra dove siamo e dove dovremmo essere non sta diminuendo, ma aumentando. Stiamo andando nella direzione sbagliata».
l World Energy Transitions Outlook prende in considerazione proprio il poco tempo che abbiamo a disposizione per riuscire a rispettare l’obiettivo di 1,5° C avverte che «Abbiamo bisogno di una drastica accelerazione delle transizioni energetiche per realizzare un’inversione di tendenza significativa. Il tempo sarà la variabile più importante per misurare i nostri sforzi».
La Camera aggiunge: «Sebbene il percorso sia scoraggiante, diversi elementi favorevoli possono renderlo realizzabile. Le principali economie che rappresentano oltre la metà delle emissioni globali di CO 2 stanno diventando carbon neutral. Anche il capitale globale si sta muovendo. Vediamo mercati finanziari e investitori che spostano il capitale in asset sostenibili. Il Covid-19 ha evidenziato il costo di legare le economie ai combustibili fossili e ha confermato la resilienza delle energie rinnovabili. Mentre i governi pompano ingenti somme in salvataggi e riprese, gli investimenti devono sostenere la transizione energetica. E’ tempo di agire e i Paesi possono aprire la strada con politiche per un sistema energetico sicuro per il clima, prospero e giusto adatto per il XXI secolo».
Il “percorso dell’1,5 ° C” di IRENA vede un triplicarsi del potere globale dominato dalle energie rinnovabili nel 2050. Inoltre vede un calo dell’uso di combustibili fossili di oltre il 75% nello stesso periodo, con il consumo di petrolio e carbone che si contraggono più rapidamente. Il gas naturale dovrebbe raggiungere il picco intorno al 2025, diventando il più grande combustibile fossile rimanente entro il 2050.
I mercati finanziari riflettono questo cambiamento allocando il capitale lontano dai combustibili fossili e in asset sostenibili come le energie rinnovabili. Il declassamento dei combustibili fossili continua, con le quote del settore energetico ad alto contenuto di combustibili fossili nell’indice S&P che sono scese dal 13% di dieci anni fa a meno del 3% di oggi. Al contrario, gli investitori stanno riversando denaro in azioni di energia rinnovabile con l’energia pulita S&P in aumento del 138% nel 2020.
Tuttavia, un investimento significativo dovrà essere reindirizzato, mostra Outlook di IRENA. Le principali economie hanno annunciato pacchetti di stimolo economico che pomperanno circa 4,6 trilioni di dollari direttamente in settori rilevanti per il carbonio come agricoltura, industria, rifiuti, energia e trasporti, ma meno di 1,8 trilioni di dollari sono verdi.
Al contrario, gli investimenti nella transizione energetica dovranno aumentare del 30% rispetto agli investimenti pianificati per un totale di 131 trilioni di dollari da qui al 2050, corrispondenti a 4,4 trilioni di dollari in media ogni anno. I benefici socio – economici saranno enormi, investire nella transizione creerà quasi tre volte più posti di lavoro rispetto ai combustibili fossili, per ogni milione di dollari di spesa. Per affrontare le preoccupazioni relative a una transizione giusta ed equa, le prospettive di IRENA richiedono un quadro politico globale olistico e coerente.
L’“1.5°C pathway” di Irena vede l’elettricità diventare il principale vettore energetico nel 2050 con una capacità di energia rinnovabile che, nello stesso periodo, si espande di oltre 10 volte. E, al contrario di quanto dsembra pensare il nostri ministro della transizione ecologica, «I trasporti vedranno la più alta crescita dell’elettrificazione con un aumento di 30 volte. Quasi il 70% delle riduzioni delle emissioni di carbonio nei trasporti proverrà dall’elettrificazione diretta e indiretta».
Nel 2050 l’idrogeno verde rappresenterà una delle principali richieste di elettricità: il 30% del consumo totale. La bioenergia combinata con le tecnologie di rimozione del carbonio (BECCS) sarà sempre più importante per fare in modo che l’industria raggiunga le emissioni net zero, contribuendo a centrare l’obiettivo degli 1,5° C. Una prospettiva, quest’ultima, che non convince quasi tutte le associazioni ambientaliste e molti scienziati.