Un mondo nuovo è possibile: con le energie rinnovabili. Sovranità energetica e interdipendenza
La Global commission di Irena descrive l’evoluzione del potere geopolitico indotta dalle energie rinnovabili
[21 Gennaio 2019]
Mentre il nostro vicepremier Matteo Salvini dice che senza carbone e petrolio torneremmo ai fiammiferi, il rapporto “A New World”, pubblicato dalla Global Commission on the Geopolitics of Energy Transformation dell’International renewable energy agency (Irena) esamina la geopolitica della trasformazione dell’energia e ne emerge che le cose stanno esattamente al contrario: «L’era delle nuove energie permetterà di ridefinire le relazioni tra gli Stati e le regioni e di creare “un mondo nuovo” per quanto riguarda potere, sicurezza, indipendenza energetica e prosperità».
Nel rapporto presentato al summit Irena ad Abu Dhabi, lleader politici e grandi imprenditori di tutto il mondo descrivono gli importanti impegni e cambiamenti geopolitici legati alla trasformazione energetica indotta dal rapido sviluppo delle energie rinnovabili e la Global Commission di Irena sottolinea che «Le conseguenze geopolitiche e socio-economiche associate all’era delle nuove energie potranno essere altrettanto profonde di quelle prodotte due secoli fa dal passaggio dalla biomassa alle energie fossili. Potremmo in particolare assistere a dei cambiamenti nella posizione relativa degli Stati, all’emergere di nuovi leader energetiche a una diversificazione dei protagonisti nel settore enegetico, a una modificazione degli equilibri commerciali e all’emergere di nuove alleanze».
“A New World” prevede che «La trasformazione energetica influirà sul modo in cui gli Stati gestiscono attualmente le energie. Al contrario delle energie fossili, le energie rinnovabili sono disponibili, in una forma o nell’altra, nella maggior parte delle aree geografiche. Questa abbondanza permetterà di rafforzare la sicurezza energetica e di favorire una maggiore indipendenza energetica nella maggioranza degli Stati». Una prospettiva che dovrebbe piacere molto anche ai sovranisti di casa nostra che invece si baloccano con le trivelle e i combustibili fossili.
Intanto, mentre i Paesi del mondo sfrutteranno sempre più energie rinnovabili e integreranno le loro reti elettriche con quelle dei Paesi vicini, emergeranno dei nuovi frapporti di interdipendenza e nuovi modelli commerciali. Il rapporto dimostra che «I conflitti legati al petrolio e al gas diminuiranno, proprio come l’importanza strategica di alcuni hot-spot marittimi.
La Global Commission è convinta che «La trasformazione energetica farà anche nascere dei nuovi leader energetici e gli importanti investimenti fatti nelle tecnologie per lo sfruttamento delle energie rinnovabili aumenteranno l’influenza di alcuni Paesi«. L’esempio è quello della Cina che è attualmente in testa alla gara per le energie pulite e che «Ha migliorato la sua posizione geopolitica diventando il più importante produttore, esportatore e installatore di pannelli solari, di pale eoliche e di batterie per veicoli elettrici del mondo».
Al contrario «Gli esportatori di energie fossili potrebbero assistere a un calo della loro espansione e della loro influenza a livello mondiale, a meno che non adattino la loro economia allo spirito delle nuove energie». Un monito particolarmente preoccupante proprio per il Paese che ospita Irena, la monarchia petrolifere degli Emirati arabi uniti, che però stanno investendo da anni nelle rinnovabili.
Il presidente della Global Commission, l’ex presidente Ólafur Ragnar Grímsson, ha evidenziato che «Questo rapporto rappresenta la prima analisi completa delle conseguenze geopolitiche della transizione energetica guidata dalle fonti rinnovabili e rappresenta una pietra miliare fondamentale per migliorare la nostra comprensione di questo problema la rivoluzione delle energie verdi rafforza la leadership globale della Cina, riduce l’influenza degli esportatori di combustibili fossili e porta l’indipendenza energetica nei Paesi di tutto il mondo. Un affascinante futuro geopolitico è in serbo per paesi dell’Asia, dell’Africa, dell’Europa e delle Americhe. La trasformazione dello scenario energetico mondiale porterà grandi cambiamenti di influenza».
Presentando il rapporto prima di passare il testimone all’italiano Francesco La Camera, l’ex direttore generale di Irena Adria, Z. Amin aveva ricordato che «La trasformazione dell’energia mondiale indotta dalle energie rinnovabili può permettere di ridurre le attuali tensioni geopolitiche legate all’energia e favorirà la cooperazione tra gli Stati. Questa trasformazione può anche permettere di ridurre i problemi sociali, economici e ambientali che figurano generalmente tra le principali cause di instabilità e di conflitto geopolitico. In generale, la trasformazione dell’energia mondiale presenta sui delle opportunità che delle sfide. I vantaggi saranno superiori agli inconvenienti, ma solo a condizione che vengano messe in atto misure adeguate. E’ essenziale che I leader e I responsabili politici anticipino questi cambiamenti e che siano in grado di gestirli ed di navigare nel nuovo ambiente geopolitico».
Attitudini che non sembrano appartenere alla componente leghista del nostro governo. Eppure, secondo il rapporto Irena, i Paesi come l’Italia che dipendono fortemente dalle importazioni di energie fossili, «Aumentando la quota delle energie rinnovabili sul loro mercato nazionale Potrebbero migliorare fortemente la loro bilancia commerciale e ridurre i rischi associati alla fragilità delle rotte di approvvigionamento energetico e alla volatilità dei prezzi di carburante».
Dato che l’energia è al centro dello sviluppo umano, il rapporto conclude: «Le energie rinnovabili possono permettere un accesso universale all’energia e creare dei posti di lavoro , alimentare una crescita economica sostenibile, migliorare la sicurezza alimentare e dell’acqua e accrescere la sostenibilità, la resilienza ai cambiamenti climatici e l’equità».