Unione energia Ue, Federpetroli: «Italia fanalino di coda. Senza Politica Energetica Nazionale»
«Denunceremo al Senato le difficoltà delle aziende energetiche italiane»
[18 Maggio 2015]
Mentre gli ambientalisti continuano ad attaccare il governo per la svolta petrolifera ed a favore delle trivellazioni offshore, neanche i petrolieri sembrano soddisfatti per le politiche energetiche del governo, e naturalmente per motivi spesso opposti, in particolare per quanto riguarda quel che il governo sa facendo su Unione energia dell’Ue.
Oggi il presidente di FederPetroli Italia, Michele Marsiglia, si è scagliato contro quello che considera lo stallo in cui versa attualmente il settore energetico nel nostro Paese: «Se non cambia profondamente l’ossatura della politica energetica nazionale l’Italia non potrà contribuire all’ambizioso Progetto varato lo scorso Febbraio dalla Commissione Europa sull’Unione dell’Energia. Senza una Politica Energetica Nazionale ben delineata l’Italia invece che essere il Paese guida dell’Hub energetico Mediterraneo, resterà il fanalino di coda. Attendiamo la nuova convocazione da parte della 10° Commissione Attività produttive e 13° Commissione Ambiente del Senato della Repubblica in merito all’Affare Assegnato sugli atti comunitari “Unione dell’Energia” per denunciare la grave situazione in cui vertono le aziende energetiche italiane e la totale mancanza di struttura di interconnessione energetica interna e con il resto dell’Europa».
Critiche forse un filino ingenerose, visto che il governo non molla di un centimetro su progetti piccoli e grossi che piacciono ai petrolieri, ma Marsiglia rincara: «Abbiamo valutato più che positivamente il Pacchetto dell’Unione dell’Energia varato lo scorso febbraio, definendolo ambizioso ed importante per delineare l’Europa una potenza energetica, ma in questi ultimi anni è evidente il blocco delle attività: ricerca di risorse minerarie in stallo, indotto di raffinazione critico, reti di comunicazione infrastrutturali per il trasporto del petrolio e gas che non riescono a prendere corpo, progetti di rilevanza internazionale come il corridoio sud che vivono un’altalenante situazione di sviluppo, la logistica integrata con depositi ed attracchi portuali non idonei al ricevimento prodotto, nonché le difficoltà degli impianti di produzioni di energia elettrica. Inoltre manca un struttura legislativa che permetta agli imprenditori di investire in Italia senza scappare via dopo pochi anni. In questo modo il Pacchetto dell’Energy Union sarà solo un altro slogan cui l’Italia non potrà mai contribuire».
Marsiglia conclude ricordando al governo ed ai politici che «FederPetroli Italia su richiesta del Senato ha già prodotto nelle passate settimane due relazioni di osservazioni sulla delicata situazione di approvvigionamento energetico con la Libia e non ultimi i commenti ai 5 punti strutturali della Politica Energetica Europea. Le Commissioni saranno portate a conoscenza delle parole delle aziende, sarà nostro compito comunicare il disagio politico, economico e legislativo. Il Governo questa volta dovrà ascoltare, altrimenti rischiamo un altro grande bluff dell’Italia nello scacchiere energetico internazionale, una figura che non possiamo permetterci, l’Europa ci chiede un aiuto, basta nascondersi dietro a slogan politici, i problemi reali sono altri».